Chiude tre giorni da incubo la Tezenis Verona, che dopo l’inopinata sconfitta a Veroli viene travolta in casa dalla Morpho Piacenza per 67-88. Una prova troppo brutta per essere vera quella dei giganti gialloblù, che mostrano in 40 minuti tutto ciò che bisogna evitare in una partita di basket. Gli ospiti non fanno niente di particolare per dilagare, limitandosi a giocare al meglio delle proprie possibilità e raccogliendo i regali di una Verona semplicemente inguardabile.
La Scaligera tira con percentuali da minibasket, soprattutto da fuori con un Vukcevic da 1/11 dal campo sugli scudi, lascia praterie agli esterni avversari e perde nettamente il duello a rimbalzo. A fare il resto ci pensano il solito Voskuil, a quota 24 punti con il 50% dal campo, che però entra in gioco quando la partita l’avevano già chiusa Harrison ed Anderson. I soli West e Porta provano a fare qualcosa, ma è una goccia in un oceano di mediocrità.
Circa 2000 al PalaOlimpia con nutrita presenza ospite, Verona con il quintetto Porta-West-Boscagin-Banti-Renzi, replica Piacenza con Simoncelli-Casella-Harrison-Amoroso-Anderson e Voskuil al solito da sesto uomo di lusso.
L’inizio partita non è dei migliori, purtroppo è un antipasto del seguito: si va avanti tra errori al tiro e palle perse, per merito di difese molto fisiche e demerito degli attaccanti. Dopo cinque minuti il punteggio è ancora 6-6, rompe l’equilibrio Dwayne Anderson con due schiacciate consecutive nel traffico contro la distratta difesa gialloblù. L’8-11 è dilatato da Infante da fuori, entra Voskuil ed inizia subito con la specialità della casa, Verona sciupa pure un antisportivo a favore con 0/2 ai liberi di Vukcevic ed il primo quarto finisce 10-17.
Secondo parziale che si apre con Verona sempre a pasticciare in attacco, soprattutto contro il pressing ospite. La partita, però, rimane aperta perché pure Piacenza ha le polveri bagnate. Boscagin riporta Verona a -3, ma a questo punto sale in cattedra Voskuil che segna 5 punti di fila contro un impotente Mariani. Il danese dà il via alla grandinata: la Tezenis scheggia i ferri da fuori, soprattutto con un disastroso Vukcevic, e non riesce a costruire tiri decenti dovendosi affidare alle scorribande senza costrutto di Porta e West. Non è così per gli ospiti, che trovano canestri facili in contropiede e colpiscono da fuori, con i tre stranieri ad alternarsi nel fare a pezzi la difesa gialloblù. In men che non si dica Piacenza vola a 19-36, anche perché piove sul bagnato con gli arbitri che non fanno nulla per aiutare la squadra di casa, l’intervallo arriva sul 21-38 e la partita sembra già segnata. Per Boscagin e compagni 13 perse contro 8 recuperi, e uno 0/8 da 3 che dice già tutto.
La musica non cambia nel terzo quarto nonostante qualche segnale di vita di Waleskowski, perché gli ospiti ormai hanno preso totale confidenza al tiro e diventano inarrestabili. Voskuil ed Harrison segnano anche con la mano in faccia ed è subito 28-50, dall’altra parte la difesa piacentina spegne benissimo Porta con la pressione ed i raddoppi mentre Renzi sbaglia appoggi facili. Quando così inizia a segnare pure Simoncelli il vantaggio assume proporzioni inquietanti fino al 31-56, che poi diventa 43-65 a fine terzo quarto e partita già in archivio.
L’ultimo periodo è solo una lunga agonia, con Porta e West a sistemarsi le statistiche giocando da soli e cercando di rendere il passivo meno umiliante. Non si sale mai comunque sopra il -16 sul 57-73, ma Voskuil vuole partecipare alla festa e finisce 67-88.
