Nei primi mesi di NCAA il calendario offriva pochissime occasioni per partite interessanti e siccome anche negli States giornali e TV hanno il loro peso, negli anni ’90 sono nati i cosiddetti “tornei prestagionali” cioè quei tornei, diciamo privati, che attribuiscono titoli fini a loro stessi ma offrono ai college visibilità e ritorni economici anche consistenti.
Col passare degli anni alcuni di questi si sono consolidati (Maui Invitational, ACC/Big Ten Challenge), altri sono nati (Big East/SEC Challenge) o ritornati ai fasti antichi (Preseason NIT) ed altri ancora scomparsi dopo poche stagioni.
L’ACC-Big Ten Challenge (oppure Big Ten-ACC Challenge come viene chiamato ad anni alterni), è un torneo alla 13^ edizione che dopo 10 vittorie consecutive dell’ACC, è andato alla Big Ten per i 3 anni seguenti, compreso quello attuale.
Nel 2011 l’ACC è riuscita ad evitare un’ecatombe solo grazie alle 2 inutili vittorie finali nonostante si fosse partiti con l’upset di Virginia ai danni di #15Michigan. Da li in avanti però la BT ha dominato in lungo ed in largo con la ciliegina sulla torta data non tanto dalla vittoria di #2Ohio State su #4Duke, quanto dal risultato, un perentorio 85-63.
Il torneo che però quest’anno pareva sulla carta più interessante è il Big East-SEC Challenge.
Torneo nato nel 2007, tardi rispetto ad altri, da quest’anno si sviluppa in 3 giornate con 12 partite invece che su 4 partite nello stesso giorno e vede coinvolte 9 squadre del ranking con 2 scontri diretti.
Dopo la prima giornata chiusa in parità è la seconda a decidere il Challenge perché la Big East cala un cappotto il Venerdì e vince le prime 2 partite del Sabato chiudendo i giochi.
Le 2 vittorie finali della SEC servono solo a limitare il passivo ed a chiudere i giochi 8-4 per la Big East.
GIOVEDI’ 1 DICEMBRE
Providence-South Carolina 76-67
Partita decisa dalla bassa percentuale dal campo di SC (36,1%) abbinata ai tanti liberi tirati bene dai Friars (22 su 27). Providence avendo una panchina corta ha sostanzialmente fatto ruotare 6 giocatori ed ha avuto una prestazione inattesa dal sesto uomo, Bilal Dixon, F-C di 6’9” che in 22’ ha segnato 10 punti, preso 7 rimbalzi e dato 7 stoppate! Per i Gamecocks la partita rappresentava l’esordio di Bruce Ellington, play titolare e miglior marcatore della scorsa stagione che ha appena terminato quella del football dove da WR ha giocato 12 partite con 17 ricezioni e 1 TD.
St.John’s- #1Kentucky 59-81
Incontro vinto da UK in difesa costringendo i Red Storm a tirare col 31%, perdere 15 palloni e subire ben 18 stoppate (record per UK) e dominato da Anthony Davis che in 32’ mette a tabellino 15 punti, 15 rimbalzi e 8 stoppate. A dargli manforte c’è stato Terrence Jones che aggiunge 26 punti, 9 rimbalzi ed altre 4 stoppate mentre è negativo l’apporto di Michael Kidd-Gilchrist, freshman tra i migliori della nazione che chiude con 5 punti (1 su 7 dal campo), 2 rimbalzi, 1 assist, 4 falli e 3 perse. Esplicative per St.John’s, guidata in panchina dal vice di Steve Lavin che sta recuperando da una operazione per un cancro alla prostata, sono state le parole della guardia Nurideen Lindsey che a proposito di Davis ha detto “It’s like shooting over a tower. He was blocking shots all over the place. It was tough.”.
DePaul-Ole Miss 68-70
Che DePaul fosse modesta ai liberi lo si sapeva (55%) ma che Mississippi sarebbe stata capace di fare peggio non era immaginabile. Le squadre hanno tirato dalla linea con un complessivo 28 su 54 ma i Rebels hanno fatto 11 su 28 per un 39,3% che sarebbe impensabile nella nostra Prima Divisione, figuriamoci in Division I. Dopo aver sprecato un vantaggio di 16 punti durante la ripresa, alla fine Ole Miss riesce a vincere la partita grazie alla giocata del singolo con Murphy Holoway (doppia-doppia da 16+12) che ruba un pallone a Cleveland Melvin segnando i 2 punti decisivi a 3,7” dalla sirena finale.
