Siena, 20 giugno 2011 – Ci sembra doveroso iniziare questo commento partendo dagli sconfitti, e non lo facciamo per sciocca ruffianeria dopo aver conseguito l’agognato traguardo, lo facciamo bensì perchè Cantù merita tutto intero l’onore delle armi.
La Bennet Cantù ha disputato una serie di finale fantastica, lottando contro una squadra oggettivamente più forte gettando in campo tutta la classe, la determinazione, l’orgoglio dei propri campioni.
Sono state 5 battaglie, e non traggano in inganno gli scarti delle prime due partite, sono state 5 gare tiratissime culminate nella sfida da infarto di ieri sera.
Nessuno, crediamo neppure il più acceso tifoso canturino, avrebbe potuto chiedere a questa squadra di venire a Siena credendoci ancora dopo la sconfitta interna in gara 4, invece gli uomini in canotta biancoblu sono scesi in campo determinatissimi e decisi a vendere molto cara la pelle, se qualcuno a Siena si illudeva di trovare una Bennet appagata per una stagione francamente inaspettata è rimasto molto ma molto deluso.
Gli uomini di Trinchieri hanno lottato fino all’ultimo possesso avendo in mano a 3 secondi dalla fine la palla del pareggio o, addirittura, del sorpasso.
Non si possono che fare dei complimenti vivissimi a tutto lo staff brianzolo per un’annata eccezionale e per una serie finale come non se ne vedevano ormai da anni, e cioè da quando la Montepaschi ha cannibalizzato tutti i trofei italiani.
È doveroso fare proprie le parole dello striscione dei tifosi della curva che, prima di allontanarsi dal Palaestra, hanno voluto dire a tutti i giocatori canturini: “orgogliosi di voi”, se lo meritano davvero. Ma se Cantù è stata eccezionale, e lo è stata, se è stata un competitor credibile e durissimo, e lo è stata, crediamo di dover davvero tessere le lodi della squadra che ha comunque battuto cotanto avversario: la Montepaschi Siena.
Ha vinto la compagine più forte, più esperta, più coesa, una squadra capace di espugnare Cantù e di vincere, ieri sera, una partita complicatissima.
La maggiore profondità della panchina senese ha fatto ancora una volta la differenza, le sterminate rotazioni di Pianigiani hanno avuto la meglio sugli avversari che hanno fatto della compattezza di squadra la loro forza. Siena, non dimentichiamo che si parla della terza forza europea, ha imposto la legge del più forte e la legge del fattore-campo, un fattore che a Siena ha un peso specifico notevole se pensiamo che sul parquet dei campioni d’Italia hanno vinto soltanto il Real Madrid ed Avellino.
La Mens Sana Siena ha strameritato questo scudetto e la forza di Cantù non fa altro che dare maggiore lustro ad un traguardo che a settembre non era così scontato.
Oggi è facile dire che “ha vinto la solita Siena”, ma all’indomani di una vera e propria rivoluzione con partenze eccellenti e con alcune avversarie che si erano credibilmente rinforzate, Milano su tutte, nessuno avrebbe pensato ad una stagione così trionfale per i biancoverdi conclusa con l’en-plein in Italia e con il terzo posto alle final four di Barcellona.
Venendo alla gara di ieri sera: Pianigiani esclude Rakovic oltre ad uno Jaric ampiamente preventivato in borghese, mentre Trinchieri mischia un po’ le sue carte lasciando fuori dalle rotazioni Tabu e presentandosi in pratica con un solo playmaker di ruolo e cioè quel Mike Green che ha giocato 5 partite di altissimo livello. Il nervosismo è palpabile da ambo le parti, ma l’emozione raffredda soprattutto le mani dei senesi che segnano il primo canestro dopo quasi 6 minuti di gioco. Il 12-8 della prima sirena e il 24-24 dell’intervallo la dicono molto lunga sul livello tecnico di una partita davvero brutta, giocata tutta sui nervi.
La Mens Sana Siena, all’intervallo, ha tirato 9/26 dal campo, Cantù quasi specularmente 8/24. La lotta sotto i tabelloni è impari, e lo sarà fino alla fine, con Cantù che ha catturato in metà gara più rimbalzi di quanti Siena ne prenderà in tutta la partita (24-23), con i giocatori di casa che nel secondo quarto vincono solo 4 contese sotto le plance senza riuscire mai a cogliere un rimbalzo nel pitturato avversario.
