I tentativi di tornare contender di New York, la probabile ultima chance dei Big Three targati Boston di tornare sul tetto della NBA rischiano di essere gli unici argomenti interessanti di una Division che, sulla carta, vede solamente due squadre in grado di dire la loro fino alla fine, mentre per tutte le altre sarà lotta fino all’ultimo per strappare l’ultimo pass disponibile per i playoff.
New York Knicks: il sogno dei tifosi della grande mela di vedere vestire Chris Paul la propria canotta e andare così a comporre un altro trio all-star per contrastare i sogni di gloria dei Big Three della Florida rimarranno tali per ora: le voci che si erano rincorse non appena il lock-out era terminato di una New York in prima fila tra i potenziali approdi di CP3 si sono fatte via via affievolite dinnanzi all’assenza di “merce di scambio” appetibile per i Clippers fino all’ufficializzazione del suo approdo nella L.A. meno scintillante. Nonostante il colpo subito, la dirigenza si è mossa nella direzione di rinforzare la squadra laddove vi era maggiore necessità: la difesa. La novità dell’amnesty clause è stata infatti immediatamente utilizzata per sciogliere il legame con Chauncey Billups e, con lo spazio salariale liberatosi, imbastire una sign-and-trade a tre che ha spedito l’eccentrico Turiaf a Washington e ha incamerato una delle pedine fondamentali per il recente successo dei Mavs: Tyson Chandler. L’apporto di Chandler sarà probabilmente inferiore rispetto alla precedente stagione proprio per il ritmo estremo del gioco voluto da coach D’Antoni (la scorsa regular season si viaggiava a 106,5 punti di media a partita – terzo attacco della NBA) ma sicuramente aiuterà i Knicks sembrare meno un casello dell’autostrada (si parte da una media di punti subiti pari a 105,5 – terzultima difesa della NBA). La partenza di Billups rischiava di creare un grosso problema nello spot della point guard titolare, con il rischio di dover dare in mano le chiavi della squadra a Toney Douglas. In soccorso di Donnie Walsh è arrivata ancora una volta l’amnesty clause esercitata dai Cavs che ha liberato Baron Davis, firmato immediatamente da NY al minimo salariale permesso. Malgrado i movimenti di mercato (non ancora chiuso, peraltro – voci di corridoio parlano di contatti insistiti con , la sorte della squadra girerà intorno alle voglie di Melo e Stat: in particolare il primo si trova di fronte all’ennesimo tentativo di dimostrare di poter essere un giocatore in grado di incidere sulle vittorie della propria squadra e non solo di riempire di doppie cifre la casella punti del proprio tabellino.
Pronostico: Primo turno playoffs
Boston Celtics: l’età anagrafica di molti componenti potrebbe iniziare a farsi sentire, ma una stagione accorciata, allo stesso tempo, potrebbe essere un importante aiuto nella gestione delle energie. La dirigenza ha comunque cercato di migliorare la qualità del roster imbastendo una trade sanguinosa dal punto di vista affettivo per il pubblico ma potenzialmente migliorativa del livello del parco lunghi: Glen Davis ha infatti salutato i verdi per accasarsi a fianco del Superman di Orlando ma Boston ha ricevuto in cambio Brandon Bass, giocatore che, se in forma e in fiducia, aumenta le scelte offensive di coach Rivers. Sempre nell’ottica di allungare il parco lunghi è da leggere l’ingaggio di Chris Wilkox. Altra pedina che potrebbe dare un importante apporto è sicuramente Marquis Daniels pescato tra i free-agent: scommessa sicuramente ad alto rischio quella di Boston perché, se le qualità – soprattutto difensive – sono certe, lo stesso non si può dire della condizione fisica… in sette delle ultime otto stagioni ha saltato almeno 20 gare per infortunio! Una tegola inaspettata è però arrivata dalla situazione di Jeff Green: il giocatore che tutti davano in rampa di lancio proprio in questa stagione, con chiaro beneficio in termini di utilizzo per i titolari, salterà l’intera stagione per curare il problema al cuore per il quale è già stato sottoposto ad intervento chirurgico. Il quintetto base è ben collaudato (anche se Rondo deve dimostrare di essere uscito dalla spirale di declino post All Star Game della scorsa stagione) e non dovrebbe avere problemi a chiudere ai piani alti la regular season, rimane qualche dubbio sullo spot 5 attualmente occupato da O’Neal (J.) e Krstic: in caso di infortunio del primo, giocare col secondo come centro titolare potrebbe dare notevoli problemi ai playoff, non per forza risolvibile spostando Garnett come 5 e mettendo Bass come 4.
