La Mountain West (MWC) essendo nata nel 1998 è la più giovane Conference della NCAA, è localizzata nel sud-ovest degli States e, al termine del 2012, completerà un sostanziale riallineamento che quest’anno ha portato all’uscita di Utah e BYU e l’ingresso di Boise State, mentre nel 2012 vedrà partire TCU ed arrivare Hawai’i (solo per il football), Nevada e Fresno State.
In preseason gli analisti erano concordi nel vedere già scritta la finale New Mexico-UNLV con la sola San Diego State ad avere una qualche labile speranza di post-season per una conference che, al netto delle università perse, si è complessivamente indebolita. Queste prime partite, peró, sembrano dare qualche possibilità anche a Colorado State.
Air Force Falcons (6-4), dopo le stagioni 2005-2007 con coach Jeff Bzdelik in panchina che hanno visto l’Accademia riportare 24 e 26 vittorie con 2 apparizioni alla post-season e la semifinale del NIT, ha scelto come sostituto Jeff Reynolds che non è riuscito a tenere AFU su quei livelli e dopo un anno intermedio (16-14, 8-8) i suoi Falcons sono arrivati ad un 1-31 nelle partite di Conference nelle stagioni 2008-09 e 2009-10. Con tutti i limiti di reclutamento posti dal fatto che i giocatori sono anche cadetti, AFU ogni anno riesce a limitare i danni più per l’impegno dei ragazzi che per il talento, ma hanno bisogno di un allenatore valido. Se Chris Mooney prima e Jeff Bzdelik dopo hanno ottenuto buoni risultati, Reynolds sembrava poter dare quest’anno una svolta alla sua avventura con quattro titolari junior tra i quali il go-to-guy Michael Lyons, una guardia che in questa stagione era passato a 20,0 ppg (sempre in doppia cifra contro squadre di Division I) e 6,0 rpg prima di infortunarsi alla caviglia dopo pochi minuti dall’inizio della gara contro Gonzaga. Unico lato positivo del momento è rappresentato dal calendario che riserva ai Falcons due incontri con squadre oltre la 300^ posizione RPI prima di iniziare le partite di Conference.
In evidenza: a roster Air Force ha solo un giocatore più alto di 6’8”, Taylor Broekhuis, un 6’10” che non è neppure il miglior rimbalzista della squadra dal momento che negli 87 minuti nelle ultime 3 partite ha preso rispettivamente 3, 1 e 2 rimbalzi.
Boise State Broncos (9-5), squadra che coach Leon Rice in occasione del cambio di Conference deve sostanzialmente ricostruire da zero in quanto il miglior marcatore tra i giocatori ritornati è Westly Perryman, uno dei due senior a roster, che lo scorso anno ha tenuto una media di 6,1 ppg. Ad aiutare Boise State, almeno per quel che riguarderà il record finale sarà il calendario, molto facile che al momento posizione i Broncos alla 267^ posizione della classifica SOS. I ragazzi di Rice stanno avendo un lungo periodo di riposo che li porterà il 14 Gennaio alla prima partita di Conference contro AFU con il record di 9 vittorie casalinghe e 5 sconfitte in trasferta.
La curiosità: a roster ci sono due ragazzi che hanno giocato il Mondiale U19 2011 con la loro nazionale ma che leggendo i cognomi, Drmic e Hadziomerovic, nessuno direbbe essere quella australiana; Anthony Drmic è anche il miglior giocatore di Boise State con 14,4 ppg, 4,4 rpg ed il 40,6% da 3pti
Colorado State Rams (9-4) nonostante il record complessivo negativo (51-76) nella sede dell’ateneo a Fort Collins sono felici dei 4 anni con coach Tim Miles che dopo essere partito 7-25 (0-16 nella MWC) ha sempre aumentato il numero di vittorie fino alle 19 della scorsa stagione con due post-season consecutive (CBI e NIT). Dei due titolari ritornati della scorsa stagione, si pensava che sarebbe stato Dorian Green a mettersi maggiormente in vista ma nella realtà, nonostante i suoi 12,8 ppg e 4,3 rpg, quello sostanzialmente esploso è stato Wes Eikmeier, guardia junior passato da 9,1 agli attuali 17,8 ppg con un buon 41,9% da 3pti.
L’ex giocatore: più che agli stessi professionisti il lockout NBA ha creato problemi ai giocatori usciti dai college che non avevano chance di essere draftati ma erano pronti per partecipare alle summer league dei rookie. A questo gruppo apparteneva Andy Ogide, stella dei Rams che lo scorso anno ha chiuso con 17,2 ppg e 7,7 rpg e, non potendosi permettere di stare ad aspettare, ha accettato un contratto annuale con la squadra del CB Breogan che gioca nella seconda lega spagnola.
New Mexico Lobos (12-2). Sebbene l’unico giocatore a non ritornare sia Dairese Gary, il miglior marcatore della scorsa stagione, i Lobos erano tra i favoriti della Conference per la presenza di Drew Gordon, ala senior trasferitosi da UCLA nel 2009 che lo scorso anno ha chiuso con una doppia doppia di media (13,0 ppg con il 52,7% dal campo e 10,5 rpg) ma anche per l’elegibilità di Demetrius Walker, transfer da Arizona State. Sulla panchina dei Lobos siede per il quinto anno Steve Alford che i più maturi ricorderanno con la maglia degli Indiana Hoosiers di Bobby Knight prima e con la divisa dei Dallas Mavericks poi e sta avendo numeri impressionanti: record da 110-41 e 4 post-season su 4 con 3 NIT e un NCAA senza aver mai superato il secondo turno.
