ROMA – In un Palalottomatica affollato come raramente s’era visto in passato nelle precedenti giornate d’Eurolega, la Lottomatica Virtus Roma s’inchina allo strapotere Blaugrana dei Campioni d’Europa in carica sancendo, anche aritmeticamente, l’eliminazione alla fase successiva della manifestazione ma esce letteralmente a testa alta dopo aver cullato, per almeno 35 minuti, l’idea di battere clamorosamente i Primi della Classe.
Mentre faceva capolino nella curva degli appassionati più calorosi del tifo romano una struggente, vecchia bandiera con i colori del Bancoroma, a ricordare probabilmente lo storico sgambetto tirato dei virtussini ai più titolati avversari catalani al Patinoire di Ginevra nel lontano 1984 in un epica finale dell’allora Coppa Campioni, come preventivabile s’assisteva ad una gara condotta inizialmente dai contendenti non certamente a ritmi elevati nelle prime fasi, per poi infiammarsi nel quarto finale regalando anche emozioni forti.
Una gara che comunque ha ridato dignità all’Eurolega della Lottomatica, finora avara di soddisfazioni. Per portarla a casa infatti il Barcellona ha dovuto letteralmente dare il massimo nel periodo conclusivo nel quale ha dovuto sfoggio di potenza, lucidità e, soprattutto, cinica concretezza al cospetto di una Lottomatica bella ma forse andata ben oltre i propri limiti nei precedenti periodi, finita perciò in riserva avanzata di benzina mentalmente e fisicamente parlando. Ottimi nel periodo finale i due gioielli di casa, Ricky Rubio (all’altezza dopo una gara condotta sottotono, MVP della gara stessa), e Sua Maestà Juan Carlos Navarro, micidiale con le sue bombe da distanze proibitive per i più e le sue penetrazioni letali.
La Virtus aveva costruito il suo sogno di vittoria con una gran difesa, densa, accanita, così forte da far perdere ai catalani ben 12 palloni nei primi due periodi, una rarità per lo squadrone di Pascual, ma aveva dilapidato il frutto di questo pingue lavoro non convertendo in punti tutto questo umile e faticoso lavoro fatto di recuperi (ottimo Charlie Smith, 4 recuperate nel solo primo tempo !), e sudore con sangue sputato sul parquet. E come sempre capita, quando il Barça si è destato dallo stato di letargia in cui era caduto (-13 al 25°), per la Virtus tutto è diventato più complicato azione dopo azione, minuto dopo minuto, come se Pascual ed i suoi stessero calando lentamente, come nei racconti di Egdar Allan Poe, il tetto della stanza sul pavimento e quindi automaticamente sulla testa dei malcapitati Giallorossoblu.
Attenzione però a non dimenticare che questo Barcellona dall’incedere obeso per aver conquistato il quindicesimo trofeo nazionale di coppa, e perloppiù nella tana dei nemici di sempre del Real, è apparso molto svagato, troppo svagato e distratto per sembrare vero sino a metà del terzo periodo. Resta comunque per i ragazzi di Filipovski la prova d’orgoglio di un gruppo che forse sta imboccando la giusta strada per ritrovarsi nel tentativo di scalare una classifica insipida.
Inizio un pò sonnolento dicevamo con qualche sprazzo di bel gioco e qualche giocata strappa-applausi dall’una e dall’altra parte, ma anche con varie scempiaggini tipiche di chi gioca con la mente troppo leggera. Sostanzialmente però uno spettacolo soddisfacente tra i lampi nel primo tempo di un inatteso Lakovic in regia per i catalani, dalla voglia della Virtus di ripartire dopo la sosta della Coppa Italia con il positivo rientro di Gigli dopo circa 2 mesi d’inattività, salutato con un calorosissimo applauso non appena messo piede in campo: non doveva giocare Angelone e quindi il vederlo in campo ha fatto solo del bene a tutti, come dirà poi a fine gara coach Filipovski.
