CASERTA – Potremmo stare a parlare di un Palamaggiò pieno ma zittito dai 500 calorosi ospiti, di un parziale di 9-0 in avvio stellare che sembrava mettere i bianconeri su una comoda vittoria, delle solite incertezze degli americani della Juve, invece meglio girare pagina e guardare le cose da un’altra prospettiva. Non è Caserta che ha perso il derby e le speranze di playoff (dato l’ennesimo 0-2), è la squadra di Vitucci che ha meritato questa vittoria, merita ogni elogio e che, con una rotazione effettiva di soli 5 giocatori (perchè citare Spinelli, 3′ in campo, e Lauwers, che di minuti ne accumula 12′, sembra riduttivo), ottiene una vittoria che solo un quarto periodo alla garbage time rende meno netta.
E dire che Caserta vede subito il fondo del secchiello con Ere molto caldo nell’avvio, ma prontamente arriva uno 0-13 tutto di voglia e di lotta da parte degli irpini, che trovano parecchie soluzioni a rimbalzo offensivo, prima con Thomas e Cortese (il classe 86′, non di certo un lungo, cattura ben 10 rimbalzi), poi si fa trovare pronto anche Linton Johnson e il sorpasso è cosa fatta. Seppur la Juve non sia già precipitata, eccola ritrovare anche il vantaggio con l’asse Bowers -Di Bella (che arriva già adesso alla sua quota finale di 12 punti), prima però della bomba sulla sirena di Green che vale il vantaggio irpino alla prima sirena.
Con ritmi alti, frenesia e conclusioni affrettate da ambo i lati, è Avellino ad approfittarne, anche perchè non ha nulla da perdere. Buono l’impatto dalla panchina di Lauwers, mentre la Juve annaspa costruendo in 5 minuti solo una lunga serie di isolamenti o di post alti per Garri, che s’intestardisce da tre senza mai segnare. Johnson continua a fare la voce grossa a rimbalzo, volando con qualche pregevole tap-in, Cortese è abile a correre e far partire le transizioni dei verdi, e il distacco aumenta, seppure Vitucci sia costretto a un roster con Thomas da 4 e Johnson da 5 per i tre falli a carico di Sczewczyk. Premesso che qui forse arriva il primo grande errore della Juve, che non va mai sotto dai suoi lunghi per sfruttare le differenze di centimetri e peso, c’è un altro dato da non sottovalutare. Per tutto il terzo quarto, la Juve sparacchia dal campo, ed è salvata dal bonus prematuramente speso da Avellino che concede una valanga di tiri liberi, la maggior parte dei quali va a bersaglio e tiene in gara i padroni di casa. Anzi, con un po’ più di stanchezza nelle gambe, Avellino sembra sul finale di gara perdere le mani dal manubrio, specie quando Jones mette la tripla del -3 (37-40), al 18′. Potrebbe essere nuova linfa vitale per la Juve, ma invece sulla sirena, per la seconda volta consecutiva, arriva la bomba del folletto Green, che regala sei lunghezze di vantaggio agli ospiti.
Non so quante volte ci è toccato scrivere che la Juve non rientra dagli spogliatoi col piglio giusto, e anche stasera ci tocca riproporre la stessa minestrina riscaldata. Dopo due minuti di polveri bagnate da ambo i lati, Avellino finisce di giochicchiare e mette la freccia. Prima la “lacrima” di Green, poi 9 punti consecutivi di Sczewczyk firmano un solco incredibile, con la Pepsi che segna solo 2 punti per il 41-58 al 27′. Addirittura è Phil Martin (chi?), a mettere punti sul tabellone della Juve per fermare l’emorragia, ma non basta. Sacripanti chiama time-out e mette la zona, che fa come al solito i suoi effetti. Colussi si sveglia dal letargo di una partita “egoista” e piazza la tripla e, data la stanchezza di Di Bella non al meglio in settimana, c’è Koszarek in campo a dare una buona spinta, anche se spesso finisce con impaurirsi sotto di fronte ai lunghi irpini. Con il polacco ed Ere, Caserta firma un 9-0 incoraggiante, forse più per la stanchezza di Avellino che per la zona, ma al 30′ è ancora -11.