L’arena: come già detto in un precedente articolo New Mexico gioca nell’arena “The Pit”, una delle più rumorose della nazione e la media degli spettatori della scorsa stagione (14.570) è stata più alta di quella che hanno avuto tre squadre NBA: Nets, Kings e Pacers.
San Diego State Aztecs (11-2). Anche qui i più maturi potranno abbinare coach Steve Fisher a due delle tante storie NCAA: il titolo NCAA vinto nel 1989 con i Michigan Wolverines guidati in campo da Glen Rice, squadra che gli viene affidata ad-interim dopo che l’allenatore Bill Frieder annuncia la firma del contratto con Arizona State senza aspettare il torneo NCAA e viene immediatamente licenziato, ma anche il reclutamento dei FabFive nel 1991: Chris Webber, Juwan Howard, Jalen Rose, Ray Jackson e Jimmy King. Se gli Aztecs hanno perso i primi quattro marcatori della scorsa stagione, tutti sopra i 10 punti di media (Kawhi Leonard draftato da San Antonio con la 15^ chiamata), quest’anno ce ne sono altri quattro sopra la soglia della doppia cifra con Chase Tapley che ha raddoppiato la sua media punti passando da 8,6 a 17,3.
La particolarità: a roster, fra attivi e redshirt, gli Aztecs hanno cinque transfer: Garrett Green da LSU, J.J.O’Brien da Utah, Dwayne Polee II da St.John’s, James Rahon da Santa Clara e Xavier Thames da Washington State.
Texas Christian Horned Frogs (7-5). Per coach Jim Christian questa sarà probabilmente l’ultima stagione sulla panchina di TCU perchè, sebbene abbia vinto tutte le partite arrivate punto a punto di 1 con Florida Gulf Coast, di 2 con Virginia (unica sconfitta dei Cavaliers), di 1 con Houston, di 5 con Lamar e di 2 con Evansville, si trova con un record poco sopra il 50%. L’unico giocatore di talento che è riuscito a reclutare, Ronnie Moss, lo scorso anno è stato messo fuori squadra per un non meglio comportamento sconveniente e poi si è trasferito a Texas Wesleyan e quindi TCU deve finire l’avventura nella MWC con recruit modesti, JuCo modesti e transfer non particolarmente incisivi.
La prossima ad uscire: la perdita di TCU non toccherà particolarmente la MWC dal momento che nei suoi sei anni di permanenza nella Conference non è mai andata oltre il 7° posto e tanto meno alla post-season.
UNLV Runnin’ Rebels (13-2) numericamente al momento è la squadra più forte della MWC con una 14^ posizione nella classifica RPI e sul campo ha perso 2 volte con squadre fra le top100 ma può vantarsi di aver sconfitto North Carolina nella finale del Las Vegas Invitational. In panchina siede Dave Rice alla prima esperienza assoluta come head coach ritorna alla sua Alma Mater dove da giocatore ha fatto parte delle squadre allenate da Jerry Tarkanian negli anni 1990 e 1991 ed è poi stato assistente per 11 anni. Se storicamente i Rebels hanno spesso pescato ottimi giocatori JuCo (il più famoso è Larry Johnson, in seguito 1^ scelta assoluta NBA nel 1991) il nucleo della squadra attuale è composto da transfer perché, se a fare la differenza saranno Chace Stanback da UCLA (15,3 ppg, 6° nella nazione con il 50% da 3pti) e Mike Moser da UCLA con 14+11 in doppia-doppia di media a partita, a roster ci sono anche Reggie Smith da Marquette, Quintrell Thomas da Kansas e Bryce Jones da USC che quest’anno non potrà giocare per le regole sui trasferimenti.
L’assistant coach: per i tifosi di UNLV il nome Stacey Augmon significa tanto e riporta alla memoria la squadra che ha vinto il titolo nella stagione 1989-90 dominando in finale Duke e quella che l’anno dopo perse l’unica partita della stagione nella semifinale del torneo NCAA sempre contro Duke.
Wyoming Cowboys (11-2) tipico esempio di record falsato dal calendario, Wyoming si trova al 331° posto su 344 nella classifica della Strenght-of-Schedule avendo affrontato solo due squadre con record vincente. Fatta questa premessa, avere delle statistiche che mostrano come la squadra abbia tirato col 33% da 3pti, preso meno rimbalzi degli avversari e con più perse che assist non depone a favore di una stagione positiva per un Larry Shyatt tornato sulla panchina che era stata sua nella stagione 1997-98 quando un sorprendente record 19-9 gli consentì di ottenere il posto di head coach a Clemson. Al momento la squadra sta ruotando attorno a Luke Martinez, un JuCo che lo scorso anno si ruppe il gomito ad inizio stagione, Francisco Cruz, altro JuCo e miglior marcatore fra i giocatori ritornati, e Leonard Washington, transfer da USC.
Chissà perchè: nel roster dei Cowboys c’è Larry Nance Jr, ovviamente figlio dell’ex giocatore NBA, ma quello che sfugge è come mai un ragazzo nato nell’Ohio da un padre originario del South Carolina dove ha giocato a Clemson, che dichiara aver ricevuto offerte da college come Michigan e Michigan State alla fine abbia scelto, con tutto il rispetto, Wyoming.
Zamax