La seconda semifinale in cartello venerdì 6 maggio vede di fronte Real e Maccabi, due squadre accumunate da grande blasone e distinte dal cammino che le hanno portate fino alle final four di quest’anno.
Gli israeliani sono stati la migliore squadra di regular season, dominando il proprio girone con un record di 9-1 e lanciando un bel segnale a chi pensava che non potesse essere ai livelli di un tempo; hanno stentato invece troppo nel loro facile girone di top 16 (secondo posto, con record di 3-3), per poi tornare a mietere canestri e vittorie nell’ultima serie con il Caja Laboral.
Madrid invece parte malino, faticando un po’ troppo in regular season e chiudendo il girone con il record 6-4; si riscatta invece pienamente nelle top 16, vincendo tutte le partite contro le sue ostiche avversarie (a parte l’ultima, che ha convinto Messina ad andarsene) e ha messo in piedi la serie dei quarti di finale più tirata contro il Valencia di Pesic mai domo.
Fare pronostici in una partita di final four è assolutamente impensabile: nessuna squadra può essere arrivata fino a questo punto per caso e in una partita senza ritorno si sa che può sempre succedere di tutto. Se volete scommettere sulla vincitrice tirate la monetina, parliamo invece delle squadre che si affronteranno.
Il Maccabi è una bella squadra che si merita l’appoggio dei suoi tanti sostenitori ma anche di chi ama guardare basket senza tifare un proprio team: ha ridotto enormemente il proprio budget rispetto ai tempi dello squadrone di Parker e Jasikevicius; difende e corre come una squadra mediocre di seconda divisione milanese, ma lo fa con giocatori tutt’altro che mediocri e tutti vogliosi di lottare per la vittoria e probabilmente anche per prendersi la loro prima ribalta o consacrazione internazionale. Tra tutti spiccano Eliyahu e Big Sofo sotto canestro, Chuck Eidson e l’esplosivo Jeremy Pargo in cabina di regia (o meglio in cabina di guida, visti i ritmi con cui giocano gli israeliani) e David Blu e Guy Pnini a perforare retine dalla lunga distanza. Particolare menzione merita coach David Blatt, allenatore capace di riscuotere successi in ogni squadra che ha allenato e di mettere in campo un gioco tutto grinta e spettacolare. E nonostante stia diventando sempre più un allenatore di punta a livello europeo, non mostra mai la minima presunzione e anzi sembra sempre come se stesse vivendo la sua prima esperienza da capo allenatore. Insomma: una squadra bella da vedere, alla quale non potrai mai tifare contro.
Dall’altra parte anche il Real si merita l’approvazione per aver vinto la propria scommessa: è passato dallo squadrone fatto di grandi nomi affermati (e pure troppi!!) dell’anno scorso a squadra puntellata di tanti giovani talenti affiancati a veterani di sicuro rendimento. Ha un solo giocatore nettamente sopra i 30 anni (il saggio Prigioni) e per il resto una serie di giocatori dall’età che diminuisce via via che cresce il potenziale. Il roster è lungo e completo, ma anziché essere formato da atleti esperti, al culmine della propria carriera e pertanto anche pretendenti a tutti i minuti in campo è composto da giovani talentuosi e capaci davvero di saper giocare: da antologia i movimenti in mezzo all’area di Ante Tomic, pericolosissimi da 3 Carlos Suarez e Nikola Mirotic (premiato Rising Star 2011), sempre pericoloso il torello Sergio Llull (non certo, causa infortunio, di poter giocare le final four), imprevedibile l’estro del play ex NBA Sergio Rodriguez. Se in più ci aggiungete gente del peso di D’Or Fischer in mezzo all’area e della classe di Clay Tucker (abbacinante anche qualche anno fa in quel di Teramo) tra gli esterni, capirete che il team è di ottimo valore. Anche qua una nota per il coach è necessaria: dopo la disfatta interna contro Siena (senza alcun valore per il superamento della top 16) Ettore Messina decide a sorpresa di lasciare la squadra e di dare una scossa all’ambiente. Per la prima volta al suo posto siede Lele Molin, suo fidato vice di lunga data, che dimostra di aver imparato quel tanto che basta dal maestro per raggiungere l’ambitissimo obiettivo della final four.
La partita quindi si appresta ad essere molto godibile, di sicura intensità da entrambe le parti vista la filosofia di gioco e l’età delle due squadre e come ogni partita di eurolega da gustarsi fino all’ultimo secondo, ancora di più visto che siamo arrivati all’ultima fase della competizione.
Complimenti a entrambe le squadre per essere arrivate sin qua e per aver dimostrato che i soldi non fanno automaticamente risultato, ma fanno solo imbestialire i proprietari che ne buttano via troppi inutilmente e che si ritroveranno a vedere tanti giovani talenti valorosi sull’ultimo palcoscenico stagionale.
Maurizio Musolino