Il quarto periodo si apre con di nuovo le squadre con le polveri bagnate al tiro, ma poi ci pensa Green a scuotere il suoi con la tripla dal parcheggio. Caserta trova inspiegabilmente solo adesso Eric Williams che fa tanto lavoro in difesa (ah finalmente, ma forse è meglio quando gioca solo in attacco!) ma il suo canestro e fallo (4^ Sczewczyk), con mattone annesso sul libero, vale solo il -9, quando è un’altra tripla di Green, stavolta con tanto di mano in faccia di Koszarek, a chiudere i giochi. Il resto è garbage time, con Johnson formidabile su un gioco da tre punti, preciso in lunetta e che va in doppia cifra agevolmente e intanto la Juve continua a tirare da tre e sbaglia (28%) ancora. Vince Avellino, con il finale di 75-83. Onore agli irpini, Caserta non merita i playoff nè li raggiungerà dato che ha tutti 0-2 nei confronti diretti con le squadre che la precedono, eccetto con Roma (prossima avversaria in trasferta), e Treviso (che seppur con Siena, ha una gara in meno). Perdere al PalaLottomatica direbbe davvero la parola fine al campionato della Juve. E’ necessaria una ristrutturazione?
In questa gara, per dovere di cronaca bisogna dirlo, ci sono stati anche alcuni eventi di colore rimarchevoli: prima di tutto il bello striscione della tifoseria bianconera ad inizio gara, seguito poi dall’accensione di alcuni fumogeni che, non essendo all’aperto hanno creato una nebbia da Pianura Padana. In secondo luogo, bella la cornice di pubblico irpina, che ha riempito fino all’estremo lo spicchio ospite, tifoseria corretta, quella degli Original Fans, che ha a tratti ammutolito il pubblico casertano che, dal proprio canto sul -20 in larga parte già abbandonava le tribune (e tra di essi, ma magari per impegni lavorativi, anche l’ex presidente Caputo, ritornato dopo tanto tempo sul palco presidenziale). Colorito il “consiglio” dell’Inferno Bianconero ai concittadini in vista delle elezioni prossime, con il ricordo del fallimento che uno degli aspiranti a Sindaco fece subire alla città. In ultimo, concludendo, a parte i quasi 5000 spettatori del Palamaggiò, c’erano anche anche due spettatori non paganti: Timothy Bowers e Luca Garri; biglietto ridotto per Jones (non ingannino i suoi numeri) e Williams. Peccato per l’infortunio alla fine della gara peer Fabio Di Bella, già acciaccato alla vigilia, unica anima e cuore di questa squadra.
Sala Stampa
Sacripanti
Partita strana, eravamo partiti bene attaccando bene il ferro, poi siamo calati e… L’abbiamo persa. L’abbiamo persa con 8 punti in più nella valutazione, con un modesto 28% da tre e con ben 8 liberi sbagliati. Abbiamo fatto sempre un palleggio, un tiro di troppo, anzichè un passaggio in più. Volevamo vincerla da soli e troppe volte abbiamo giocato situazioni di 1 vs 5 che ci hanno portati a sbattere contro il muro avellinese. Solo dopo ci siamo ridestati e abbiamo iniziato a ribaltare il lato e mettere tiri importanti, forse troppo tardi. Sentivamo l’importanza di dover vincere a tutti i costi questa partita, invece quando siamo andati sotto ci siamo fatti prendere dall’ansia, lamentandoci tra di noi che le cose non andavano bene. Ho visto tante facce scocciate in spogliatoio, specie all’intervallo. Siamo stati sempre indecisi. Avellino non aveva nulla da perdere e ha giocato una buona partita, vincendo con merito. Ma quello che mi dispiace è la rassegnazione e la mancanza di coesione di questo gruppo, che non è stato unito nel momento decisivo. troppo pochi i 13 punti nel terzo periodo, ripartire dal -20 è difficile, ma non dovevamo disaggregarci così, e di questo aspetto sono io il primo ad avere responsabilità. Mi dispiace poi per il pubblico numeroso, che ci ha sostenuto fino alla fine. Adesso con questa sconfitta, il nostro cammino playoff è seriamente compromesso, adesso ci aspettano 4 partite difficili che possono essere vinte o perse tutte e 4, e potrebbe anche non bastare per entrare nelle 8. La parola d’ordine, adesso, è reazione.
Vitucci
Abbiamo avuto stasera grande intensità e concentrazione. Me l’aspettavo, era una partita speciale, di quelle che si vincono prima sul piano emozionale e poi sul campo. Abbiamo avuto un ottimo primo tempo, e anche se con qualche palla persa di troppo, nella ripresa, abbiamo piazzato il break decisivo. Dovevamo giocare bene collettivamente per poi affidarci alle se e quando ce ne era la necessità. Azzeccata la scelta di Cortese, fatta per avere più profondità dalla panchina, anche perchè ha tirato e si è preso responsabilità. Ottimo anche, se non decisiva la partita di Johnson”.
Pepsi Caserta – AIR Avellino 75-83
Parziali: 23-27; 16-18; 13-18; 23-20
Progressione: 23-27; 39-45; 52-63; 75-83
Tabellini
Mvp: Linton Johnson che ha annullato i lunghi casertani, anche se tutto il quintetto di Avellino oggi ha fatto faville
Wvp: Caserta, senza scuse…
Domenico Landolfo