CASERTA – L’appeal di Caserta-Milano è sempre forte, una buona cornice di pubblico fa da teatro a una partita molto bella dal punto di vista agonistico, che vede l’AJ alla fine vincere con merito contro una Juve alla terza sconfitta consecutiva, che a fine serata può guardare il bicchiere mezzo pieno e ritenersi matematicamente salva.
Il problema di Caserta è la poca coesione dei suoi americani, quella di un gioco oramai basato su un pick and roll alto, assai letto dalla difesa, con palla che va da Williams per una sua “preghiera”. Bowers è la fotografia della Juve. Quasi 25 minuti in campo, solo 1 tiro tentato (e sbagliato), qualche palla persa. Ignavi, li avrebbe definiti il sommo poeta, ma forse una così nobile definizione non attiene ai giocatori della Pepsi. Va subito sotto 2-10, nella serata in cui a Milano riesce un corri e tira di D’antoniana memoria. Hawkins svetta sul Palamaggiò e fa piovere triple a gragnuola, Maciulis, attentissimo in difesa, si prende i suoi tiri e li manda a bersaglio, Greer entra al posto di uno spento Jaaber e guida i suoi con grande leadership. Caserta si limita a contenere solo il post up dei lunghi, che diviene inefficace, ma in attacco raccoglie solo palle perse, tiri deviati, e conclusioni estemporanee. Con l’ingresso sul campo di Colussi, cambia qualcosa, col ragazzo isontino che in difesa fa mille sacrifici per contenere fisicamente Hawkins, ma in attacco senza paura si butta dentro e colpisce, o si inventa delle triple circensi che portano di nuovo Caserta in partita. La condizione, però, di capitan Di Bella, non è delle migliori, lo si vede da un poca reattività nei momenti chiave, dai tiri sbagliati ed affrettati, ma il suo sostituto Koszarek non fa meglio e dopo 10″ dal suo ingresso in campo se ne torna a sedere con due falli a carico. Il secondo quarto è l’apoteosi del gioco della Juve, con Williams ben servito sotto e non contenuto da Eze e compagni. Si alternano parziali da un lato e dall’altro, si gioca a sprazzi e le squadre si cedono vicendevolmente l’inerzia dell’incontro; la parità del 20′ è l’utopica illusione di una gara equilibrata. Ovvio che il terzo periodo cominci con un parziale a favore degli ospiti, nel deserto casertano. Peterson ruota i suoi a dovere e trova nuovi protagonisti in Mancinelli e Jaaber che fino a quel momento erano stati silenti dal campo. Il gap si allunga e la Pepsi davvero non ha idee in attacco, se non sparare triple in transizione con poco senso. Il quarto periodo si apre ancora e Milano colpisce da tre, con Mancinelli e Hawkins, per il resto è solo garbage time. In molti tra gli addetti ai lavori rimangono scontenti della direzione arbitrale, ma se anche qualche imperfezione (da ambo i lati comunque) c’è stata, non ha deciso di certo la gara, dove la forza fisica milanese ha dominato la gara. Brutte le scene di un 4^ periodo con un palazzetto dimezzato nelle presenza, dato che magari il posticipo calcistico ha più interesse del sostenere una squadra. La curva Ibn rimane lì, dopo che però, per protesta contro le diffide (ma se ci sono e il Casms vieta le trasferte, secondo me i motivi ci sono tutti), ha scioperato nel primo quarto, lasciando vuota la fetta di curva. A fine gara il coro è “fuori gli attributi”, difficile dire cosa serva alla Juve, che a fine serata, con commento unanime di tutti i suoi giornalisti, vede il bicchiere mezzo pieno nella salvezza. Milano davvero può battere Siena, Caserta non è ancora condannata dalla matematica, ma è da un pezzo fuori dai playoff e a ben vedere, speriamo solo di non essere i giustizieri di Teramo…
Sala Stampa:
SACRIPANTI: “Milano ha vinto in maniera meritata, non abbiamo giocato bene nei quarti dispari, al contrario di quanto successo a Roma. Nonostante tutto, abbiamo avuto buona intensità, e sono contento dell’aver limitato difensivamente il loro post-up. Il problema è stata la transizione difensiva, totalmente assente. In attacco poi, palla sempre troppo ferma e poca costruzione, con tanti, troppi alti e bassi da ognuno dei giocatori. Dovevamo avere un po’ da tutti e in maniera costante, e questa mancanza si è rivelata decisiva. C’è grande amarezza, perchè a parte Di Bella, la squadra era al top in condizione fisica. Ci è mancata continuità in difesa e in attacco, con ogni soluzione provata. Dovevamo essere più leggeri e dinamici nell’uso del pick and roll, e il dato che più mi preoccupa sono quelle 25 palle perse e quelle poche letture sui tagli sia dei nostri costruttori di gioco, sia da parte dei taglianti. La matematica non ci condanna ancora, io credo che si possano raggiungere i playoff, anche se ora non dipenderà solo da noi ma anche da altri risultati. Intanto cerchiamo di prepararci al meglio per la sfida di Teramo, dove dovremo farci trovare mentalmente pronti e lucidi e cercare di fare una buona gara contro una squadra che lotterà fino alla fine per salvarsi.
PETERSON: “Sono molto contento per questa vittoria, arrivata contro una buona squadra, una delle poche che ha battuto Siena, che ha un ottimo allenatore in Sacripanti e ottime individualità come Jumaine Jones. Il fatto che sia stata una partita difficile lo dimostra che abbiamo perso a rimbalzo e che in certi tratti siamo stati incapaci di reagire ai loro parziali. La chiave per vincerla è stata la nostra difesa con 26 palle recuperate, che è la base per poi poter costruire un buon attacco. Oggi devo dire la verità, ognuno dei miei ha portato un mattone per la causa, su tutti, anche se non voglio fare nomi, cito Hawkins e Mancinelli, sempre presenti e determinanti. Non c’è ancora la perfezione, ma dobbiamo migliorare, perchè 16 palle perse sono troppe per noi”.
PEPSI CASERTA – ARMANI JEANS MILANO 74-85
Parziali: 15-24; 26-17; 13-20; 20-24
Progressione: 15-24; 41-41; 54-61; 74-85
Tabellino:
MVP: Hawkins, devastante in attacco, superbo in difesa. Anche Mancinelli ha fatto tanto lavoro e messo canestri importanti nella ripresa specie dai 6,75. Per Caserta unici a salvarsi Colussi e Williams
WVP: Bowers, Ere, Jones, Di Bella, Koszarek, scegliete voi tra gli ignavi della Juve.
Domenico Landolfo