Metà della prima fase, e prime somme. Previsioni in larga parte rispettate, anche se la presenza dei temporary players del mondo NBA ha sparigliato non poco: vedere Batum trascinare i finora sconosciuti (o quasi) del Nancy verso vette insospettabili sia individuali (vedi Akingbala, vera e propria rivelazione stagionale) che di squadra, tanto da schiantare il Caja Laboral, genera inevitabilmente curiose assonanze con il Micheal Jordan leader di Bugs Bunny, Duffy Duck e compagnia in Space jam.
Il risultato è un ulteriore innalzamento medio della competizione, sia per l’effetto diretto delle superstar NBA, sia per l’indotto: il Maccabi, senza Farmar e ora (se oltreoceano salta la stagione) Casspi, non si sarebbe mai privato di Macvan, ed oggi forse non staremmo a raccontare del più grande suicidio cestistico che l’Eurolega ricordi (si parla dell’Armani col Partizan, ovviamente). Altro effetto indiretto, la crescente onda di voci su innesti che stravolgerebbero ulteriormente i valori del torneo, vanificando l’impostazione di parecchi club: siamo sicuri che Milano, ma anche Siena ed altri, avrebbero puntato su un roster così ampio e costoso, sapendo dal principio che col Barcellona avrebbero giocato i fratelli Gasol?
Tant’è, ci tocca l’esame odierno, ed a quello ci atteniamo, con occhio di riguardo per le compagini col vessillo tricolore.
Cantù ha fatto molto più del suo compito: non solo ha salvato il ruolino casalingo anche contro il pur decaduto ma quotatissimo Olympiacos, ma ha addirittura messo (molta) paura ad un Fenerbahce in piena crisi nel campionato nazionale e con forti dubbi in ambito europeo.
Purtroppo l’effetto Space jam di cui sopra e il gran colpo di Bilbao, che ha espugnato Vitoria nel derby basco, hanno ulteriormente livellato i valori. Non così assurdo pensare ad un arrivo con una squadra a sei vittorie, una a quattro e le restanti a cinque, con classificona avulsa per determinare l’esclusa; quasi sicuramente saranno decisivi gli scarti anche nelle sconfitte, in un girone dove nelle ultime tre giornate ben sette partite si sono concluse con scarto inferiore a 6 punti: teniamolo a mente e soprattutto lo tengano a mente i giocatori in biancoblu, a meno che non riescano ad uscire indenni dalle visite di Vitoria e Fenerbahce a Desio, ed a piazzare una vittoria in trasferta raggiungendo quella quota 6 che vale il passaggio.
Ben più tranquilla, ed anzi già quasi qualificata, Siena. Nell’unico girone a valori ben definiti, con la sorpresa negativa del Prokom ancora a zero e dilaniato da fughe e incomprensioni, l’asterisco che contraddistingue i promossi potrebbe comparire (se non matematicamente, nella sostanza) addirittura giovedì sera. In sostanza, il resto del ritorno potrà essere dedicato a ristabilire la gerarchia col Barcellona, Gasol Brothers permettendo, oppure a dedicarsi al campionato, sempre che Pianigiani possa concepire di lasciare sul terreno pur di assemblare i meccanismi.
Quasi disperata, invece, la situazione di Milano. Al pasticcio casalingo con l’Efes ha sommato il disastro dell’ultimo quarto col Partizan, in una di quelle sere che tra vent’anni costituiranno ancora il metro di paragone anche senza l’aneddotica di Coach Peterson («certo, la squadra in vantaggio ha mollato di schianto, ma mai come Milano col Partizan nell’Eurolega 2011-2012!»). Ora la qualificazione è un rebus che impone una soluzione favorevole non solo nelle due partite casalinghe, e col Real sarà tutt’altro che semplice, ma anche nella trasferta di Istambul; e ancora potrebbe non bastare, dipendendo magari dal risultato dell’ultima a Belgrado, con la partecipazione da attore protagonista di un pubblico di cui gli 800 (a occhio) in trasferta a Milano hanno dato un assaggino.
Infine, l’ultimo girone assume le sembianze di un volo in solitaria del Tupolev CSKA, con AK47 Kirilenko saldamente ai comandi; la vittoria ad Atene e la successiva scivolata del Panathinaikos in Germania chiudono probabilmente i discorsi sul primo posto del girone. Anche la qualificazione sembra cosa fatta, dato che l’exploit del KK Zagabria con lo Zalgiris Kaunas ha in un sol colpo fugato i timori di un nuovo record negativo di una squadra croata, dopo lo 0-10 del Cibona l’anno scorso, e contemporaneamente (insieme al colpaccio del Bamberg col Pana) azzerato o quasi le chances dei lituani: e già prefiguriamo le urla di dolore dal Baltico, dopo l’ecatombe negli europei giocati in casa.
Postilla di colore sulla TV. Per chi non riesce a vedere Sportitalia (e sono in molti, anche in città) lo slogan dell’Eurolega “in chiaro” sembra una presa per…
Chi invece al segnale ci arriva, di sicuro apprezza la copertura del numero di partite; ma altrettanto di sicuro constata enormi limiti tecnici. Per dirne una, se proprio non si comprendono i fischi arbitrali (vada non distinguere la chiamata del numero dell’autore del fallo, anche se il primo piano dell’interessato potrebbe aiutare; ma confondere nel gesto arbitrale un’infrazione di “passi” con un fallo, beh, siamo al minibasket…), dotarsi di un collegamento internet che aggiorni la situazione in tempo reale è davvero impossibile?
Maurizio Zoppolato