Quando sei ad un passo dall’essere fisicamente alle finals NBA, salvo poi vedere sfumare tutto in un brevissimo quanto lacerante momento, ti accontenti, per il tredicesimo anno di fila, di puntare la tua piccola sveglia alle ore 3.00 nella notte italiana per assaporare un evento che mai nessuna partita/serie potrà eguagliare per emozioni, adrenalina, competizione e ferocia.
E’ innegabile che vedere dal divano l’American Airlines Arena di Miami gremita in ogni ordine di posto con in campo i big three contro Dirk faccia ancora male, ma la passione ogni tanto è anche sofferenza e chiunque abbia vinto un titolo NBA può dirvi che prima di arrivare sul tetto del mondo, bisogna vivere la sofferenza delle sconfitte. Arriverà anche il mio titolo NBA un giorno o l’altro.
La partita si apre secondo i canoni dell’equilibrio che sono consoni ad un inizio di serie che definire di studio è riduttivo. Le mani sono piuttosto fredde per tutti, Dallas tira 2-11 nei primi 8 minuti di partita e, per questo, Miami compie delle scelte ben precise: dal perimetro si concede il tiro aperto solo a Jason Kidd. Se “il mangusta” non converte è un saldo, ma il suo 2-3 iniziale sconsiglia a Spoelstra scelte troppo sfacciate.
James parte con grande convinzione e sobrietà andando a siglare l’ and one del +6. Bosh fornisce un grande contributo nell’ in-between game, ma chi manca all’appello nel primo tempo è Dwyane Wade che pare silenziosamente sofferente. Il primo quarto si chiude con un sintomatico 29% per entrambe le squadre dal campo, ma la musica cambia ben presto quando Carlisle gioca la carta del quintetto offensivo. Barea, Terry, Stojakovic, Nowitzki e Chandler sono davvero troppo anche per una difesa che copre spazi inimmaginabili come quella degli Heat. Il portoricano in cabina di regia vola subito al ferro grazie ad un pick and roll con Nowitzki (sarà il suo unico canestro dal campo), mentre sul perimetro fioccano tiri puliti per tutti gli esterni, grazie ad una circolazione ed un’occupazione degli spazi da showtime. In difesa la truppa di Carlisle si arrangia egregiamente con una zona che manda fuori ritmo gli avversari, salvo poi incocciare nel breakeven point delle due triple consecutive di Chalmers, dimostratosi molto più funzionale del disastroso Bibby. Terry arriva a quota 12 prima della pausa, ma gli Heat non hanno intenzione di far scappare gli avversari e, con un sontuoso Bosh (13+7 nel solo primo tempo), vanno al riposo sul -1.
L’uscita dallo spogliatoio è tramortente per gli Heat che subiscono un 7-0 di parziale culminato con la tripla di Stevenson e il timeout di un preoccupato Spoelstra. Nel momento di massimo bisogno esce l’indole del campione di Wade che confeziona un 5-0 istantaneo che reindirizza la partita subito dalla parte dei padroni di casa. Bosh lucra un preziosissimo terzo fallo di Chandler che deve sedersi in panchina lasciando un discreto vuoto nel pitturato. Nel frattempo Lebron mette le mani in modo molto tranquillo sul match con almeno tre passaggi illuminanti per i taglianti, prima di mettersi in proprio per la tripla del sorpasso sul 60-59. Shawn Marion prova a rispondere al dominio di James con un paio di soluzioni d’intensità, prima che il Prescelto non infili la bomba a fil di sirena che fa esplodere il palazzetto e anche qualche casa italiana.
Miami in apertura di quarto periodo prova a fuggire sfruttando un attacco molto intelligente contro la zona e mostrando un adattamento chiaramente venuto da Spoelstra. Contro la prima linea della zona Bosh viene messo al gomito in chiaro mismatch contro l’esterno davanti e infatti trova Haslem per il 2+1 che vale il +6.
Il finale di partita è tutto di D-Wade che, con una stoppata su Marion e una tripla dal palleggio, inchioda Dallas al -9 con poco più di tre minuti da giocare. Poco dopo griffa il tutto anche James con una penetrazione e schiacciata, con annesso and-one di assoluta immarcabilità. L’emblema del finale di gara 1 è il rimbalzo difensivo di Wade che parte in coast to coast, salvo poi controllare misteriosamente il corpo, facendo andar via un endecasillabo per Bosh solo sotto canestro. E’ l’azione del game, set and match per gli Heat che dominano il finale di partita e cavalcano, neanche a dirlo, la coppia James – Wade.
Simone Mazzola