Georgetown-#12Alabama 57-55
Hollis Thompson segna una tripla con meno di 2” sul cronometro e permette a G’town di interrompere la striscia di 24 vittorie casalinghe consecutive dei Crimson Tide. L’incontro ha messo ancor più in evidenza la carenza di Alabama quando è costretta a tirare da oltre l’arco (in stagione sta tirando con il 27%) e la dipendenza della squadra dalla coppia JaMychal Green e Tony Mitchell che nell’occasione combinano per 33 punti e 13 rimbalzi. Gli Hoyas anche in questa occasione sfruttano la forza del tridente composto da Jason Clark, Henry Sims e Hollis Thompson, gli unici a roster ad aver già giocato 2 stagioni.
VENERDI’ 2 DICEMBRE
#4Syracuse-#10Florida 72-68
Syracuse, ultimamente sui giornali più per i ben noti fatti di cronaca che per le sue prestazioni sul campo, in questo scontro tra top-ten riesce a sopperire al 17,6% da 3pti con l’ennesima prestazione difensiva di rilievo che genera 10 palle recuperate (squadra migliore della nazione con 12,8 spg) costringendo i Gators a 20 turnover. Guardando il tabellino degli Orangemen risaltano i 50 punti segnati dal terzetto Triche-Jardine-Joseph almeno quanto il “doppio trillione” di Rakeem Christmas, freshman che alcuni prevedevano da one-and-gone ma sta incontrando seri problemi di adattamento, forse proprio con Boeheim. Sul fronte Gators la partita è stata influenzata dal metro arbitrale che ha portato Patrick Young in panchina già a metà del primo tempo con 2 falli, il secondo dei quali per un discutibile fallo in attacco fischiato mentre cercava di prendere posizione in post-basso.
Cincinnati-Georgia 57-51
Grazie ai 22 punti di Sean Kilpatrick ed ai 19 di Dion Dixon i Bearcats riescono a recuperare gli 11 punti di distacco che si trovavano ad avere all’inizio nel secondo tempo nonostante l’ennesima pessima prestazione dalla linea dei liberi (57% in stagione). L’attacco di Georgia che aveva chiuso il primo tempo in vantaggio 30-21, viene imballato nel secondo dalla zona di Cincinnati che lo costringe al 28,6% dal campo. Tra i Bulldogs buona prestazione del freshman molto quotato Kentavious Caldwell-Pope da 16 punti e 7 rimbalzi e del sesto uomo Gerald Robinson che aggiunge 12 punti, 4 rimbalzi e 3 assist.
#6Louisville-#20Vanderbilt 62-60 OT
Nell’ultimo scontro fra squadre di ranking i Cardinals recuperano per i capelli una partita che avrebbero benissimo potuto perdere: sotto di 9 punti a meno di 9’ dalla fine dei regolamentari sbagliano il tiro per evitare l’OT e poi a -5 a metà del supplementare riescono a vincere con un canestro di Peyton Siva a 2” dallo scadere e coach Rick Pitino in conferenza stampa dice “It’s a treat to coach these guys because you see great comebacks, there are times you think you’re dead and then you just look up and you win the game.”. Per i Commodores John Jenkins segna 27 punti e Lance Gouldbourne e Jeffery Taylor ne aggiungono 11 ciascuno mentre per UL ai 15 di Kyle Kuric si affiancano i 14 a testa di Peyton Siva e Chane Behanan. Da sottolineare come il gioco di Pitino basato su ritmi elevati, cambi frequenti e tanti giocatori in campo per diversi minuti quest’anno sia influenzato dagli infortuni perché 4 dei 10 giocatori che chiusero lo scorso anno con almeno 10’ di media a partita sono infortunati.
Seton Hall-Auburn 81-59
Controllata fin dalla palla a due da Seton Hall ancor più di quello che potrebbe dire il tabellino dove risulta che i Pirates sono stati in vantaggio per tutti i 40’, hanno vinto la lotta a rimbalzo 39-25, hanno tirato col 41,7% da 3pti e avuto più palle rubate che perse. Per i Pirates doppia-doppia da 23+12 di Herb Pope mentre l’altro leader della squadra, il play Jordan Theodore, segna solo 3 punti con 0-6 dal campo ma ha 5 rimbalzi e 10 assist. I Tigers sono una squadra molto equilibrata dove 5 giocatori sono in doppia cifra di media e 7 giocano oltre 20 minuti a partita ma l’unico ad avere una giornata accettabile è stato Rob Chubb che chiude con 12 punti (6 su 8 dal campo) e 6 rimbalzi.
