Il massimo campionato di basket arriva al giro di boa: al termine dell’ultima giornata del girone di andata la Serie A emette il suo primo verdetto, garantendo alle prime 8 squadre in classifica il diritto a partecipare alle Final Eight di Coppa Italia, in programma dal 16 al 19 febbraio in quel di Torino. Sulle “magnifiche” otto che tra un mese si contenderanno il secondo trofeo nazionale svetta però, per il sesto anno consecutivo, la Montepaschi Siena, che grazie al successo interno di ieri contro Montegranaro si assicura ancora una volta il simbolico scettro di campione d’inverno.
Nonostante una prima metà di stagione caratterizzata da una serie di problematiche quasi inedite per chi, dal 2006 a questa parte, era abituato a vestire i panni della corazzata inavvicinabile ed a svettare senza rivali sul panorama cestistico tricolore, Siena è ancora lì. Gravi infortuni patiti da elementi chiave del roster, acquisti estivi non sempre indovinati, sconfitte casalinghe contro formazioni apparentemente lontane anni luce; elementi che hanno sporadicamente lasciato qualche crepa nel sistema-Montepaschi, ma che non impediscono a Siena di essere ancora una spanna sopra tutti.
McCalebb e compagni guardano ancora le rivali dall’alto in basso e si presentano all’avvio del girone di ritorno con 4 lunghezze di vantaggio sulle inseguitrici, margine non ipotizzabile fino a pochissime settimane fa. A favorire la mini-fuga dei 6 volte campioni d’Italia contribuisce infatti anche la “crisi” di una Emporio Armani Milano che di colpo non sa più vincere: tra il turno infrasettimanale di mercoledì e quello andato in scena ieri, l’Olimpia rimedia due stop terribili per il morale, arenandosi a quota 20 in classifica e portando a 3 la striscia di battute d’arresto consecutive. Dopo il rocambolesco ko casalingo contro Treviso, la sconfitta sopraggiunta ieri a Biella ha evidenziato lacune di natura mentale e fisica potenzialmente preoccupanti per coach Scariolo: una volta iniziato il secondo quarto con la bellezza di 35 punti realizzati (e 18 di vantaggio), l’EA7 schiacciasassi dei primi 11 minuti ha lasciato il posto ad una controfigura disordinata e imprecisa, prima rimontata e poi superata da un’avversaria che non ha fatto altro che il suo dovere.
La domanda, come diceva un vecchio personaggio tv, nasce spontanea: perché? Cosa manca a Milano per fare il salto di qualità che tutti aspettano ma che non arriva? La sostituzione di Gallinari con Gentile non ha per ora dato i frutti sperati, ma in casa Olimpia nessuno vorrebbe caricare di eccessive aspettative un giovane di 19 anni che per la prima volta milita in un team di vertice. È vero che il giocatore campano deve ancora trovare il giusto minutaggio e le giuste responsabilità all’interno della squadra, ma l’idea è che a questa EA7 manchi sempre qualcosa, non tanto in termini di nomi o di profondità della rosa quanto in termini di leadership e di carisma, soprattutto nei ruoli chiave di play e pivot. Il dato di fatto è che l’Olimpia si ritrova a fine girone d’andata addirittura al quarto posto, pescando in ottica Final Eight un prestigiosissimo incrocio contro la Canadian Solar Bologna, battuta sabato a Cantù e scivolata per colpa della classifica avulsa fino alla quinta posizione. Quello tra i meneghini e le V nere si presenta come il quarto di finale più incerto, in un panorama che comunque presenta molteplici spunti di interesse.
Mentre il Banco di Sardegna Sassari travolge Caserta e si guadagna l’ottavo e ultimo posto utile, col conseguente scontro quasi impossibile contro la Montepaschi, gli onori delle cronache vanno a chi – con un poderoso sprint finale nelle ultime giornate – ha saputo assicurarsi il secondo posto in graduatoria: tra le 4 squadre appaiate a 20 punti, grazie agli scontri diretti la piazza d’onore va ad una encomiabile Scavolini Siviglia Pesaro. Quella arrivata ieri ai danni della Novipiù Casale è la quarta vittoria di fila per i ragazzi allenati da Luca Dalmonte, candidati ufficialmente al ruolo di mina vagante del campionato. Quello dei marchigiani, però, sembra tutto fuorché un caso. La dirigenza biancorossa ha saputo lavorare in silenzio progettando a lungo termine un’idea di squadra che in questa stagione sta prendendo la sua definitiva forma, e scorrendo il roster a disposizione del coach pesarese si ha l’impressione che alla Scavolini manchi poco – al massimo un paio di tasselli che diano adeguato cambio alle stelle Hackett, White, Jones – per poter competere con costanza ai piani altissimi della Serie A.
Dopo troppi anni passati nel limbo, uno dei nomi storici del basket nostrano può così tornare a far sognare i suoi tanti e appassionatissimi sostenitori, magari iniziando già da Torino e dalla Coppa Italia, dove la Vuelle affronterà ai quarti l’altra rivelazione del campionato, quella Umana Venezia che in seguito allo stop di ieri sul parquet di Avellino è scesa in settima posizione, non intaccando minimamente una prima metà di stagione ben oltre ogni più rosea aspettativa. Il quadro delle Final Eight lo completa proprio la Sidigas Avellino di Frank Vitucci, che con la già citata affermazione sulla Reyer agguanta il sesto posto, a due sole lunghezze dal gruppetto che insegue Siena: a Torino gli irpini incroceranno le armi con la ritrovata Bennet Cantù, reduce dal bel successo casalingo contro Bologna e pronta a riprendere la propria marcia sia entro i nostri confini sia in Europa. Questa settimana segnerà infatti la ripresa delle ostilità anche in Eurolega, e il periodo di doppio impegno campionato-Top 16 sarà per i brianzoli il momento spartiacque dell’anno: se per Basile e soci sarà vera gloria, lo scopriremo nelle settimane a venire.
Nonostante la prestigiosa vittoria su Milano, l’Angelico Biella resta comunque fuori dalle prime 8 e guarderà le Final Eight alla tv, così come la Cimberio Varese, che per la classifica avulsa chiude al nono posto pagando oltremisura la sconfitta di ieri sul campo di Teramo. Nelle zone basse della graduatoria sono proprio gli abruzzesi a recitare la parte del leone: quella arrivata contro Varese è per la Banca Tercas la quarta affermazione consecutiva, striscia positiva impensabile fino a un mese fa, quando gli uomini di coach Ramagli navigavano solitari a fondo gruppo, ma preziosa per far respirare l’ambiente teramano e far saldare un gruppo che in chiave salvezza sembra aver trovato il bandolo della matassa. Un’ultima nota di merito è per la Benetton Treviso: il ritorno in biancoverde di Marcus Goree, vecchio leone amatissimo dai supporter del PalaVerde, sembra aver restituito vigore e carica ai ragazzi di Djordjevic, che dopo aver espugnato il Forum di Assago si confermano battendo in casa Cremona. Ossigeno puro per chi, in attesa di conoscere il proprio futuro a livello societario, spera di guardare avanti con fiducia almeno nell’ambito meramente agonistico.
Daniele Ciprari