Pesaro – In una partita non certamente spettacolare, come testimonia abbastanza impietosamente il basso punteggio finale, l’Umana Venezia coglie la prima vittoria esterna stagionale con pieno merito, dando continuità al successo di domenica scorsa contro Montegranaro e, più in generale, ad un periodo di buona forma in cui nelle prime partite di campionato erano venute due onorevoli sconfitte contro le “grandi” Siena e Cantù.
Venezia vince grazie ad una prestazione corale in cui, come spesso accade alle formazioni di Mazzon, si abusa un po’ troppo del tiro da tre ma in cui comunque ciascuna pedina è stata accuratamente indottrinata dal coach ed ha saputo svolgere pienamente il proprio ruolo; in effetti, al di là dei punti messi in casina dal trio di frombolieri Clark – Young – Bowers, è stato con ogni probabilità fondamentale l’apporto dei lunghi Bryan e Fantoni, sia a rimbalzo offensivo (4 per entrambi) che come presenza sulle palle vaganti.
Al di sopra di tutto, in ogni caso, sta la magistrale conduzione tattica di Mazzon, che è uscito nettamente vincitore dal confronto diretto contro Dalmonte grazie al suo sapiente e metodico ricorso alla zona nonché ad altri vari espedienti, come l’idea di portare Rosselli in posizione di play per scompaginare gli accoppiamenti difensivi avversari.
La Scavolini Siviglia non può che recriminare perché l’occasione di lanciarsi nei quartieri alti della classifica era veramente di quelle ghiotte; è vero che Jones veniva da una settimana di allenamenti pressoché nulli e White deve ancora entrare nel pieno della forma, ma ciò non può essere una scusante per una prestazione tanto incolore, anche perché il primo è stato tra i migliori e d il secondo alla fine si è comunque salvato.
Quello che è mancato clamorosamente è stato l’apporto dei playmaker, Cavaliero e Hickman, nulli in attacco ed impalpabili in difesa, mentre è stata evidenziata una preoccupante incapacità ad attaccare la zona; questa volta il solito Hackett “cuor-di-leone” non è bastato.
Proprio Hackett aveva propiziato il prorompente avvio dei padroni di casa con alcune ispirate iniziative che lo avevano portato a segnare o a servire efficacemente i propri compagni di squadra; davanti a questa ripetuta ricerca del contropiede o della transizione l’Umana prova a rallentare il ritmo ed a servire ripetutamente i propri lunghi, ma la strategia porta scarsi risultati, anche a causa dei due precoci falli del temuto Szewczyk che costringono Mazzon a richiamarlo in panchina.
La Scavolini Siviglia raggiunge così il + 10 sul 14-4 dopo poco più di metà tempo, ma a questo punto il coach lagunare sfodera saggiamente quella semplice zona 2-3 tenuta in serbo evidentemente per i momenti di difficoltà ma che, con la sua apparente semplicità, avrebbe messo in difficoltà gli avversari per tutto il prosieguo della partita.
Il primo quarto si chiude così inaspettatamente sul 16-14 per i padroni di casa ma poi, al ritorno in campo, gli ospiti danno continuità alla propria azione con un tremendo parziale complessivo di 27-3 che dal 16-7 li porta sul 19-34 a quattro minuti dall’intervallo; oltre alla già menzionata “zonetta”, Pesaro andava in bambola anche contro la mossa di sostituire un Clark, fin lì abulico, con Rosselli che, nella posizione inusuale (ma già vista per esempio lo scorso anno a Veroli) di playmaker, faceva saltare gli equilibri difensivi della squadra di Dalmonte.
In ogni caso alla fine, grazie anche ad un’impennata d’orgoglio di White e Lydeka, il passivo per i padroni di casa è contenuto sul 29-36 e la partita è, tutto sommato, ancora apertissima.
Nel terzo quarto Pesaro continua a soffrire, sprofonda subito nuovamente a -12 e annaspa nel tentativo di cercare qualcuno che possa dare la scossa alla partita; una scossa che nel finale di quarto, manco a dirlo, arriva dal solito, immenso, Hackett; dall’altra parte esce prepotentemente il grande ex di turno Clark e così gli ultimi minuti si trasformano in un botta e risposta tra i due, come dimostrano i 12 punti messi a segno a testa nel solo terzo quarto.
