Sì è vero: sono un estimatore dell’ultima ora, di quelli che saltano sul carro del vincitore, penserete voi, e forse avete ragione. Sta di fatto che a me questo tedesco – fortissimo per carità – non è mai piaciuto fino in fondo. Non ci capirò molto io, chiaro… però per entrare nel Valhalla dei migliori di sempre, a mio avviso, mancava ancora qualcosa. E in realtà continua a mancare. Non è certo un peccato essere uno dei migliori tiratori di sempre, forse IL migliore da quando Larry Bird e la sua schiena malandata hanno lasciato il parquet. E il resto? Il basket a mio avviso rimane uno degli sport più completi, dove non stai 90 minuti fermo al limite dell’area e poi devi essere bravo a buttare dentro l’unico pallone che ti arriva (e bisogna esserne capaci eh?). Al gioco di Nowitzki è sempre mancata la componente “coinvolgimento” del resto della squadra. Il passaggio non è tra le suoi doti migliori, così come difesa e rimbalzo, se consideriamo che un giocatore di quell’altezza potrebbe e dovrebbe fare di più nel fondamentale. Quindi: eccezionale attaccante, tiratore devastante…questo è fuori dubbio! Per il resto, compresa la conquista che ancora manca dell’agoniato anello, ci stiamo lavorando.
Partners in crime – Durant ne mette 40, e la sua squadra perde. L’equazione non vale questa volta. Quanto spesso si è parlato in questi termini riferendosi ai grandi cannonieri della Lega? Numeri da all-star (MVP in questo caso) ma record perdenti. KD da due anni brucia le retìne di tutta America con una continuità sorprendente, e la sua squadra vince. Vuol dire che al di là del n° 35 c’è altro. Ma la consistenza del così detto supporting cast quanto può ritenersi solida arrivati a questo punto della stagione? E in particolare: abbiamo a roster un secondo violino, e poi un terzo, ormai necessari per vincere o comunque rimanere competitivi quando si gioca davvero per traguardi importanti e l’effetto sorpresa è svanito da un po’? Westbrook è di certo l’altra stella dei Thunder. Ma gara 1 ha mostrato tutti i suoi limiti. Quando il tiro non entra (3/15) non bastano le sue penetrazioni fulminee che gli garantiscono comunque 18 tiri liberi (14 dei quali a segno) per un totale di 20 punti, tra i meno determinanti di sempre. La point-guard di OKC deve salire di livello, e sono sicuro che lo farà a partire da gara 2. Harden & C. porteranno il solito contributo e Perkins invece di collezionare falli tecnici tra i più stupidi della propria carriera farà quello per cui è stato preso: intimidazione a centro area, rimbalzi e una prontezza sugli scarichi che fino a qui è solo apparsa per poi svanire in un amen.
Fly Jet fly – La panchina di Dallas ha surclassato quella avversaria, sbilanciando così a favore degli uomini di coach Carlisle l’inerzia dell’incontro. Barea ne ha messi 21, da solo o in coppia con Jason Kidd (3 soli punti ma 11 assist per la point-guard da California) e il solito Jason Terry ha contribuito alla causa con 24 punti. Il Jet da sesto uomo è davvero l’arma in più dei Mavs, probabilmente il più efficace ad entrare dalla panchina e cambiare con la sola presenza in campo le sorti dell’incontro, a favore dei suoi ovviamente, dai tempi di Vinnie “Microwave” Johnson e dei Bad Boys di Detroit. Gioca più del doppio dei minuti del titolare Stevenson tirando col 50% sia da 2 che da 3. Ha imparato a spaziarsi nel miglior modo possibile e a punire in modo letale gli aiuti su Nowitzki e le chiusure della difesa sulle penetrazioni di Barea. Se la sfida tra le due punte di diamante – Nowitzki e Durant – continuerà a viaggiare in sostanziale parità, Terry resterà l’ago della bilancia di questa serie. E se il buon giorno si vede da gara 1…
Andrea Pontremoli