Difficile commentare una partita in cui a scendere in campo è stata solo una squadra. Il più 15 finale per le aquile è quanto meno falsato da un ultimo quarto di puro e semplice garbage time, in cui il divario tra le due formazioni semplicemente si dimezza.
Sin dalla palla a due è chiaro che andazzo prenderà la serata: sarà una cavalcata trionfante per i padroni di casa e uno strazio interminabile per i Bulls. La squadra allenata da Tom Thibodeau non ne azzecca letteralmente una; né in attacco, dove la staticità e i tiri forzati comandano la scena, né nell’amata difesa, irrisa da ogni singolo Hawks, che già alla fine del secondo quarto avevano a referto ben 63 punti. La partita, paradossalmente, svolta con un evento negativo per le aquile: lo “scavigliamento” di Marvin Williams (le cui condizioni non sembrano gravi, ma per precauzione non rientrerà, soprattutto visto la pochezza della partita) dopo nemmeno 10 minuti di gara. Al suo posto entra Radmanovic e le bombe del serbo (5/5 dall’arco) danno il là alla fuga che si rivelerà decisiva.
Che dire della squadra della Georgia, capace di battere due tra le formazioni più accreditate alla conquista dell’anello nel giro di sole 9 partite? Ripetere che sono i soliti cavalli pazzi, in grado di compiere qualsiasi impresa quando ci sono motivazioni a sospingere gli animi dei suoi umorali giocatori soffiando sulla fiamma della massiccia dose di talento che li pervade, ma al contempo pronti al suicidio sportivo quando semplicemente omettono di giocare contro team meno blasonati, è riduttivo, ma inevitabile. La scommessa Teague, almeno dopo questa partita, sembra funzionare. La panchina, aspettando il rientro di Hinrich, è quantomeno credibile e dotata di buon talento e punti nelle mani. Detto questo, in casa Hawks c’è sempre la sensazione nell’aria che ti spinge a dire che i risultati stagionali saranno più dovuti ad errori e mancanze altrui che a loro veri e propri meriti.
Assolutamente improbabile lanciarsi in commenti sui Bulls dopo aver assistito allo scempio messo in scena da Rose e compagni. Un passo falso è concesso a tutti, soprattutto dopo un avvio di stagione quanto mai scintillante. Ma se una rondine non fa primavera, forse un passo falso di queste dimensioni deve fare riflettere la franchigia dell’Illinois, che ha mostrato alcune debolezze strutturali e di sistema, a cui si dovrà trovare un rimedio. La pochezza offensiva di Noah, e quella difensiva di Boozer sono lampanti. La panchina è corta, cortissima nel settore esterni, soprattutto se si contano le assenze di Rip Hamilton e CJ Watson. Lucas non è attendibile come back up del play in una squadra che vuole arrivare fino in fondo, nonostante la buona prova fornita questa sera. Quando Rose è in giornata, e la squadra gira come si deve, queste pecche vengono nascoste egregiamente: cosa che non è assolutamente successa contro gli Hawks.
Enrico Serra