Si arriva così all’inizio dell’ultimo parziale conla Scavolini Siviglia sotto di soli tre punti (49-52) e, addirittura, nei primi minuti i padroni di casa tornano a mettere il naso avanti; si tratterà comunque di un fuoco di paglia perché, dopo il 55-54 firmato da un Jones ancora impreciso ma comunque encomiabile con i suoi 35 minuti di partita (a fronte di una sua presenza in forte dubbio fino all’immediata vigilia), Mazzon decide che è giunto nuovamente il momento di mettere in campo la sua zona.
Siamo ancora a metà dell’ultima frazione ma è quasi inutile dire che Pesaro a questo punto si disunisce nuovamente; nonostante Szewczyk sia già da lungo tempo fuori per falli ed anche Bryan sia gravato da 4 penalità, l’Umana continua ad essere mentalmente ben presente in partita e questa volta tocca a Young a mettere la parola fine sulla partita; quando poi ad un nervosissimo Hackett viene fischiato un fallo tecnico per proteste che, ad 1:40 dalla fine, lo porta anzi tempo in panchina, il pubblico di casa capisce che non c’è più niente da fare, anche perché i padroni di casa sono già sul -10
Finisce con la meritata vittoria degli ospiti che a fine partita vanno a godersi il meritato tributo riservato loro dalla cinquantina di tifosi festanti che non hanno mai semsso di icnitarli per tutto il match.
Spogliatoi
Dal Monte: abbiamo fatto tanta fatica per cercare di recuperare il break subito nel secondo quarto; ci siamo battuti tanto in difesa riuscendo anche a rimontare, ma poi siamo incappati in una grande frenesia per chiudere il match quando ancora mancavano cinque minuti alla fine. Purtroppo in attacco siamo stati poco lucidi e poco continui durante tutta la partita; in particolar modo la loro zona ci ha costretto a rallentare il gioco e noi, invece, che cercare qualche passaggio in più con un po’ di pazienza, ci siamo fatti prendere da quella frenesia di cui ho già detto. Purtroppo i problemi fisici di cui parecchi nostri giocatori hanno sofferto dall’inizio dell’anno si sono fatti sentire, perché in allenamento ci è sempre mancato qualcuno e non siamo ancora riusciti a sviluppare appieno il nostro ritmo di gioco; non mi piace accampare questo tipo di scusanti, ma tuttavia questo è doveroso dirlo, anche perché in questo modo si possono spiegare le difficoltà di cui ancora soffriamo nell’attaccare la zona.
Mazzon: è stata una grande soddisfazione aver vinto qui, in una piazza storica come quella di Pesaro ed in cui c’è gente tanto appassionata di basket, come testimoniano gli applausi che il pubblico di casa ci ha riservato all’uscita dal campo. Era una partita che volevamo vincere con tutte le nostre forze e che dedichiamo alla società ed alle persone che ci seguono con tanto affetto anche in un momento particolare come questo in cui dobbiamo giocoforza giocare le partite interne lontano da Venezia. Da un punto di vista tecnico direi che è stato fondamentale l’apporto degli italiani della panchina: parlo di Bryan (che oramai è giusto considerare italiano), ma anche di Rosselli, che ha cambiato la partita quando è entrato, e di Meini nel finale. Abbiamo cercato di togliere i tiri da tre a Jones e di limitare le scorribande di Hackett; poi siamo stati bravi a reagire con grande forza mentale all’inevitabile ritorno della Scavolini Siviglia. Non dimentichiamoci che la nostra è una squadra costruita per la Legadue, con due aggiustamenti fatti al volo per la massima serie
Scavolini Siviglia Pesaro – Umana Venezia 58-71
Parziali (16-14; 13-22; 20-16; 9-19)
Progressione 16-14; 29-36; 49-52
Mvp: Difficile trovare un giocatore che spicchi rispetto agli altri nella prestazione generosa di tutto il collettivo agli ordini di Mazzon; visto che non si può attribuire questo platonico riconoscimento al coach veneziano, che è stato il principale artefice di questa preziosa vittoria, allora premiamo quello che, numeri alla mano, ha ricevuto la migliore valutazione, ovvero quel Bowers autore di 15 punti con ottime medie, cui ha saputo aggiungere 7 rimbalzi e 5 falli subiti
Wvp: tanti i giocatori sotto tono nelle fila della Scavolini Siviglia, ma oggi è mancato clamorosamente l’apporto dei playmaker Hickman e Cavaliero, entrambi inconcludenti in attacco ed incaparci di opporsi in qualche modo alle intermittenti ma letali folate dell’ex Clark.
Giulio Pasolini