Fa più notizia la decima sconfitta stagionale degli Spurs, oppure il quarantello abbondante segnato proprio agli speroni da Derrick Rose? Decisamente più interessante la seconda opzione. Il Rodeo trip degli Spurs si chiude con una sconfitta sul campo di Chicago, ma come detto la vera sensazione della partita passata sugli schermi di Sky, è stata la prova di D-Rose. Tiri da fuori, penetrazioni conclusioni in acrobazia. Se ne parlava ad inizio anno, se ne discute ancora con più convinzione adesso: Derrick Rose appare come uno dei candidati principe al trofeo di MVP. Le condizioni per una vittoria dell’esterno dei Bulls (che sarebbe il primo nella città del vento a succedere a MJ), ci sono tutte: le cifre, la spettacolarità, la capacità di elevare la sua squadra ad una delle prime forze ad est e nell’intera Lega. Già, perché oltre alle schiacciate, alle zingarate a centro area, ai circus shoot, la vera forza di Rose è stata quella di aver preso per mano i Bulls in una stagione che poteva decisamente iniziare in un modo diverso, viste le assenze prima di Boozer e poi di Noah. Ed invece Rose e Thibodeau sono stati capaci di assorbire e assimilare queste pesanti assenze, il primo con il suo talento unico, il secondo implementando un sistema difensivo di livello assoluto, per intenderci quello che ha fatto vincere ai Big Three di Boston il loro primo (e fino ad ora unico) titolo. Chicago al momento di scrivere è in piena corsa per il primo posto ad est, ed il prossimo rientro di Noah non potrà che far salire ulteriormente la sua forza: in assenza del figlio del grande Yannik, Kurt Thomas ha fatto vedere quanto, anche in una Lega di super atleti, esperienza e sapienza tecnica siano importanti, ma è indubbio che l’attività fisica di Noah, i suoi centimetri e la sua cattiveria agonistica non possono essere facilmente sostituiti. La domanda che circola ora a Chicago è quanto il pivot francese riuscirà ad adattarsi ai nuovi equilibri interni, un dubbio che ha poche fondamenta, perché Noah ha dimostrato di saper prendere quanto la difesa gli concede, facendosi trovare pronto per chiudere gli scarichi e per salire alla conclusione dopo il rimbalzo offensivo, oltre ad un piazzato orrendo da vedere ma sicuramente più affidabile dell’anno scorso. Con Boozer assente ad inizio stagione Noah è stato chiamato a qualche responsabilità offensiva in più, ma certamente Thibodeau e tutto il suo staff sapranno gestire il rientro di un giocatore che per caratteristiche fisiche e agonistiche potrebbe avere lo stesso effetto che ha Garnett sulla difesa di Boston: renderla da forte a inespugnabile. Tutto questo però, l’ascesa dei Bulls ai vertici della Eastern Conference, la possibilità di presentarsi ai playoffs con il fattore campo a favore, la volontà e la qualità per battagliare con Miami e Boston, non esisterebbero senza Derrick Rose e la sua velocità. Al momento nella discussione per l’assegnazione dell’MVP, il numero 1 di Chicago non esce dai primi tre nomi, ma se mai i Bulls dovessero chiudere la stagione col miglior record ad est, anche gli ultimi dubbi cadrebbero sotto i colpi della freccia di Chicago. The fast don’t lie, parola di Rose.
Stefano Manuto