Previsione: Conference Finals
Toronto Raptors: all’avvio di stagione siamo sempre alle solite frasi sul Mago: “E’ migliorato molto, va a rimbalzo con maggiore decisione, regge di più il contatto…”; appurato che Bargnani non ha il carattere del leader se è indubbio che questa stagione rischia di essere l’ennesimo calvario per i Raptors, in grado magari di partire con la giusta convinzione e poi squagliarsi man mano che la stagione entra nel vivo, con relativo adeguamento del nostro (manna dal cielo per chi, in America, lo descrive come Softest thing from Italy since “gelato”), è anche vero che il nostro è atteso all’incremento dei numeri prodotti in tutte le voci del tabellino, con particolare attenzione a quella dei rimbalzi. La novità 2012 dovrebbe essere l’utilizzo dell’Andrea nazionale come PF e non più come C, ruolo in cui lui ha sempre dimostrato e confermato di sentirsi maggiormente a proprio agio… La regia della squadra sarà affidata a Calderon, mentre DeRozan avrà l’iniziale compito di fungere da secondo violino; in particolare il secondo è atteso ad una crescita soprattutto nella gestione delle scelte offensive che cerchino di limare la sinistra tendenza di avere come prima opzione quella di puntare al ferro indipendentemente dalle scelte della difesa avversaria. Altro osservato speciale sarà Ed Davis che dovrà dimostrare quanto di buono fatto vedere nella sua stagione da rookie. Per cambiare il ritmo della gara, dal pino uscirà come sempre Barbosa cui verranno chiesti punti e transizione offensiva; giocatore bidimensionale, Leandrinho, conosce solo due opzioni: penetrazione al ferro e tiro dall’arco. Utile se c’è da correre, può risultare quasi dannoso nell’attacco ragionato a metà campo. La speranza è quella di far parte del gruppone che farà a gara per conquistare l’ottavo posto della griglia playoff: il raggiungimento di questo obiettivo sarebbe un risultato ottimo, altrimenti l’unico risultato al termine della stagione di cui vantarsi sarebbe questo: Il logo 3D dei Raptors
Previsione: Lotta per l’ottavo posto ad est
New Jersey Nets: nemmeno la comune appartenenza alla Madre Russia, comune al proprietario, ha convinto Kirilenko a sposare il progetto Nets e così New Jersey si ritrova con un roster pressoché invariato rispetto a quello della passata stagione: l’asse play-pivot in realtà ci sarebbe… manca probabilmente tutto il resto… i risultati sono legati a doppia mandata alle scelte di Deron Williams sia sul campo che fuori (al termine della stagione potrà o meno esercitare la player option sul suo contratto): tornato dall’esperienza europea, D-Will è chiamato a gestire una squadra dal talento che è tutto tranne che straripante. Il solo ad apparire in grado di poter dare costantemente una mano e Brook Lopez autore di una passata stagione a marce ridotte, specialmente al capitolo carambole: sull’argomento lo stesso Lopez ha giustificato i numeri non esaltanti attribuendo la “colpa” a due fattori: la propria indolenza e… il compagno (peraltro confermato da pochi giorni per un’altra stagione) Kris Humphries , colpevole di raccattare ogni pallone piovuto dai tabelloni. Le “lune” di Anthony Morrow (capace di garantire il ventello nelle serate in cui è in ritmo o, viceversa, di garantire nervosismi al pubblico quando non lo è…), il lavoro sporco di Humphries e l’energia portata da Farmar saranno le uniche altre fonti di punti cui attingere.
Previsione: Lotta per l’ottavo posto ad est
Philadelphia 76ers: nella la città dell’amore fraterno il tassello principale del mercato è stato il rinnovo del 22enne Thaddeus Young: operazione importante per la franchigia che ha scelto di dare fiducia ad un oggetto non bene identificato (non è un 3 e tantomeno un 4) che ha già dimostrato di essere molto confidente all’altezza del ferro, che deve ancora costruirsi un jumper affidabile, e che gioca meglio quando entra dalla panchina rispetto a quando parte da titolare. Philly è una squadra giovane, da corsa, che fa del campo aperto il proprio credo: tanti i prospetti da tenere sotto osservazione… a dirigere la truppa di Doug Collins sarà molto probabilmente Jrue Holiday, 21 anni già in grado di dare un solido contributo la passata stagione dovrà incrementare la confidenza col tiro dall’arco. Altro osservato speciale sarà ovviamente Evan Turner chiamato a riscattare una stagione da rookie non propriamente scintillante e che probabilmente lo ha già derubricato da potenziale all-star a giocatore molto forte: ottimo passatore ma percentuali di tiro nettamente sotto il par nella scorsa stagione. Lo spot di guardia sarà occupato da Jodie Meeks, shooter puro con una chiara predilezione per la lunga distanza (3/5 dei tiri presi nella scorsa stagione sono stati scoccati da dietro la linea dei 7,25). La squadra non può ovviamente fare a meno di Andre Iguodala; ormai consacrato tra i migliori difensori della Lega (abbina infatti ad un elevato numero di palle recuperate un numero di falli medio pari a 1,77 per 40 minuti, uno dei valori più bassi della NBA) ha come tallone d’achille il suo jumper, ovvero lo spartiacque tra l’essere un ottimo secondo violino e un all-star. Con Lou Williams incaricato di mettere a tabellone tanti punti in pochi minuti e Spencer Hawes obbligato ad imparare a lucrare più viaggi in lunetta (detiene il peggior record della NBA in tiri liberi guadagnati per tiri tentati… è dominatore incontrastato di questa classifica dal 2008!) la stagione di Philadelphia sarà prevalentemente indirizzata a far crescere i giovani ma, nella tonnara che lotterà per l’ottavo posto ad est siamo certi che non mancherà.
Previsione: Lotta per l’ottavo posto ad est
Clemente Savy