La partenza dei Mavs è lanciata, come era più che lecito aspettarsi, perchè le parole di Carlisle erano state incisive tra gara 3 e 4: “non possiamo giocare sempre di rincorsa e rimontare 10-12 punti.” La novità del match è la presenza in quintetto di Barea in luogo di Stevenson per dare brio da subito alla manovra. Nowitzki assorbe e mette in pratica le parole del suo coach con i primi sei punti dei suoi che sembrano poter prendere un discreto vantaggio in avvio, ma un ottimo Chris Bosh (6 punti in apertura anche per lui), rintuzza il primo tentativo di fuga texano riportando gli Heat in parità. Gli ospiti tirano con il 27% dal campo nel primo quarto, ma rimangono in partita grazie agli 8 rimbalzi d’attacco portati giù nei primi nove minuti. Lebron gioca un primo quarto difensivo enciclopedico, ruotando perfettamente su tutto quello che si muove a centro area, ma si incaponisce con un paio di isolamenti sul lato che non giovano nè lui, nè la manovra dei suoi.
Come nei primi episodi della serie, è Miami ad uscire bene dalle pause, infatti la bomba di Miller in transizione propizia un 7-0 di parziale che, sul 28-21, costringe Carlisle al timeout. Barea cambia sì il ritmo e la pericolosità della manovra Mavs, ma il Boriqua è stranamente falloso nelle conclusioni, anche quelle apparentemente uncontested nel pitturato. Nowitzki richiede un paio di fischi su contatti vicino a canestro che non arrivano, ma la variabile positiva per Carlisle è la risposta di Stevenson al ruolo in uscita dalla panchina. In una serie di azioni da Mavs con grande circolazione e chirurgica ricerca dei tiratori piazzati, DeShawn mette assieme un importantissimo 3-3 da lontano che permette ai padroni di casa di rimettere la testa avanti. Per Miami difficoltà, vuol dire intervento di Wade, che propizia un 5-0 che ricuce immediatamente lo strappo propiziando un finale di tempo ancora all’insegna dell’equilibrio. A lasciare basiti è il primo tempo di Anthony che difende in maniera stupenda su Nowitzki, segna due canestri dal campo (evento più unico che raro), e cattura 8 rimbalzi.
Lebron inizia il secondo tempo cercando i compagni e facendosi notare per dei passaggi incredibili. Il maggior beneficiato è Bosh che viene molto cavalcato, ma non ha la stessa cura balistica del primo tempo, infatti apre con 1-5 dal campo. La mossa di avere Barea contro Bibby sortisce grandi effetti per l’attacco Mavs, visto che l’ex Kings non ha alcun modo di contenere le penetrazioni di JJ che porta scompiglio nel pitturato in maglia rossa. Le sue scorribande spesso fruttano un buon tiro sul perimetro, oppure un rimbalzo d’attacco dopo che la difesa è stata mossa e i maggiori beneficiari di questa cura sono Chandler e Marion.
James fatica a trovare ritmo offensivo e si sblocca solo nel finale di quarto con un jumper sopra la testa di Terry, ma è sempre sua l’azione della partita con un alley oop dalla punta a difesa schierata per il Boeing Wade in volo verso il canestro per la correzione. Nowitzki sbaglia la tripla dall’angolo per chiudere il quarto e i Mavericks si trovano a dover rimontare 4 lunghezze all’ultima pausa.
Per l’ennesima volta dai blocchi di partenza del quarto periodo gli Heat scavano il solco con un importantissimo 5-0 di parziale firmato Miller e Haslem. Gli ospiti volano sul +9 e Carlisle è costretto a chiamare timeout, ma gli occhi (e la lingua) di Terry sono in movimento, così come le mani che propiziano 4 punti filati e il contro-timeout di Spoelstra in pieno stile Gara 2. Con Dallas tornata al -3 c’è un’irreale sequenza di azioni di Wade che prima stoppa una schiacciata fatta di Chandler e poi chiude la mezza transizione con un canestro in controtempo: differenza tra +1 e +5 in dieci secondi. “Never died” è lo slogan dei Mavs, infatti arriva il sorpasso con Terry in contropiede sul 79-78, ma poi per due minuti non segna letteralmente nessuno.Terry sbaglia qualche tiro aperto, Nowitzki ne spreca un altro, mentre gli Heat attaccano male trovando brutti tiri, mai convertiti. Dallas potrebbe chiudere con due triple con metri di spazio per Terry e Stevenson che finiscono corte e l’insolito 1-2 di Wade dalla lunetta spariglia sull’81-80 a 29.3″ dal termine. Nowitzki ruba il tempo a tutti facendo partire il suo isolamento con 14 secondi e andando a bersaglio. Wade opta per i due rapidi in schiacciata, ma dall’altra parte va in lunetta di Tery per il 2-2 dell’ 86-83. Wade ha una presa difettosa sulla rimessa e deve recuperare sparando in mano a Miller che deve prendere un tiro da 8 metri in fade away che va corto. E’ 2-2 nella serie e un Lebron James molto corrucciato esce dal campo con un pesante 3-11, ma soprattutto un’inopinata assenza nel quarto periodo dove solo Wade si è immolato per la causa. Dall’altra parte è fisiologico che, nonostante un Nowitzki a malapena in grado di giocare per una forma influenzale, se Terry è questo per i Mavs ci sono possibilità.
Gara 5 sarà ancora più pivotal nella notte tra giovedì e venerdì, con Stern che esce dal palazzetto fregandosi avidamente le mani.