CUCCIAGO (CO) – La partita è messa subito sul piano dell’ intensità dalle due squadre che partono sviluppando trame di gioco molto veloci anche se imprecise nel momento delle conclusioni.
Lauwers, Thomas e Marques Green firmano il +3 per i biancoverdi nel primo periodo a fronte di una Bennet abbastanza contenuta nel suo avvio, che vede Leunen e Micov risolutori offensivi. Urbutis viene schierato da 5 per ovviare alla imprevista assenza di Ortner, baluardo difensivo ed ossigeno puro nelle rotazioni di coach Trinchieri, assieme alll’intramontabile quanto efficace Denis Marconato. In questo primo periodo si capisce subito che Avellino si spara molte delle cartucce a disposizione nell’ottica dell’intero incontro, visti i problemi fisici degli uomini di coach Vitucci che ne accorciano notevolmente le rotazioni. Forse una maggiore prudenza iniziale avrebbe evitato agli irpini l’apnea penosa dell’ultimo periodo in cui Cantù ha dato spettacolo al cospetto di una N.G.C. Arena incantata dal gioco dei propri beniamini. All’ intervallo lungo si arriva con un eloquente +9 a favore dei padroni di casa che durante il secondo periodo danno un saggio del loro livello di assoluta eccellenza raggiunto in questo momento topico della stagione che , tranne in due occasioni, li ha visti sempre furoreggiare e lottare su ogni palla, sia in Italia che in Europa. Andrea Trinchieri, oltre ad essere un grande comunicatore, è un tecnico capace di leggere la partita in corso ad una velocità esagerata e quasi disumana che gli consente di “fotografare” l’avversario anche dal lato mentale oltre che tecnico, carpendone i suoi punti deboli ed approntandone i rimedi tattici da svilupparsi a rilascio continuato per l’ottenimento dell’obiettivo della vittoria finale. I suoi giocatori sono anche ben allenati ed ottimamente preparati fisicamente, in modo tale da poter rendere applicabili i dettami tattici da egli stesso impartiti.
Nel secondo tempo, tranne una fase del terzo periodo in cui Avellino sfodera gli ultimi bagliori di una reazione emozionale più che tecnica portandosi anche ad un -4 illusorio, si assiste ad un monologo canturino che rasenta la perfezione cestistica, al punto di rendere quasi noiosa la partita ad uno spettatore non competente e non appassionato di basket. Siamo davvero all’accademia quando vediamo le maglie biancocelesti creare le spaziature in cui a turno i propri singoli vengono chiamati alla finalizzazione di uno schema offensivo, sia esso un tiro da 3 oppure una conclusione dal pitturato, senza tener conto della impressionante percentuale di tiri liberi messi a segno. Cantù si autocandida nel ruolo di anti Siena e si capisce anche dai cori dei propri tifosi che intonano sul finire del match in segno di giubilo per una vittoria che non è mai stata in discussione.
Bennet Cantù-Air Avellino: 91-67
Parziali: 18-21; 29-17; 18-16; 26-13
Parziali in progressione: 18-21; 47-38; 65-54; 91-67
Sala stampa
Trinchieri:” Una vittoria importante perchè ci dà il 2-0 su una squadra vicina in classifica. Avevo ed ho molto rispetto dell’Air, che non ha mai mollato finchè ha avuto energie. Il nostro obiettivo era quello di stancarli il più possibile: e confesso ora che il canestro di Marques Green da metà campo alla fine del secondo quarto mi ha fatto venire il brutto pensiero di Varese con la stessa prodezza di Goss, stavolta però è andata meglio. In una partita perfetta devo annotare come eccesso di pignoleria qualche piccola sbavatura da parte dei miei, solo nell’aver cercato insistentemente il tiro da fuori a fronte di un avversario che con soli sette uomini poteva essere attaccato da più vicino alla ricerca dei loro falli che ne avrebbero limitato ulteriormente la difesa. Poi nella fase difensiva bisogna sottolineare, sempre e comunque per un ecceso di zelo, come durante il primo tempo certi nostri giocatori siano stati poco attenti, tra il creativo ed il contemplativo…”.
Vitucci: ” Purtroppo ci aspettavamo una partita del genere. Le precarie condizioni fisiche non ci hanno consentito di reggere il confronto con la Bennet. Si è visto nell’andamento della gara che quando avevamo un poco di freschezza atletica, e mi riferisco al primo ad al terzo quarto, non sfiguravamo, riuscendo a tenere abbastanza bene in difesa. Nel secondo e nell’ultimo quarto invece avevamo le gambe piegate dalla fatica per le rotazioni all’osso. Non ho nulla da rimproverare ai miei, solo qualche a rimbalzo e in qualche uno contro uno. Attualmente non ho in squadra un solo giocatore sano e capite bene che questo rende tutto molto difficile. Nelle nostre intenzioni c’era il controllo del ritmo della partita , ma con il solo Green a disposizione come portatore di palla per l’intera durata del match, il piano è subito naufragato. Tenendo presente che i nostri avversari sono stati bravissimi a punire ogni nostro minimo errore ecco spiegato il pesante divario finale”.
MVP: Leunen: Abituale prestazione a tutto tondo. E’ lui il più lesto a levare Cantù d’impaccio, anche se dietro talvolta non è impeccabile.
WVP: Coach Vitucci, sia pur con le attenuanti del caso, è caduto impudicamente nella trappola tesa dal suo collega avversario, limitando grossolanamente Thomas in difesa a uomo su Mazzarino, mentre erano tante le le varianti offensive dei padroni di casa…
Arbitri
Chiari, Filippini, Ramilli
Note
Spettatori: 3.00o circa ; Incasso: 38.500 euro.
Serafino Pascuzzi