Un primo tempo quindi che metteva a nudo l’eccessivo relax con cui i ragazzi di Pascual erano scesi in campo: poca voglia di muoversi in attacco; Rubio e poi Sada che predicavano nel deserto a causa della lentezza dei suoi compagni a trovarsi pronti nel momento giusto per concludere a canestro; qualche palla persa di troppo e diversi errori, anche banali, sotto i ferri, le tossine del trionfo in Coppa contro il Real che affioravano tutte come se il Barça fosse un vecchio congegno di ferro cigolante e per niente oliato. Ma di contro, e questo va rimarcato, una Virtus Roma concentrata il giusto per cercare di sfruttare l’occasione di fare bella figura al cospetto dei catalani. Anche da parte dell’Urbe però diversi errori al tiro ma almeno una scelta di gioco meno scintillante ma efficace: palle pulite, giochi facili. Al 5° Ndong dava il massimo vantaggio ai suoi (6-10), ma Smith con l’unica tripla a bersaglio della Virtus sino a quel punto ed una splendida penetrazione di Washington regalavano il primo vantaggio ai capitolini, 11-10 al 7°. Il Barça continuava ad impigliarsi nella rete difensiva costruita da Filipovski, errori in attacco anche da parte di Djedovic & Co. (in ombra ancora il giovane bosniaco davanti alle maglie degli ex compagni di squadra), e si finiva il primo quarto sul 14-14. Pochi punti e molti errori da ambo le parti.
Ma nel secondo periodo, complice la persistente difficoltà ora di Rubio, ora di Sada e finanche di Lakovic in regia a mettere in ritmo degli opachi Anderson e Lorbek ed un Morris da 0/2 con spazio da fuori, il Barcellona smarriva la via del canestro e la Virtus, mostrando anche un volto più cattivo che mai in difesa, edificava mattone su mattone una prova degna da tramandare ai posteri contro i Campioni d’Europa. Dopo una spruzzata di zona in difesa e non poche, relative paturnie fatte vedere a Morris e Fran Vasquez, Dasic prima e Smith dopo davano il +4 al 17° (25-21), mentre Xavi Pascual diventava idrofobo nel vedere i suoi annaspare tra palle perse (saranno ben 12 al suono della sirena lunga), ed incertezze francamente poco riscontrabili in un passato recente, eccezion fatta per Lubjiana sempre in questa Eurolega. Ma Roma non ne approfittava più di tanto neanche in questo secondo periodo perchè, anche se il Barcellona in attacco stentava, in difesa creava a loro volta non pochi problemi a Washington e Gordic in fase di possesso. Finiva comunque sopra Roma, 27-25.
Terzo periodo e Gigi “Bum Bum” Datome sparava due triple di fila che infiammavano il pubblico, Roma a +8 sul 33-25 al 2°. Navarro tamponava a sua volta sempre dalla lunga ma la Virtus recuperava ancora palloni, frutto di un’ottima difesa. Prima Dasic eppoi Djedovic addirittura da 3, non certo la specialità della casa, consegnava ad un Palalottomatica in festa il +10 al 25° sul 40-30. Pascual teneva duro ma doveva chiamare il tempo dopo un’altra, splendida tripla di Gordic, 43-30 al 25°, e chi l’avrebbe detto ?
Ma non si arriva sul tetto d’Europa per caso. All’uscita del time-out iniziava la più classica delle remontade : due triple, una a testa di Rubio prima e di Navarro dopo sancivano l’inizio vero della sfida da parte Blaugrana. E Roma cominciava a soffrire, restando avanti alla fine del terzo periodo di 5 punti solo grazie ai punti di un Datome versione NBA (per lui anche 4 stoppate nell’arco della partita !), e di Gordic, Lorbek a sua volta colpiva dalla lunga, 51-46 all’intervallo.
Quarto periodo e Pascual, dopo aver strigliato i suoi a dovere, otteneva una squadra ancora più reattiva. Lorbek e Navarro salivano in cattedra (quest’ultimo con un’altra tripla da distanza siderale), con il solo Washington che cercava di spezzare la prima linea di difesa sul pick and roll dei vari Sada e Grimau penetrando ed attirandosi i falli di Vasquez. Anderson però impattava al 35°, 53-53, mentre Roma litigava con il ferro denotando scarsa lucidità sul da farsi in momenti di apnea. Perovic in tape-in consentiva al Barça di rimettere il naso davanti ma Super Gigi Datome, dalla lunetta, rimetteva a posto le cose. Ma un fischio molto dubbio (l’ennesimo…Con Dasic che salvava la palla dal fondo e, dovendo riprenderla rientrando da fuori, metteva logicamente i piedi oltre la linea di fondo: palla persa !), a favore del Barcellona, regalava palla e 3 punti di vantaggio ai catalani. Era il segnale, l’azione che di fatto spegneva gli ardori in chiave Lottomatica che si spegneva appunto come la fiamma della candela in assenza d’ossigeno, mentre il Barça legittimava una vittoria soffertissima ma meritata per aver dimostrato, in una serata non certo felice, come si possono portare in porto le gare più brutte piegando le gambe in difesa e sacrificandosi.
