Welcome back – Con coach Peterson e Bagatta impegnati nell’All-Star Game milanese, Sport Italia accoglie tra i suoi commentatori un gradito ritorno, quello di Pozzecco. Come sul campo da basket anche dietro a un microfono Gianmarco offre spunti sempre interessanti, politicamente scorretti e pungenti. La sua non è un’ironia forzata (Bagatta) e almeno i ricordi sono più freschi di quelli anni 80 del pur sempre mitico Dan. Poi come tutti: può piacere o meno, rimane però la speranza che la sua apparizione non sia stata una sporadica sostituzione dei “titolari”.
We miss you Steve – Il canadese è il canadese. Qualsiasi gara che lo vede impegnato sul parquet può accendersi e rimanere in bilico fino all’ultimo, tanta è la capacità della point-guard da Santa Monica di “menare” le danze. A quasi un anno di distanza dalla finale di conference contro i Lakers quel traguardo raggiunto ha ancor più il sapore dell’autentico miracolo. Aaron Brooks a livello di numeri (19+10) non sembrerebbe far pesare l’assenza di Nash, ma in realtà non è così. Cambiano i co-protagonisti e compagni di spogliatoio, non l’insensata capacità di mettergli la palla in mano al momento giusto, nel posto giusto. Torna presto!
Polish man in the middle – Una statistica impressionante ci ha mostrato come Dwight Howard sia il giocatore che subisce più falli a partita, ben 9.7 in questa stagione. I miglioramenti – notevoli – del centro di Orlando dalla lunetta stanno mettendo in dubbio la strategia di mandarlo a tirare 2 liberi invece di lasciarlo schiacciare. Tutto questo non significa però che Howard non abbia bisogno di un back-up all’altezza, quello che sicuramente era Marcin Gortat. L’ex-Magic ora ha minuti e un posto da titolare, ma Orlando che ha dovuto sacrificarlo per riportare il turco a casa pagherà di certo questa partenza. Buonissime mani, fisico che può reggere e difesa discreta, anche sull’ex-compagno di allenamenti. Se ne riparlerà a Maggio, chissà a Giugno. Ok i miglioramenti di un ottimo Brandon Bass, ma quando di fronte i Magic potrebbero trovarsi coppie tipo Duncan/Blair o Gasol/Bynum la mancanza del polacco tornerà a farsi sentire.
Back to the roots – Coach Van Gundy sta provando Arenas anche in posizione di guardia. Visto anche in un quintetto con Nelson e Turkoglu, in assenza di J.J. Redick. Non certo una novità per Gilbert che al college ad Arizona giocava da 2. Qualcuno è ancora preoccupato per la sua testa più che per le sue capacità tecniche, questo spostamento almeno per una parte di gara nello spot di shooting-guard può garantire ai Magic punti immediati e la palla comunque gestita dal turco, il vero “regista” della squadra. Arenas alzandosi dalla panchina può avere un impatto nei playoffs che nessuna guardia di Boston o Miami probabilmente ha, se consideriamo le riserve. Attenzione a dare per finito l’ex-Agent Zero!
Soli calanti – Se la fase che maggiormente caratterizza il tuo gioco, per dirla con terminologia calcistica, è quella offensiva, e segni 13 punti nel terzo, decisivo quarto, c’è qualcosa che non va. L’assenza di Nash come detto spiega molte cose, e giustifica parzialmente un record che dal 2004 ad oggi, in assenza di Steve, recita un eloquente 9-20… Phoenix sta vivendo l’ennesimo momento di transizione, ma verso cosa non è dato sapersi. Così come altre squadre anche i Suns hanno (diamolo per scontato) un piano, ma quale esso sia ancora non si è capito. Intanto agli appassionati si stringe il cuore, pensando al canadese che di questo passo chiuderà la carriera con due titoli da MVP ma senza anelli…
Andrea Pontremoli