FORLI’ – Doveva correre la FulgorLibertas per avere ragione della più forte Enel Brindisi, ed i biancorossi di Nenad Vucinic lo hanno fatto, almeno per il solo primo quarto, chiusosi sul 27-28 ospite. Di lì in avanti i pugliesi hanno cominciato a prendere le misure ad una Forlì che, nel giro di 10 minuti, ha visto crescere inesorabilmente lo svantaggio. Dapprima il +6 biancazzurro, alla fine del primo tempo (37-43), poi il drammatico -17 del 24′, replicato pochissimi secondi dopo con una tripla di Ndoja, a cancellare quella immediatamente precedente di Borsato, hanno segnato il punto emozionalmente più basso dei 3600 tifosi forlivesi accorsi al Palafiera, per salutare l’ultima partita del 2011 in terra di romagna. Si è passati così dalla fiducia del primo quarto, al poco gentile invito della curva romagnola a tirare fuori gli attributi. Ma quando si tocca il fondo c’è solo una cosa che si può fare: rialzarsi. Anche se hai la squadra più under 24 dell’intera Legadue; anche se pecchi di inesperienza; anche se hai il budget più ridotto di tutta la categoria, puoi e devi provare a rialzarti. Già, perchè giochi al Palafiera e lo fai davanti a quasi 4000 tifosi; perchè hai sul pino uno come Vucinic e perchè, per una volta, la prima volta, devi essere tu a far prevalere la rabbia di una partita persa all’ultimo secondo, rispetto alla voglia di riscatto di una candidata alla promozione diretta, reduce da due sconfitte consecutive. E chi, meglio di Nicola Natali, un ragazzo che si alza dalla panchina per traghettare la propria squadra verso il clamoroso recupero, può incarnare questo spirito di rivalsa? Non è la prima volta che Forlì vince all’ultimo respiro, anzi!, sono emozioni già vissute più volte lo scorso anno, ma occhi, come quelli sfoggiati ieri dai ragazzi di Vucinic sul rimbalzo finale di Freeman che ha dato il la alla sirena, al Palafiera li si dovevano ancora vedere. Quegli occhi erano un mix di rabbia, di furore agonistico e di gioia incontenibile. In quegli occhi si poteva leggere la soddisfazione di Natali, alla sua prima affermazione importante in Legadue; si poteva leggere ancora il senso di liberazione di Borsato, che ha finalmente visto premiati i suoi innumerevoli sacrifici nell’interpretare, con onore e con successo, un ruolo non suo; ci si poteva leggere, in quegli occhi, la risposta di Easley a tutte le critiche piovutegli fino ad oggi e, soprattutto, la felicità nell’essere stato finalmente determinante nel vittorioso finale punto a punto della MarcoPolo. Poco importano le alchimie tattiche con cui un tecnico è riuscito ad imbrigliare l’avversario; poco imprtano le analisi tecniche tese ad esaltare la fase difensiva di uno piuttosto che la prestazione in attacco dell’altro. Ci sono partite, nel basket, in cui le statistiche non arrivano a spiegare il perchè una squadra, che schiera un giocatore che arriva addirittura a realizzare 40 punti, segnatamente Hunter, sia poi costretta a soccombere, sia pure di un solo punto. Quelle partite sono paradossalmente il migliore spot per la pallacanestro, perchè sono le partite più belle, quelle che ti lasciano con un senso di impresa epica, quelle dove esiste una sola parola per descrivere tutto:cuore.
Ed è il cuore di Forlì che ha portato le due squadre a giocarsi la partita all’over time. Ed è ancora il cuore di Forlì che ha fatto sì che i romagnoli reagissero al canestro da sotto di Callahan, che segnava il deprimente 85-90 a 2 minuti dalla fine. E’ così che Easley, catturato il rimbalzo difensivo sulla tripla sbagliata da Hunter (7/10 dai 6,75), è andato a prendersi anche quello offensivo sulla bomba tentata da Freeman. Il canestro, ed il fallo subito da Easley, hanno fatto esplodere come non mai un Palafiera già ribollente di emozioni. Il libero successivamente segnato da “Little” Tony Easley, lo ha rimandato subito in apnea sul 90 pari. Successivamente è toccato ad Hunter, e chi se non lui, rigettare nello sconforto i padroni di casa con un canestro da sotto. A pochi secondi dalla fine è Freeman a caricarsi la responsabilità più grossa sulle spalle e tenta la penetrazione decisiva. La palla non entra, ma sul tiro c’è il terzo fallo di Maestrello ed il numero 5 forlivese va in lunetta. Il primo tiro decreta il 91-92, ma il secondo è fuori. Ansia e scoramento, incredulità ed attesa accompagnano il parapiglia che ne scaturisce al rimbalzo. Easley ne esce con la palla in mano, poi sembra perderla, ma alla fine è la sua. Il 43 biancorosso prova l’appoggio a canestro, ma esce. Non è finita però, perchè dietro di lui c’è Huff, che prende il rimbalzo e deposita la palla nel cesto. E’ il liberatorio 93-92, che persiste dopo l’inascoltata preghiera di Hunter. Già, Hunter, uno che ha segnato 40 punti, ma che non ha fatto i conti con l’ultima sternue difesa di Natali, ma soprattutto con il cuore di Forlì.
Sala stampa:
Nenad Vucinic: “Sul -17 non ho mai smesso di crederci, stavo cercando di capire come migliorare la situazione, ed in base alle caratteristiche dei miei giocatori, trovare la soluzione più giusta. Abbiamo vinto perchè abbiamo dimostrato un grande cuore. Abbiamo lottato. Bisogna dare credito alla difesa di Brindisi che ci ha messo in grossa difficoltà. Però c’è grande fiducia, i giocatori hanno grande fiducia gli uni negli altri e verso gli allenatori e questo crea il clima ideale per lavorare al meglio. Questa partita non è tanto da analizzare sulla tattica e sulla tacnica, ma si è vinta solo contando sul cuore e sulla voglia di vincere che questa squadra ha messo in campo.”
Piero Bucchi: “Abbiamo avuto la partita in mano due volte, e quindi dobbiamo imparare ad essere cinici. Non c’è tanto da dire. Non è per tirare la croce addosso a nessuno, ma c’erano due palle da prendere sotto canestro e non le abbiamo prese.”
MarcoPoloShop.it Forlì – Enel Brindisi 93-92
Parziali (27-28; 10-15; 19-23 26-16; 11-10 suppl.)
Statistiche: http://www.legaduebasket.it/game/?id=3379
MVP: quando la vittoria è racchiusa tutta, o quasi, in un recupero epico, il migliore in campo è spesso l’autore dell’inversione di marcia. Questa volta è toccato a Nicola Natali, che ha concentrato il meglio del suo match, con un attacco chirurgico ed una difesa asfissiante, proprio nel momento del recupero biancorosso. E’ così un ottimo Tony Easley, autore di 20 punti, 10 rimbalzi ed un 37 di valutazione finale, deve cedere lo scettro di MVP al giovane “panchinaro”.
WVP: c’era un americano in odore taglio a Brindisi, Hunter. Da quel che si è visto, l’americano a rischio è sembrato Renfroe.
Massimo Framboas