TEZENIS VERONA – MORPHO BASKET PIACENZA 67-88 (10-17,11-21,22-27,24-23)
SALA STAMPA
Corbani: “Ringrazio il GM Marco Sambugaro per la velocità lampo con cui ha chiuso l’operazione Simoncelli, in questo momento per noi fondamentale avendo ancora Passera fuori squadra e Scarone con problemi fisici. Penso la squadra abbia fornito un’ottima prestazione, molto simile alle partite di dicembre contro Imola e Fortitudo con l’inciampo contro Sant’Antimo dovuto principalmente a paura e difficoltà fisiche avute in settimana. La squadra però ha lavorato sempre in palestra con grande attenzione e concentrazione, per cui sono contento di aver rivisto il sorriso e la felicità negli occhi dei ragazzi e di avere la possibilità di continuare questo percorso di crescita individuale e di squadra. Anche contro Sant’Antimo comunque avevamo reagito bene ed eravamo andati ad un pallone per vincere, una partita storta ci può stare ma i due punti persi lì ce li siamo ripresi oggi. Determinante l’intensità, soprattutto la spinta iniziale data da Dwayne Anderson che ha caricato a mille la squadra: quando lui mette energia i compagni lo vedono e partono tutti assieme, lui è la nostra prima punta e lo sanno.
I minuti a De Nicolao non sono stati regalati ma meritati, si sta allenando con la faccia e l’atteggiamento giusti, ha fatto una scelta di vita difficile come cambiare città, andare a scuola la mattina ed allenarsi il pomeriggio e oggi i suoi progressi tecnici si sono visti. Ha giocato a testa alta e con grande personalità.”
Martelossi: “Come potete immaginare non ho molto da dire e da commentare su questa partita, dato che siamo stati deficitari in tutto. Chiaro che ci sono anche dei meriti di Piacenza, finora in trasferta han giocato molto bene e questo non è stato un caso isolato. Questo è un campionato terribile e quindi se non si è al 100% da un punto di vista fisico e di tensione si fa fatica a vincere qualsiasi gara. Siamo stati assenti dal punto di vista dell’intensità, soprattutto nell’assetto difensivo: con grande fatica eravamo tornati ad essere una delle migliori difese del campionato ed ora nelle ultime due gare siamo tornati a prendere 90 punti a partita. Stesso discorso per i rimbalzi: se ci si applica, con grande fatica, riusciamo a fare pari, altrimenti succede come stasera e giovedì. Sapevo che avremmo avuti difficoltà, soprattutto se li avremmo fatti gasare al tiro e direi che ci siamo riusciti molto presto. Nello stesso tempo ci siamo incartati in attacco, non sfruttando i mismatch: si era sempre un secondo in ritardo, sia in attacco che in difesa.
La prova di Dusan è un mistero, era stato tra i più produttivi nelle ultime partite, bisogna capire se si è fatto trascinare nel baratro generale o è successo il contrario. Non ha molto senso comunque parlare dei singoli dopo una partita del genere.
Voglio innanzitutto scusarmi per quella che si può tranquillamente definire una figuraccia nei confronti del pubblico. Nello stesso tempo voglio ringraziarlo per l’attaccamento, per l’incitamento che non è mai mancato anche sotto di venti punti: la gente ha capito che non si è trattato di scarsa volontà ma di scarsa presenza. Abbiamo sbagliato approccio alla partita e non l’abbiamo mai migliorato: la partita è nata male ed è proseguita peggio. Chiaro che questa sosta non ci ha fatto bene ed ancora meno bene ci ha fatto la partita di giovedì, classica sfida in cui tu sfiori la vittoria, perdi e ti appelli a mille cose e poi non rimani con niente in mano: dopo tre giorni succede questo.
Fino a ieri potevamo dire che nessuno ci aveva messo sotto in maniera netta finora, lasciandoci anche del rammarico per alcune partite buttate via, ora non abbiamo più nemmeno quest’ultima scusa e non rimane che rimboccarci le maniche”.
MVP: Le cifre sembrano premiare il solito Alan Voskuil, che segna 24 punti con il 50% al tiro. In realtà stavolta il danese sale di livello quando la partita l’hanno già ben indirizzata altri, nello specifico Dwayne Anderson. L’ala statunitense fa a pezzi con la sua fisicità i dirimpettai gialloblù, segnando 9 punti nei primi 12 minuti per poi farsi intelligentemente da parte e lasciare il palcoscenico ai compagni, dedicandosi semplicemente a spazzolare i tabelloni. Per lui alla fine 15 punti e 13 rimbalzi per un 28 di valutazione.
Il peggiore: Continua purtroppo a deludere Dusan Vukcevic, che fatica a tenere fede a pedigree ed aspettative riposte su di lui. Stavolta per lui un disastroso 1/11 dal campo, con l’unico canestro pesante giunto a partita ampiamente compromessa, e una partita trascorsa a litigare con il ferro nel disperato tentativo di sbloccarsi.