Il terzo quarto è quello del sorpasso, fino ad allora Cantù ha condotto nel punteggio o al massimo la partita è stata in parità.Siena riesce invece, dal ventesimo al trentesimo minuto, a prendere un minimo di inerzia grazie finalmente ad una media al tiro accettabile (8/15), in questo periodo entra ai senesi anche la prima tripla della partita ad opera di McCalebb. Le due squadre non si schiodano comunque da un sostanziale equilibrio e l’ultimo intervallo vede i padroni di casa in vantaggio di 4 punti. Al 35^ sembra che la Mens Sana possa scappare quando va sul 55-48 ma il finale da infarto è dietro l’angolo: uno 0/2 dalla lunetta di Hairston mette le due squadre nella condizione di essere ad un solo possesso di distacco, Green sbaglia un tiro libero ma sarà poi preciso al 100% nel finale contrassegnato dal fallo sistematico. Cantù ha 3 punti di distacco che restano tali dato che Zisis, Kaukenas e Green sono infallibili dalla lunetta. A 5 secondi dalla fine, con la Montepaschi sul 63-60, è Markoishvili a doversi assumere la responsabilità di tirare i tiri liberi decisivi, il primo va dentro ma il secondo viene sbagliato, riteniamo intenzionalmente, dal georgiano, la palla schizza in angolo ed è proprio Markoisvhili il più rapido ad impossessarsene. Il suo tiro per la vittoria è corto (e intanto mancano 2 secondi e mezzo), la palla va in mano a Marconato che viene contrastato da Ress, il suo tiro è sbilenco, una decina di mani si protendono per afferrare la sfera arancione e, ad un secondo dalla fine, è Kaukenas che la fa sua e la scaglia verso il soffitto del Palaestra. E’ finita, Siena è campione d’Italia per la sesta volta nella sua storia, per la quinta consecutiva, per il terzo anno di fila conquista Scudetto, Supercoppa e Coppa Italia. La festa si scatena, il parquet viene invaso, la premiazione, con il presidente Renzi, è solo il preludio al corteo che i tifosi insceneranno nelle vie del centro fino in Piazza del Campo. Si festeggia fino a notte fonda quando i giocatori vengono ricevuti in Palazzo Comunale dal neo sindaco Franco Ceccuzzi e dai vertici della banca sponsor. Siena ha vinto di nuovo.
Bo McCalebb è stato premiato come MVP della serie finale, stasera ci è però piaciuto maggiormente un Nikos Zisis che ha retto le redini della squadra nel momento in cui il grandissimo Bo ha rischiato di deragliare per la troppa foga e la poca lucidità.
Il greco è risultato anche glaciale dalla lunetta nel concitato finale e ha messo a segno due triple fondamentali.
Ottima la prova di Hairston, pur se macchiata da quello 0/2 dalla lunetta nel momento cruciale della gara; ottima la prova di un Lavrinovic per il quale le lodi ormai sono perfino superflue.
La solita prova tutta sostanza di capitan Stonerook e della panchina senese, mentre una serata di difficoltà è stata vissuta da Moss e Michelori andati perfino in valutazione negativa. In casa canturina partita monumentale di un Micov da 17 punti con l’86% dal campo e il 75% dalla lunetta, molto bravo anche Scekic mentre si sono accesi solo ad intermittenza Markoishvili e Leunen.
Pochi minuti in campo per Marconato, molti minuti per Mazzarino che però chiude un’annata straordinaria con una prova scialba che lo vede andare a referto con soli 5 punti e il 25% al tiro, comparsata per Michele Mian.
Sala stampa
Trinchieri
“Complimenti alla Montepaschi, ha vinto la squadra più forte, ma non posso che essere orgoglioso e felice di aver allenato questa squadra e questi straordinari giocatori che hanno fatto un’annata eccezionale. Stasera forse nessuno avrebbe pensato che saremmo venuti qui a giocarcela con questa determinazione e invece siamo riusciti a stare in partita fino all’ultimo possesso, credo che ci saremmo maritati la gara 6 a Cantù. Ho avuto uno staff straordinario che ha lavorato in maniera impressionante per ottenere un risultato del genere e non posso che ringraziare tutti per questo. Per vincere queste partite prima bisogna fare esperienza ed imparare a perderle, noi abbiamo perso in coppa Italia, abbiamo perso lo scudetto ma ci siamo avvicinati, ancora non basta perchè Siena è più forte, oltre che più lunga e talentuosa, vedremo di avvicinarci ulteriormente. Non so dire in questo momento cosa ci manca per essere come loro, sicuramente l’esperienza di lottare per certi traguardi.”
Per le voci dei campioni rimando a più tardi con pezzo apposito.
Montepaschi Mens Sana Siena – Bennet Cantù 63-61
Parziali: 8-12, 16-12, 19-15, 20-22
Progressione: 8-12, 24-24, 43-39, 63-61
MVP: Zisis e Micov sono stati i trascinatori delle due squadre. Zisis ha preso in mano la squadra quando l’intraprendenza e la foga di McCalebb, che sono la sua forza, sono debordate in due palle perse nel giro di 30 secondi, c’era bisogno di ragionare e nessuno meglio di Zisis sa farlo. Micov, invece, oltre a cifre di tutto rispetto, non ha fatto rimpiangere Green nei minuti in cui lo statunitense è andato in panchina a riprendere fiato.
WVP: Nei primi 20 minuti chiunque abbia calcato il parquet ha pagato dazio all’emozione e al nervosismo di una gara senza appello, in assoluto crediamo che Moss e Michelori abbiano sbagliato quasi totalmente la partita, capita.
Alessandro Lami