VENEZIA – “Che spavento!” Lo avevamo pensato un pò tutti. Prima l’introduzione della wild card, con la prospettiva di poter avere in finale una squadra più interessata ai soldi che alla promozione; poi gara1, con Casale Monferrato a cannibalizzare Venezia in appena 23 minuti di gioco. “Arrivederci e grazie” sembravano dire i volti dei giocatori piemontesi al termine di gara1, con buona pace di chi si attendeva un minimo di spettacolo e di equilibrio, in una serie che vede di fronte le due migliori quadre del campionato, entrambe tranquillamente meritevoli della Serie A. Ma il diavolo, si sa, fa le pentole senza i coperchi, ed è così che in finale approdano due squadre che vogliono solo la promozione e che arrivano al Taliercio in perfetta parità. Merito, non ce ne vogliano i tifosi monferrini, di una Reyer dai due volti: rinunciataria e svuotata mentalmente la prima, frizzante e battagliera la seconda. Gli 8 punti segnati in meno da Hickman in gara2, ma soprattutto i 19 in più segnati da Clark, la dicono lunga sull’efficacia degli accorgimenti adottati da coach Mazzon nel secondo match. La difesa, straordinaria per incisività, di Meini su Hickman e la pressione a tutto campo sulla Fastweb, nei momenti decisivi di gara2, hanno portato la Reyer a sovvertire il fattore campo e a prolungare la serie quantomeno a gara4. Non che Mazzon abbia scoperto chissà quale particolare
alchimia tattica. Zone-press e marcatura asfissiante sul play/guardia n°7 piemontese sono le armi che, per esempio, hanno portato Forlì a battere la Fastweb, in campionato, e coach Pancotto a sfiorare la vittoria in gara 3 di semifinale a Barcellona.
A Crespi è mancato anche l’apporto dalla panchina. Rispetto a gara1 infatti, dove 24 punti erano griffati dalle “riserve”, nell’ultimo incontro la panchina piemontese ha realizzato la miseria di 15 punti a fronte, va detto, di un minutaggio leggermente inferiore. La Junior ha registrato un calo anche, e soprattutto, nei rimbalzi difensivi, passando da 36 a 21, con la Reyer che ha decisamente alzato la propria percentuale al tiro da 2, salendo dall’imbarazzante 47,8% fino al 76,3%. Nella Fastweb sono cresciuti Malaventura, autore di un rotondo 3/3 dall’arco, per complessivi 18 punti, e Fantoni, che di punti, in gara2, ne ha segnati 15 contro gli appena 3 dell’esordio. Anche Nnamaka è foriero di buone notizie per coach Crespi, che ha scoperto
di avere un tiratore in più. Il problema in gara3 caso mai, sarà come riuscire a fare costrutire il gioco ai suoi ragazzi, se Mazzon
riproporrà la gabbia anti-Hickman, col giovane Gentile ad ergersi a salvatore della patria.
Dall’ altra parte Venezia ha dimostrato di poter essere padrona del pitturato e, si badi bene, è proprio quì che si vincono i playoff. L’impennata nella percentuale da 2 è proprio dovuta alla maggior frequenza con cui in gara2 i veneti hanno
aggredito il canestro, ricorrendo al flash-pivot. Buone entrambe le gare dell’insurance guy Lance Harris che, dopo avere tentato invano di caricarsi la squadra sulle spalle, in gara2 è ulteriormente cresciuto balzando dal 66,7% al 72,7% da 2, firmando 23 punti. Non un gran difensore però, il ragazzo di Columbia, sul quale Crespi starà già preparando qualche trappola tattica. Clark è il reyerino che più è cresiuto fino a questo punto della serie, col 90% da 2 che la dice lunga in merito. Bene anche Lechtaler, contagiato dalla creiscita lagunare, mentre qualcosina in più ci si aspetta da Slay, ancora intermittente, e da un evanescente Sylvere Bryan.
Insomma, tanti piccoli particolari da aggiustare per entrambe le formazioni. Del resto questo è il bello dei playoff, dove nulla è scontato e tutto è da costruire, minuto dopo minuto, partita dopo partita, all’insegna dello spettacolo e dell’imprevedibilità, in barba a qualche ben pensante, che cerca di rovinare questo splendido sport con regolamenti assurdi, che con lo sport non hanno nulla a che vedere. Ogni riferimento alla wild card non è puramente casuale.
Massimo Framboas