Se si volesse rappresentare Marco Crespi in una sola parola sarebbe cosa complessa. Come si può dare un connotato certo ad un allenatore di basket che nasce a Varese ma che si forma professionalmente nell’odiata rivale di sempre, Milano ? Lo si nota subito come talento e voglia di fare, prima con le giovanili dell’Olimpia ad apprendere, a cercare d’imparare da personaggi del calibro di Franco Casalini, Mike D’Antoni, Boscia Tanjevic e Franco Marcelletti. Poi addirittura la Nazionale di Boscia Tanjevic che si ricorda di lui e del suo estro, lo vuole con se nel suo staff sino al 1998 mentre lui, contemporaneamente, guida anche l’Under 20 ai pari campionati di categoria, a conferma delle sue grandi doti mentali e caratteriali.
Poi il rientro come Head Coach nel 1999, finalmente, alla casa-base denominata Sony ma un rientro avaro di grandi soddisfazioni per lui in quella Milano strana, forse con poco talento si diceva ma molto organizzata e come assistente un certo Andrea Trinchieri. Ed arrivano purtroppo due eliminazioni in due anni dai Playoffs sempre ai quarti, la prima nel 1999-2000 contro la fortissima Benetton di quel periodo e l’anno successivo contro Verona, bisogna cambiare aria.
La scelta è felicissima, assieme ad Alessandro Ramagli come vice porta nel 2000-2001 in Lega A Biella per la prima volta nella storia, altra squadra piemontese, anch’essa sconosciuta o quasi al grande basket di vertice, è un segno del destino ?
Eppoi Siviglia per un anno ad osservare il crescente fenomeno ACB. Il rientro in Italia a Pesaro, in quella Pesaro quasi agonizzante e che fallirà un anno dopo lasciando l’amaro in bocca a molti appassionati e l’approdo a Casale Monferrato dove raggiunge sempre i Playoffs per andare in Lega. Il resto è storia, la vittoria contro la Reyer Venezia in Gara 5 ed un’altra piccola città di provincia in festa per un sentimento di gioia come a Biella, a voler rimarcare la sua caparbia voglia di credere nel lavoro e nel sudore, quello autentico fatto di sacrificio e sofferenza che la gente che vive in questa splendida fetta di Piemonte conosce sul serio.
Come non voler bene ad una persona così ?
Ma la festa finisce, chi vive di sport e di risultati conosce bene le regole del gioco ed ecco che ad oggi Casale si trova felicemente in Lega A ma all’ultimo posto in graduatoria e Marco Crespi debutta su ALL-AROUND.net con un’intervista a sancire l’attenzione che la nostra testata ripone sulla squadra da lui guidata.
Grazie coach del tempo che ci dedica. Prima di tutto, nonostante la sua giovane età potrebbe dirci se ha trovato delle differenze tra la sua ultima Lega A in quel di Pesaro e quella che ha trovato oggi con ed a Casale ? L’impatto per Lei è stato così differente rispetto al passato ?
Il nostro sport è un continuo divenire, un’evoluzione costante ma è sempre molto complesso fare paragoni ad anni di distanza. Il game è sempre in evoluzione, cambiano le distanze nel campo ad esempio della linea del tiro da tre ma anche l’atletismo dei giocatori, sempre più spinti al salto, allo scontro fisico quasi. Comunque un dettaglio che differenzi le due fasi c’è a mio avviso rispetto a qualche anno fa, quando avevo “abbandonato” la Lega A, e cioè che ieri si cercava ancora il grosso nome ed eravamo nella fase un pò calante della Lega ma anche del movimento generale. Oggi la musica è cambiata, s’investe sui giovani e su nomi poco conosciuti perchè si cerca di costruire qualcosa di serio e non di prendere il giocatore già confezionato e pronto all’uso ma forse in parabola discendente di carriera. Di conseguenza è salito il livello d’intensità e di tecnica nella Lega, non siamo ancora a vette eccelse ma il livello è in aumento.
Ma cosa potrebbe mancare allora alla sua squadra per emergere in questa Lega ?
A mio avviso in qualcosina di tecnico e mentale siamo carenti, mi sembra evidente, siamo o non siamo gli ultimi arrivati ? E’ ovvio che qualcosa paghiamo in questi termini ma stiamo lavorando e progrediremo, ne sono certo. Diciamo allora che ci sta mancando di più la faccia tosta, quella capacità di essere consapevoli di saper stare in Lega A ma sono sicuro che questa consapevolezza aumenterà, vedo nei ragazzi l’attitudine ma anche la disponibilità a crescere in questo senso. L’intenzione di crescere anche sotto questo aspetto c’è, dobbiamo solo tirarla fuori.
Come si spiega allora la vicenda che vi ha visto protagonisti con Joe Trapani, che ora si sta allenando con Pesaro ?
Joe ha avuto da noi la massima attenzione, lavorando con noi all’interno del nostro programma, ha fatto una scelta che rispettiamo ma che adesso ci mette in crisi ma tant’è, non siamo abituati a lamentarci, reagiremo anche a questa situazione.
Casale ha visto andare via, sempre a Pesaro, quell’Hickman che vi ha condotto forse per mano in Lega A ma chi lo ha sostituito appare gente motivata e desiderosa di far bene come lui, vero ?
Temple e Janning hanno grandi caratteristiche per giocare in europa, credono molto in quello che fanno ed hanno voglia d’imparare e questo per due ragazzi americani anche di provenienza cestistica diversa, il primo dall’NBA ed il secondo dal college, questo è già un ottimo passo avanti. Auguro ad entrambi di continuare con noi la loro crescita eppoi chissà, a mio avviso possono anche aspirare ai Top Teams continentali.
Tra gli italiani invece spiccano Stefano Gentile e Simone Berti, come stanno vivendo questa prima esperienza in Lega A ?
Mi permetto di segnalare anche Giancarlo Ferro che al momento è fermo a causa di un infortunio. Comunque sia Berti che Gentile stanno danno sempre il massimo, in allenamento ed in campo quando li chiamo a risolvere i problemi che in quel momento ho. Su Stefano Gentile…Beh, forse non ha il talento del fratello più piccolo Alessandro ma ha lo stesso carattere, credo sia una notevolissima base di partenza.
Quattro gare già trascorse in Lega A, qual’è la gara che le ha lasciato l’amaro in bocca
Beh, senza dubbio quella contro Cremona. Perderla a 4 secondi dalla fine come l’abbiamo persa mi ha veramente lasciato molto di più dell’amaro in bocca anche perchè avevamo la partita in pugno emotivamente ma proprio per carenza di faccia tosta abbiamo subito una squadra più abituata a queste atmosfere, eppoi il tiro di Janning a campo aperto sbagliato….
E domenica arriva la “sua” Milano. Cosa s’aspetta dai suoi ragazzi domenica, alla fine della sfida ?
Mi auguro solo che ci diano dentro come sempre han fatto e stan facendo. Nessuno è imbattibile come si è visto a Pesaro, Milano è una grandissima squadra, infinita nella panchina e con talento da vendere ma dobbiamo sempre dare il massimo perchè lo dobbiamo a noi stessi.
Un grazie ancora a Marco Crespi e IN BOCCA AL LUPO !
Fabrizio Noto/FRED