Il menù della serata al Pepsi Center prevede come portata principale la sfida tra i due attacchi migliori della lega. Solo i Miami Heat sono infatti in grado di tenere una media realizzativa per ogni propria apparizione superiore a quella sfoggiata dalle Pepite: 106.4 contro 103.6 punti a partita, per la precisione.
Capacità realizzativa e impronta da corsa a parte, le due squadre sono due tra gli universi più distanti a partire dal come costruire una squadra vincente: da una parte abbiamo infatti un concentrato di buoni/ottimi giocatori composto da una grossa fetta di giocatori di scuola europea, senza una vera star incaricata di essere il primo violino; dall’altra un roster che basa le proprie fortune principalmente sull’estro della coppia Wade-Lebron, cui saltuariamente si aggiunge Bosh.
Team – Già dalle prime battute, nonostante i miglioramenti visibili nella circolazione di palla degli ospiti, ciò che colpisce è la fluidità offensiva dell’attacco di casa: l’extra-pass sembra essere il credo che coach Karl è riuscito a stampare nella mente dei propri giocatori e la fiducia nel compagno è evidente in ogni fase dell’attacco. Il giochino dei Nuggets si basa sul gruppo e, si sa, quando le cose vanno bene e arrivano le vittorie (specialmente come quella di stanotte), non ci sono mai problemi; il lavoro del coach dovrà essere improntato al mantenere quanto di buono si è generato spontaneamente tra i giocatori, anche quando arriveranno i momenti difficili.
Timo&Ty – Esauriti i primi tre minuti di tiro al piccione, Denver riesce a trovare il proprio ritmo grazie ad un ottimo Timofey Mozgov che, nell’ordine: ridicolizza il povero Joel Anthony prima col piazzato dalla media, poi nuovamente con un bel movimento in posto, infine ricuce lo strappo con la schiacciata a rimorchio del facendosi sentire anche in difesa con un paio di stoppate che danno linfa al gioco in campo aperto grazie al quale Denver mette la freccia; il russo gioca una partita al di sopra delle sue medie, chiudendo con 12 punti, 8 rimbalzi e 3 stoppate e una presenza su entrambi i lati del campo che ha infastidito non poco i lunghi avversari. Lawson risulta, invece, essere un rebus per la difesa degli ospiti, incapace di bloccarne le scorribande nel pitturato e sistematicamente ridicolizzata sui tentativi di raddoppio, superati più volte col palleggio e concluse con l’appoggio al ferro. Partita al limite della perfezione per la scheggia impazzita dei Nuggets che chiude con 9-11 al tiro.
Trio All-star – E’ chiaro che con molta probabilità questi non sono gli Heat che troveremo quando le partite conteranno davvero, probabilmente stanno girando con qualche marcia in meno del loro effettivo potenziale, ma anche la partita di stasera può dare spunti utili di analisi: durante la gara si è continuata a vedere la volontà di sfruttare lo strapotere fisico di Lebron e Wade in posizione di post. Sia Afflalo che Danilo hanno tenuto botta, seppur con evidenti difficoltà. A guardare il tabellino che recita 35 punti per Lebron, si potrebbe pensare ad una gara da casellante per Danilo; la partita ha però messo in luce un elevato impegno del nostro che ha difeso più che dignitosamente sul miglior (numeri alla mano) realizzatore degli Heat, il quale ha semplicemente trovato la tipica serata in cui il jumper gli è amico. Da segnalare una “quasi stoppata” di Danilo su LBJ (con tanto cuoio e poca pelle) giudicata fallosa dai grigi e derubricata a semplice fallo personale. Per Wade invece solo 12 punti, frutto di una difesa altrettanto valida di Afflalo, ma soprattutto di un tiro dalla media meno affidabile che in altre serate; serata, tra l’altro, conclusasi anzitempo a causa di un infortunio alla caviglia la cui gravità sarà da valutare nei prossimi giorni. Completamente fuori giri il terzo violino Bosh, nonostante i 17 +8 del tabellino, letteralmente dominato da Nene, specialmente in un primo quarto con un avvio tragico da 1-5 al tiro.
(Le)Travel – Vedere per ben due volte gli arbitri fischiare un’infrazione di passi a Lebron, di cui una prima sulla partenza in palleggio e una seconda per cambio del piede perno è già una cosa che lascia sbalorditi… vedere li Prescelto che, tornando indietro dopo il fischio per la seconda infrazione ripete nella mente il movimento appena effettuato non capacitandosi dell’errore compiuto, è semplicemente materiale da cineteca.
(Foto tratta da espn.com)
Clemente Savy