BOLOGNA – Partita dai due volti alla Futurshow Station. Dopo un primo tempo divertente, all’insegna del bel gioco e degli attacchi, la seconda parte di gara si è rivelata nervosa e tirata come storicamente le partite fra Virtus e Pesaro sono sempre state.
Primo quarto caratterizzato dalle bombe per la Scavolini Spar e dal gioco di squadra per la Canadian Solar. Sono ben 9 gli assists che i bianconeri riescono a smazzare nel primo parziale, con terminale preferito Jared Homan. Il secondo quarto prosegue sulla falsa riga del primo con la Virtus che cerca soluzioni sempre vicino all’area, soprattutto col febbricitante Sanikidze, mentre i marchigiani si affidano molto al tiro da tre, e, numeri alla mano, fanno benissimo, considerando che hanno un incredibile 8/12 dall’ arco.
Terzo parziale più nervoso con Winston che entra in partita per le V nere e Lydeka che sotto i tabelloni mette in crisi i lunghi bolognesi permettendo alla Scavolini Spar di rimanere in partita, nonostante le ben 9 palle perse che hanno scatenato il contropiede virtussino.
Nell’ultimo quarto la Canadian Solar torna subito sul +8, ma un contro parziale biancorosso di 7-0 rimette tutto in discussione.
E’ il pick and roll pesarese che fa danni enormi alla difesa di Lardo: prima concede entrate facili al ferro per un solidissimo Hackett, e poi, su due giochi identici, concede due bombe dall’ angolo per un glaciale Flamini che le imbuca, firmando il sorpasso pesarese. Sul ribaltamento di fronte Koponen sfrutta il vantaggio fisico su Collins e segna in entrata subendo fallo, ma non riesce a convertire il tiro libero, lasciando un solo punto di vantaggio per i suoi. Dalmonte chiama time out, Lardo abbassa il quintetto, adeguandolo a quello biancorosso e fra i vari cambi di marcatura Winston finisce su Collins che, con un movimento Wade, lo fa saltare, e prende il contatto. Su questo tipo di contatto ci sono scuole di pensiero e visioni diversissime, in NBA, ad esempio, è sempre fallo. Per me, riguardandolo, non è fallo, però nel 90% dei casi viene sanzionato. Decisione difficilissima che ha graziato la Virtus, facendo imbufalire, comprensibilmente, tutti i pesaresi presenti a Casalecchio.
Partita godibile ed interessante, con un primo tempo molto più divertente. Nella seconda metà di gara sicuramente le palle perse della Scavolini ne hanno condizionato la partita, come invece l’incapacità di Homan di riaprire il pallone, una volta ricevuto, ha rallentato il gioco virtussino.
PLAY OF THE GAME: senz’ ombra di dubbio l’ ultima azione ha determinato l’ esito finale.
Sala stampa
Dalmonte: Quando un partita finisce così, con l’ ultimo possesso decisivo in casa Virtus, prima di fare una disanima devo fare i complimenti ai miei giocatori. Bisogna poi analizzare bene le cose, e le 13 palle perse in più della Virtus è un punto da cui partire: sulle palle vaganti siamo andati molli.
Se manteniamo questa base e limiamo le imperfezioni abbiamo buoni motivi per andare in palestra, per lavorare e migliorarci ancora.
Da 5 palle perse nel 3° quarto sono venuti 10 punti facili in contropiede, sanguinosi in una partita punto a punto come questa.
La sala stampa non è il posto adatto per parlare di arbitri, anche perché non vorrei sminuire i meriti dei nostri avversari. L’ analisi verrà fatta a mente fredda, nelle sedi opportuni e con uno stato emotivo più sereno.
La finta di tiro non è un fondamentale, non è un gesto tecnico, è una decisione che l’ attaccante prende anche in base alle reazioni del difensore, bisogna poi vedere la dinamica del contatto
Lardo: Con Rivers possiamo giocare di più con gli esterni, facendo muovere più velocemente la palla e trovando buone soluzioni anche più rapidamente, però dobbiamo capire i momenti della partita per fare ciò. Sul +5 palla in mano abbiamo affrettato, sconsideratamente, la scelta di tiro, tirando una bomba fuori dai giochi e subito dopo abbiamo preso un canestro da 3. Dopo la figuraccia in Coppa Italia volevamo riscattarci venendo anche da un periodo di difficoltà fisica e tecnica, durante il quale, però, abbiamo vinto 4 partite su 6 in campionato. Sono doppiamente soddisfatto per la vittoria e per i due punti e perché sono arrivati in un momento per noi difficile. La convivenza fra Winston e Rivers è sicuramente più facile di quella con Kemp, perché K.C. è una guardia fatta e finita con tutte le peculiarità che ha il ruolo, miglior trattamento di palla compreso. Abbiamo cercato, nel nostro attacco sul -1, di sfruttare il vantaggio fisico di Koponen su Collins.
Canadian Solar Virtus Bologna vs Scavolini Spar Pesaro: 71-70
Parziali: (24-21; 17-20; 16-10; 14-19)
Progressione: 24-21; 41-41; 57-51; 71-70
Quintetti iniziali:
Canadian Solar: ( all. Lino Lardo ) Koponen, Rivers, Winston, Amoroso, Homan
Scavolini Spar: ( all. Luca Dalmonte ) Collins, Diaz, Almond, Aleksandrov, Cusin
MVP: la solidità di Hackett, la sua lucidità nel trovare il ventre molle della difesa bolognese, soprattutto nei momenti decisivi, ce lo fanno preferire a tutti gli altri protagonisti della gara.
WVP: non si capisce perché alla Scavolini debba per forza esserci un desaparecido. Se Almond sembra essere tornato fra il mondo dei vivi, così non si può dire di Aleksandrov, uno zombie che vagava per il campo e che ha, inspiegabilmente, giocato ben 7 minuti in più del solito, concretissimo, Simone Flamini.
Andrea Cesari