Sembrava troppo folle per essere vero, infatti il braccio di ferro tra associazione giocatori e lega sta per concludersi.
Durante le trattative di venerdì sera (15 ore di meeting riservatissimo) le parti hanno fatto un sostanziale passo avanti verso l’accordo definitivo. La presenza di Kessler ha spesso complicato gli accordi con la lega, ma con questa ultima trattativa, dove il suo ruolo è stato più marginale e quello di Quinn molto più interno, sembra che si sia arrivati alla fine del tunnel. Quinn ebbe un ruolo fondamentale anche nella risoluzione del lockout del 1999, grazie a suoi continui e positivi contatti con i GM delle squadre e una capacità diplomatica assolutamente sopra la media.
Dal NY times a CBS sports, i giornalisti sembrano unanimi nel definire Kessler una spina nel fianco, prima per Stern e poi per le negoziazioni in generale. Il suo difficile rapporto con il commissioner è stato notato da più di una persona all’interno delle negoziazioni e questo ha fatto sì che si cercasse un’altra via per raggiungere l’accordo.
“Ci sono stati diversi movimenti positivi nelle trattative. Abbiamo mosso diverse pedine e trovato altrettanti esiti positivi e per questo siamo fiduciosi che la stagione possa cominciare a Natale” ha detto Stern
La votazione per approvare la fine del lockout ha bisogno di 15 pareri positivi degli owners su 29 franchigie (ricordiamo che gli Hornets sono di proprietà della lega) e questo potrebbe avvenire già nella giornata di oggi, con un risveglio domenicale per gli italiani, già con il calendario completamente stilato
Le indiscrezioni riguardo alle partite natalizie, parlano già di un tripleheader non da poco con l’apertura di Celtics-Knicks e, a seguire, il rematch della scorsa finale NBA, prima del duello Derrick Rose-Kobe Bryant in serata.
Ormai ci siamo. La stagione dovrebbe iniziare proprio il giorno di Natale e dovrebbe vedere 66 partite da giocarsi, con regolari playoffs e NBA Finals.
E’ un ribaltone positivo per gli appassionati, ma un ribaltone altrettanto pesante anche per il basket europeo, che potrebbe ridefinire pesantemente i valori di un’eurolega “drogata” dagli Nbaer.
Simone Mazzola