La National Collegiate Athletic Association nel basket gestisce 3 diverse Division con squadre suddivise in base a parametri sportivi, finanziari e scolastici; salvo diversa indicazione noi parleremo sempre di squadre che appartengono alla Division I.
Nel 2011 la Divison I è composta da 345 università divise in 31 Conference più le cosiddette Independent che quest’anno si sono ridotte a 3 squadre e giocano solo la stagione regolare.
Ogni college facente parte di una Conference gioca appunto una stagione regolare composta da un numero variabile di partite liberamente concordate con gli avversari e poi partite valide ai fini della classifica della propria Conference per un totale che oscilla intorno alle 30. Al termine della regular season e delle gare di Conference, ognuna tiene il suo Torneo ad eliminazione diretta (tutte tranne la Ivy League dove chi vince la stagione regolare è il vincitore della Conference) che serve a definire la squadra campione.
Con questa vittoria l’università si guadagna il trofeo stagionale ma soprattutto un invito automatico (“automatic bid”) al Torneo NCAA. Automatico perché gli altri posti, i cosiddetti “at large bid”, vengono assegnati da un comitato e ufficializzati durante la cosiddetta Selection Sunday.
Con una formula così complessa per stilare una classifica infrannuale, utile soprattutto giornalisticamente, non si poteva contare solo sul record vittorie-sconfitte ed era quindi importante trovare un altro metodo per cui gli americani sono arrivati al sistema dei ranking.
Nel basket collegiale ne esistono diversi ma i principali sono quelli stilati da ESPN/USA Today, Associated Press e Division I Coaches nei quali giornalisti, esperti del settore o allenatori redigono ognuno la propria classifica delle migliori 25 squadre che, una volta sommate tra di loro, portano al ranking finale di quella settimana.
Col passare degli anni ed alla luce dell’importanza economica della partecipazione al Tournament, la NCAA ha sentito la necessità di avere una classifica oggettiva che offrisse al Committee uno strumento in più per selezionare le squadre da invitare al Torneo NCAA dal momento che è sicuramente capitato di dover scegliere tra 2 college che nel corso della stagione non si erano incontrati, avevano un ranking similare ed un medesimo record complessivo appartenendo a 2 Conference di valore assoluto simile.
Nel 1981 si è quindi arrivati all’adozione del Rating Percentage Index (RPI), un sistema di ponderazione delle vittorie in funzione del proprio record e di quello degli avversari.
Nel calcolo del RPI vengono sommate il 25% della percentuale di vittorie di una squadra con un diverso peso tra casa e trasferta (WP), il 50% della percentuale di vittorie degli avversari (OWP) ed il 25% della percentuale di vittorie degli avversari degli avversari (OOWP).
Oltre al RPI esistono altri sistemi di calcolo, il più famoso dei quali è il Sagarin, un algoritmo che non è stato svelato dal suo ideatore che ha optato per vendere i risultati, del quale si sa che pondera le vittorie sulla base dello scarto di punteggio e tiene conto dei risultati delle ultime stagioni.
A fine stagione si tengono 4 tornei che in ordine di importanza sono: l’NCAA Tournament che serve a determinare il campione nazionale, il postseason-NIT, più antico di quello NCAA ma caduto in disgrazia fino a quando i suoi diritti non sono stati acquistati dalla NCAA, il recente CBI e l’ancor più recente CIT.
Nel periodo 1985-2000 il Torneo NCAA era composto da un classico tabellone a 64 squadre divise in 4 concentrazioni, poi nel 2001 il numero di partecipanti è stato portato a 65 con l’aggiunta della partita dell’opening round mentre dal quest’anno verrà allargato a 68 squadre con 4 opening round.
Come già detto i posti non automatici vengono assegnati tramite gli at-large-bid da un comitato composto da 10 tra Atletic Director e Commissioner di Conference che annuncia le sue scelte durante un programma televisivo che tradizionalmente si svolge la sera della domenica in cui viene giocata l’ultima finale di un Torneo di Conference: la cosiddetta Selection Sunday.
Il postseason-National Invitation Tournament non va confuso con il preseason-NIT che si gioca nel mese di Novembre, è un torneo ad inviti al quale partecipano le squadre non chiamate al NCAA. Proprio per questa sua connotazione consolatoria i detrattori traducono l’acronimo NIT con “Not Invited Tournament” oppure “Not Important Tournament” o ancora “Nobody’s Interested Tournament” e definiscono ironicamente la vincitrice la “miglior 66^ squadra della nazione” sebbene sia sicuramente più forte di molti college andati al Tournament.
Il College Basketball Invitational è un torneo indipendente creato nel 2007 dalla Gazelle Group, una società che organizza eventi sportivi tra i quali alcuni tornei ad invito, al quale partecipano atenei non invitati né al NCAA né al NIT ed ha la particolarità di non giocare la finale ad eliminazione diretta ma al meglio delle 3 partite.
Il CollegeInsider.com postseason Tournament è un altro torneo indipendente ad inviti organizzato e gestito dall’omonimo sito che dal 2009. Il comitato incaricato della selezione delle squadre è composto da ex-allenatori ma curiosamente comprende Antonio Gates e Vincent Jackson buoni giocatori di basket nei rispettivi college di Kent State e Northern Colorado ma attualmente TE e WR dei San Diego Chargers nella NFL.
In una prossima occasione verificheremo il funzionamento del RPI, parleremo di bracketology, la “scienza” che prova a determinare in anticipo le squadre che riceveranno gli at-large-bid, e di altro ma al momento è meglio iniziare a guardare i risultati delle prime partite che sicuramente qualche spunto l’offriranno.