Applausi, finalmente in queste Top 16, alla Virtus Roma. Questo è il giusto spirito per battersi in Europa, se poi si perde contro il Barcellona, questo Barcellona….Beh, non si può farne un dramma perchè oramai l’obiettivo sono i Play-Offs, scalare la classifica in campionato più che si può.
E domenica arriva Avellino.
Sala Stampa
Pascual
Siamo molto contenti di questa vittoria perchè ci siamo classificati matematicamente ai quarti di finale, ma non siamo contenti per come abbiamo giocato. Complimenti alla Virtus Roma, li abbiamo subiti troppo e loro han giocato molto meglio di noi in difesa per 25, 30 minuti almeno. Sono stati aggressivi, determinati e li abbiamo sofferti parecchio. Poi siamo riusciti a tirare fuori la testa smorzando l’entusiamo di una Roma che ha sognato di vincere la gara. Ma non pensiate sia stato facile, la gara per noi è stata molto difficile anche perchè la gara di Madrid, la finale di Coppa di Spagna di domenica, sapevamo che avrebbe potuto portare delle scorie mentali. Non so, ne abbiamo parlato molto in settimana con i ragazzi, temevo questo contraccolpo….Forse siamo entrati un pò molli perchè domenica è stata la quindicesima volta che abbiamo vinto la Coppa di Spagna….Non lo so, ma abbiamo giocato male, e non so dare una spiegazione logica del perchè abbiamo giocato così male. Ora guardiamo avanti, i nostri avversari sono molto forti ma se dobbiamo rivincere la Eurolega li dobbiamo battere tutti, miriamo al primo posto nel girone, ovviamente.
Filipovski
Abbiamo perso ma resto soddisfatto della prestazione che abbiamo disputato. Faccio i miei complimenti al Barcellona per la vittoria ma devo anche farli ai miei ragazzi che hanno messo tutto in campo, cuore e grinta soprattutto. Sono contento per il rientro di Gigli anche se non ha recuperato del tutto, non sapevamo che avrebbe giocato, poi dopo il riscaldamento ha dato lui l’ok. Comunque questa sera abbiamo fatto un ottimo lavoro in difesa rendendo la vita difficile al Barcellona e per il futuro, a cominciare da domenica contro Avellino, dobbiamo giocare con questa intensità per tutta la gara, non per tre quarti di gioco. Usciamo dalle Top 16 con amarezza, mi piace competere con i migliori ed avremmo meritato di vincere ad oggi almeno una partita, quella contro Lubjiana come sapete, poi sono venute le due sconfitte di Tel Aviv e di Barcellona, oggi avevamo una remota chance e ce la siamo comunque giocata. Non ho la bacchetta magica, ci vuole lavoro e mi concentro ogni giorno sul miglioramento che stiamo facendo e spero che un giorno questo possa essere il traguardo, mi auguro che accada un domani battere il Barcellona per puntare ai quarti d’Eurolega. Comunque questo tempo libero, senza la Coppa Italia, lo abbiamo utilizzato per allenarci meglio e per sviluppare il nostro sistema. Contro Avellino dovremo ripeterci, sviluppare il nostro gioco al meglio perchè loro giocano molto bene in attacco, passandosi benissimo la palla e creando spesso situazioni difficili da contrastare. Dovremmo essere forti come questa sera in difesa contro di loro, hanno un sistema molto valido ma anche loro non sono al completo, mi aspetto una grande gara dai miei.
Lottomatica Virtus Roma – Regal Barcellona 65-74
Parziali 14-14; 13-11; 24-21; 14-28
Progressione 14-14; 27-25; 51-46; 65-74
MVP: Ricky Rubio segna solo 9 punti ma quando la gara sembra aver preso una china paurosa per i suoi, assieme a Juan Carlos Navarro, decide che la Virtus ha giggioneggiato troppo. Mette in ritmo lo stesso Juan Carlos, Lorbek da 3, anche distribuendo 4 assist, chiude con 20 di valutazione. Sul versante romano ottimo Gigi Datome, imperioso il suo terzo periodo in cui vedeva il canestro avversario grande come una vasca da bagno. Chiude con 17 di valutazione con 67% da 2 e 50% da 3, raccatta anche 4 rimbalzi e fa ben 4 stoppate. Bene anche Andrea Crosariol, 12 di valutazione finale con 7 rimbalzi.
WVP: Molte insufficienze in maglia catalana ma su tutti Terence Morris che colleziona un -1 che non è da lui. Malino anche Grimau, solo 2’47” per un totale di -2 di valutazione.
Fabrizio Noto/FRED