FORLI’ – L’anticipo della 15° giornata di LegaDue vede una FulgorLibertas in stato confusionale ospitare una Pistoia in grande condizione, forte del primato in classifica. Se da un lato, quello toscano, l’ottimo momento è figlio di una quadratura del cerchio trovata da Moretti grazie all’utilizzo di Bobby Jones da “4”, dall’alltro, quello romagnolo, il caos regna sovrano su tutti i fronti, societario e tecnico. Facciamo chiarezza. Il Natale dei tifosi forlivesi è stato infatti funestato da un’escaletion di eventi che deve aver mandato di traverso a molti il panettone. Dapprima la cessione di Tony Easley, a Sassari, quindi la prestazione monstre del lungo in terra Sarda, hanno mandato su tutte le furie la tifoseria liviense, che ricordiamo essere la prima, per affluenza, in LegaDue. Successivamente a questa cessione lampo, ha cominciato a serpeggiare nell’ambiente romagnolo la notizia di difficoltà finanziarie della società del presidente Grazioso, riconducibili ad irregolarità fiscali che avrebbero richiesto una riscossione erariale da capogiro.
Apriti cielo! Per due giorni e due notti il web ha ribollito, su forum e social network, di messaggi che dalla paura sfumavano verso la rabbia. La totale assenza di puntualizzazioni da via Zuelli, inoltre, non aiutava di certo a placare gli animi. Si è dovuti arrivare al 2 gennaio, e qui veniamo al presente, ovvero alla presentazione del neoacquisto Wanamaker, per avere finalmente chiarezza dalla viva voce del presidente Grazioso. La società romagnola non ha affatto problemi economici, conferma il numero 1 di via Zuelli, tanto che il ricavato dalla cessione di Easley (forse pochini 25.000 €), è stato investito immediatamente sul mercato. Esiste sì un contenzioso con l’Agenzia delle Entrate, ma riguarda il 2006, quando la compagine mercuriale militava ancora fra i dilettanti e l’importo richiesto non desta affatto preoccupazioni. Ultima precisazione del presidente: Freeman non è sul mercato. Bene, direte voi. Sul piano societario magari sì, ma sul campo i problemi non sono pochi. Ceduto il pivot titolare, infatti, si è acquistato un play/guardia che peraltro, per motivi burocratici legati alle tempistiche del visto, non potrà essere del match e che, per effetto del calendario, esordirà al Palafiera solamente fra un mese. Il risultato è che Nenad Vucinic si troverà ad affrontare la capolista senza pivot e senza un americano. Un bel sudoku per il tecnico serbo-neozelandese! Ecco allora che Forlì scenderà in campo con Borsato, ormai usuale play aggiunto, e Freeman nello spot di guardia, mentre tutto il resto sarà frutto dell’intelligenza tattica di Vucinic, che potrà, e dovrà, ruotare su tutti gli altri ruoli Huff, Trapani, Lestini e Natali. Unico pivot “nonno” Casoli, al quale sarà disumano chiedere 20 minuti.
Di questa situazione, che ad alcuni potrà sembrare paradossale, sono pronti, anzi prontissimi, ad approfittare giocatori della caratura di Bobby Jones, Toppo, e soprattutto Galanda. Tutta gente che non ha bisogno di presentazione. Unico neo sotto canestro, per i ragazzi di coach Moretti, è il rapporto conflittuale di Jones con i falli. Casomai i problemi toscani possono nascere da Mathis, stagione involutiva per lui, con medie al tiro racappriccianti, ma che al suo fianco può contare su Hardy, tra i primi 3 realizzatori del campionato insieme a Freeman. Ecco, proprio il duello Hardy-Freeman promette di riservare spettacolo. Per Pistoia sarà importante anche l’apporto di Gurini, ex Rimini, mentre l’ex nazionale francese Yango sembra ormai arrivato al capolinea della sua avventura alla corte di Moretti.
Lo scorso anno al Palafiera vinse Forlì, con un finale “sui generis”, riscritto dalgi arbitri, per effetto di un errore al cronometro, che fecero durare la partita 40’35”. Il match si chiuse con la siderale stoppata di Bobby Jones, il grande ex di turno, a cancellare sui 6,75 la tripla della vittoria di Forte.
Si gioca mercoledì 4 gennaio alle ore 20:45, con diretta televisiva a cura di E’TV (canale 823-829 bouqut di Sky). Al Palafiera di via punta di ferro arbitreranno i signori Mauro Moretti, Mark Bartoli e Claudio Di Toro.
Massimo Framboas