BOLOGNA – E’ cominciata col pienone degli 8.112 accorsi alla Unipol Arena. E’ finita con i ragazzi di Alessandro Finelli a torso nudo in mezzo ai tifosi per festeggiare la vittoria più bella. Perché è arrivata contro Siena. Perché è l’ottava consecutiva in casa. Perché ufficializza la qualificazione anticipata alle Final Eight di Coppa Italia. Ma anche perché, a questo punto, fa aprire definitivamente gli occhi su una squadra, la Virtus, che si è arrampicata fino alle vette della classifica nel momento più nero, e battendo la Montepaschi ha rafforzato la sua candidatura quanto meno a mina vagante del torneo. I protagonisti sono i soliti noti: Poeta, uscito trionfante dal confronto con un Bo McCalebb in pessime condizioni fisiche; Koponen, ormai mastino difensivo ma capace di mettere i canestri pesanti nei momenti più importanti, Gigli, che sta vivendo una seconda giovinezza, e poi Viktor Sanikidze, per il quale parlano le statistiche: 10 punti, 19 rimbalzi, 4 assists, 30 di valutazione. E sarebbe peccato capitale non menzionare lo stesso Alex Finelli, che quando tutto sembrava essere andato a rotoli con le partenze di McIntyre e Homan, ha plasmato una creatura più bella, più funzionale, più spettacolare, più vincente. Siena, in questo momento, è in pesante debito di condizione. Fuori Lavrinovic e Kaukenas, febbricitante Rakocevic (comunque molto positivo), scavigliato Aradori, anche la macchina perfetta di Simone Pianigiani è finita per incepparsi. Non senza provare a vincere, come sempre, fino all’ultimo secondo. Recuperando un -14 che sembrava pietra tombale nel terzo periodo. Ma poi affossata da troppi errori banali e una impronosticabile imprecisione ai liberi (6/14, 1/6 il solo McCalebb). Solo Andersen e Rakocevic sono stati continui in attacco, mentre Moss ha giocato una partita di grandissima maturità, incidendo su tutti i due lati del campo. Ma sono stati troppi gli elementi in serata no e contro questa Virtus hanno finito per essere una tassa eccessivamente pesante da sopportare.
La gara è stata davvero bella. Intensa, combattuta, ma senza lesinare giocate spettacolari. Le ha riservate sin da subito Peppe Poeta, che ha sfidato a testa alta la difesa studiata dallo staff tecnico senese per arginare il pick’n’roll bolognese. Il 2-0 al pronti via è stata proprio una schiacciata volante di Gigli su assist del play di Battipaglia. Siena ha fatto comunque un grande sforzo per limitare questa soluzione. Fantastico come al solito Stonerook, molto meno Andersen, che è spesso rimasto a metà del guado, senza aiutare ne sul palleggiatore, ne sul lungo, concedendo così tanti appoggi comodi ai lunghi bianconeri. All’allungo bolognese sul finire di primo quarto, rispondevano gli ospiti con l’ingresso di Aradori, che mischiava cose buone ad altre meno, ma dava comunque verve ai suoi. Sanikidze, Gigli e Lang si producevano in un lavoro difensivo importante per contenere lo strapotere tecnico di David Andersen, ma era proprio il canguro a dare il sorpasso ai suoi in chiusura di primo tempo con due triple oggettivamente immarcabili. Siena avanti di uno. Virtus aggrappata al 65% da due punti, visto che da dietro l’arco lo score recita un impietoso 0/9.
Intanto, l’intensità della gara si alza ulteriormente. Non mancano i colpi proibiti, mentre le difese la fanno da padrone. Douglas Roberts commette un precoce quarto fallo ed esce anzitempo dall’incontro. Gigli schiaccia e subisce fallo, ma dall’altra parte del campo è il solito ex David Moss a rispondere con canestri e assists, mentre Koponen impazzisce a correre dietro a Rakocevic, ma ottiene buoni risultati. A 4’ dalla fine del quarto Sanikidze finalmente toglie il tappo dal canestro e segna da tre, lanciando il miglior momento della Canadian Solar. Siena brucia il bonus in fretta, Aradori non ha più impatto come in precedenza, così come Thornton. Andersen è preso in mezzo al pick’n’roll due volte consecutive. 57-48 Bologna al 30°.
Koponen segna ancora da tre, Gigli e Vitali dilatano il vantaggio fino al 64-50 e Pianigiani deve rifugiarsi in un time out per chiedere il massimo sforzo ai suoi: pressing a tutto campo. E i risultati non tardano a maturare. Bologna si blocca, tra palle perse e azioni giocate con l’acqua alla gola. Moss e Andersen colpiscono da tre, Rakocevic ricuce a -6, ma Stonerook spende il quarto fallo. Nel mezzo tanti, troppi errori ravvicinati di Siena. E allora è ancora Koponen, con cinque punti filati, a ristabilire le distanze. Pare fatta per le V Nere, ma Gigli sbaglia un rigore e Siena fa sapere a tutti che non è morta: Rakocevic colpisce ancora ed è 70-66. Sanikidze ne mette uno dalla lunetta, ma dall’altra parte McCalebb fa 0/2 condannando in sostanza i suoi. L’ultima speranza è affidata a una tripla di Andersen che si spegne sul ferro a 30’’ dalla fine con i padroni di casa sul +5. Da lì in poi è solo festa. Bianconera.
MVP: Impossibile premiare un solo giocatore. In ogni momento della partita la Virtus ha saputo trovare un diverso protagonista. E allora premiamo il coach, Alex Finelli, che da una situazione che, due mesi fa, pareva disperata ha fatto uscire una squadra bellissima e vincente. E che ora fa davvero paura.
WVP: Bootsy Thornton gioca una partita assolutamente abulica senza dare un minimo di contributo dalla panchina. 12′ da fantasma in campo. 0/2 al tiro, -2 di valutazione. Sono costati caro.
Canadian Solar Bologna – Montepaschi Siena 75-71
Parziali: 20-15; 14-20; 23-13; 18-23;
Progressione: 20-15; 34-35; 57-48; 75-71;
SALA STAMPA
Simone Pianigiani
Alessandro Finelli