SABATO 3 DICEMBRE
#8Connecticut-Arkansas 75-62
Gli Huskies si impongono facilmente contro Arkansas ed alla seconda uscita con UConn il freshman Ryan Boatright, sospeso dalla NCAA 6 partite per una violazione, dimostra il suo valore mettendo a referto 23 punti con 8 su 12 dal campo, 5 rimbalzi e 6 assist in 35’. In una partita in cui UConn tira con il 57,1% dal campo e col 62,5% da 3pti Andre Drummond, dato in preseason come possibile prima scelta assoluta al draft di quest’anno, conferma le sue difficoltà tirando 0-3 dal campo e 1-4 ai liberi pur dando 4 stoppate in 17’. Tra i Razorbacks spiccano due freshmen: BJ Young con 28 punti e Devonta Abron con 16 rimbalzi, 12 dei quali offensivi! Se negli USA i nomi di battesimo strani sono all’ordine del giorno, il roster di Arkansas spicca grazie a Kikko, Julysses, Marshawn, Davonta ed un bellissimo Mardracus.
#17Pittsburgh-Tennessee 61-56
Una pessima serata ai liberi stava per costar caro a Pitt che sopra di 8 punti con 54” sul cronometro dapprima spreca il possesso con un flagrant foul da parte di uno dei suoi pochi giocatori esperti, Ashton Gibbs, che i Vols convertono in un punto poi subiscono un canestro che riduce le distanze a 2. A quel punto in regime di 1+1 gli errori di Lamar Patterson e Dante Taylor ed una tripla di Trae Golden consentono a Tennesse di ridurre il gap a 2 soli punti con 11” da giocare ma a quel punto un assist dello stesso Gibbs (finisce con 16 punti, 5 rimbalzi d 6 assist) per un canestro facile consente a Pitt di sigillare la partita. Nella partita doppie-doppie da 16+12 di Nasir Robinson per Pitt e da 13+10 di Cameron Tatum di UT.
Rutgers-LSU 50-55
Partita gettata al vento da Rutgers che sopra di 5 punti con 7 minuti sul cronometro riesce a segnare solo altri 2 punti concedendo a LSU una insperata rimonta. Coach Mike Rice al secondo anno sulla panchina degli Scarlet Knights sa di avere una squadra fondamentalmente giovane ma in conferenza stampa dichiara “I don’t know if these guys were waiting for Dwight Howard or LeBron James to pop up; it’s not gonna happen. These guys have to go make a play. Some of our freshmen turned down wide-open opportunities, and some of our returning players missed grade school layups that you have to finish when you’re up five and they’re making a run. The way we caved in was very disappointing.”. Il fatto che sia stata una partita mediocre da dimenticare rapidamente lo si può capire dal basso punteggio finale ma anche dal fatto che complessivamente le squadre hanno generato 35 palle perse e tirato 5 su 28 da oltre l’arco.
West Virginia-#21Mississippi State 62-75
Nonostante 13 rimbalzi offensivi di WV convertiti in 20 punti e 4 giocatori in doppia cifra, i Mountaneers perdono la partita per il 13,3% da 3pti (0 su 8 nel secondo tempo), per l’8 su 8 ai liberi degli avversari negli ultimi 2’ della partita ma soprattutto perché hanno spesso giocato uno contro uno o in isolamento come i soli 8 assist possono comprovare. Coach Rick Stansbury di Mississippi State sapeva di avere nella coppia di lunghi Renardo Sidney e Arnett Moultrie un elevato potenziale ma ad inizio stagione non poteva immaginare che Moultrie, transfer da UTEP alla prima stagione con i Bulldogs, sarebbe stato quello in doppia doppia di media; in questa partita poi segna 23 punti con anche una tripla (3 su 4 in stagione) e prende 13 rimbalzi dominando soprattutto il secondo tempo. Della sua prestazione coach Stansbury dice in conferenza stampa “Some guys can do it at 3 o’clock. But they can’t do it when the popcorn’s popping”.
Sapevate che il National Invitation Tournament, nato nel 1938, è più vecchio di un anno rispetto al torneo NCAA e nei primi 15 anni ha attribuito il titolo di campione nazionale. Poi poco alla volta quello NCAA prende sempre più piede fino a diventare dalla fine degli anni ’60 il più importante. Nel 2005 poi la NCAA, acquistando i diritti del NIT, ne ribadisce la subordinazione confermando che si tratta del “Not Invited Tournament”.