Dopo il diniego di Kobe Bryant, arriva anche quello di Manu Ginobili. E’ di oggi infatti la notizia che l’asso italo-argentino, sempiterna colonna dei San Antonio Spurs, rimarrà negli Stati Uniti ad allenarsi da solo, sperando che s’interrompa il tanto odiato e vituperato lockout .
La delusione c’è in casa felsinea, inutile negarlo, anche perchè le ultime sconfitte delle V Nere pesano molto nell’equilibrio dell’ambiente che non ha gradito il modo con cui i propri beniamini si sono fatti asfaltare dalla EA7 Milano nella sfida del Forum di Assago di domenica scorsa.
L’arrivo perciò di un vincente, e che vincente, di colui al quale collegare le storiche vittorie in Eurolega in un momento così delicato della stagione anche se appena iniziata, avrebbe avuto un significato speciale e fungere soprattutto da carburante a 100 ottani per una macchina bianconera apparsa abulica, asfittica e priva di grandi idee.
TMac fatica ad ingranare (le primavere si fan sentire pure per lui), Koponen quest’anno non riesce ancora a caricarsi completamente la squadra sulle spalle mentre sia Poeta che Gigli (addirittura zero punti per il romano domenica dal campo), sembrano ancora alla ricerca di se stessi anche se il play di Battiglia, produce punti almeno nel lato offensivo. Finelli insomma vede solo Sanikidze costante e presente, anche Homan soffre, dopo aver banchettato contro Roma e Gailius e Martinoni fanno a gara ogni domenica a chi perde più possessi, Douglas-Roberts deve ancora adattarsi al gioco in Italia.
Perciò, in un simile contesto, il ritorno di Ginobili avrebbe avuto del salvifico, conferendo forse una spinta propulsiva in questa fase di appannamento generale.
Domenica arriva Cremona all’Unipol Arena, la vittoria s’impone per non scivolare in una posizione di classifica preoccupante.
Fabrizio Noto/FRE