È una Serie A che continua a riservare emozioni, risultati a sorpresa e grande equilibrio, quella che ha appena vissuto la sua diciannovesima giornata, seconda del girone di ritorno. Mentre infuria la bagarre a tutti i livelli, a partire dalle posizioni di vertice e continuando sia con la lotta riguardante i piazzamenti-playoff sia con quella per non retrocedere, i titoli a nove colonne di questo lunedì post-campionato se li prende l’Umana Venezia di coach Andrea Mazzon, che con una caparbia prestazione di squadra costringe allo stop la capolista Montepaschi Siena. Nel posticipo serale del PalaVerde – temporanea “casa” dei veneziani, diventata però un fortino carico di pubblico e di passione – la sempre più sorprendente Reyer cala l’asso vincente e fa tornare sulla terra una Mens Sana apparsa lontana parente dello schiacciasassi che pochi giorni prima aveva umiliato il Real Madrid in Eurolega. Siena si inchioda, in quanto a punti segnati, alla per lei inusuale quota 60 e, al termine di un match non bello ma di grande pathos, torna a conoscere il sapore della sconfitta dopo 4 affermazioni di fila tra campionato ed Europa.
Il turn over operato da Pianigiani ha ieri lasciato fuori dai 12 Ksistof Lavrinovic, da poco rientrato da un serio infortunio ed elemento cardine soprattutto in ottica continentale, ma l’assenza del lituano non costituisce una scusa per una Montepaschi il cui intero attacco non ha brillato, con la sola eccezione di David Andersen. Onore e merito ad una Umana che continua la propria splendida favola e che, strappando i due punti ai campioni d’Italia, riapre potenzialmente tutti i giochi di alta classifica. Potenzialmente, perché alle spalle dei biancoverdi l’unica inseguitrice che ne approfitta è la Canadian Solar Bologna; l’impegno casalingo delle V nere contro la Sidigas Avellino si è rivelato poco più che una passeggiata per Poeta e soci, che dopo aver travolto la compagine irpina si ritrovano soli soletti al secondo posto, a due lunghezze dalla capolista. I bianconeri di coach Finelli continuano a stupire, e il test di domenica prossima che li vedrà opposti all’Emporio Armani Milano costituirà la prova del nove: una nuova vittoria proietterebbe di diritto la Virtus tra le grandissime del campionato, “élite” da cui manca da troppo tempo.
Mentre, alle spalle delle V nere, chi si mangia le mani per l’occasione mancata è la Bennet Cantù, battuta a Sassari da un Banco di Sardegna arrivato molto più reattivo ai minuti finali e costretta perciò a restare con 4 punti di ritardo dalla vetta, la Serie A saluta il ritorno al successo della grande malata di queste fasi centrali della stagione. Dopo 4 ko consecutivi (6 aggiungendo quelli in Eurolega) l’EA7 Emporio Armani fa tornare un accenno di sorriso al suo allenatore Scariolo e ai suoi tifosi, muovendo la classifica con una vittoria sulla Scavolini Siviglia Pesaro. Vittoria che ha valenza doppia, perché arrivata contro una diretta concorrente per la piazza d’onore, nonché squadra in forma smagliante in quanto reduce da ben 5 successi di fila. I 2 punti consentono a Milano di raggiungere a quota 22 proprio Pesaro e Cantù e di proiettarsi nell’immediato futuro con più fiducia, anche grazie ad un roster allungato dalla presenza del neo acquisto Bremer, elemento che – pur dovendo ancora inserirsi nel gruppo – va a rimpolpare un reparto esterni in difficoltà.
Un fattore forse sottovalutato durante il recente periodo nero dell’Olimpia è l’assenza di Malik Hairston, lontano dai campi da oltre un mese per un infortunio al tendine d’Achille. I tempi di recupero non sono ancora del tutto definiti, il suo stop forzato non può affatto spiegare né giustificare da solo la crisi di gioco e di risultati dei suoi compagni, ma è innegabile che nel momento in cui Hairston rientrerà in gruppo, Sergio Scariolo potrà finalmente contare su un pacchetto esterni al completo, nel quale l’ex senese garantisce punti e atletismo con la giusta dose di carisma, caratteristiche di cui il tecnico milanese ha bisogno come dell’aria. Intanto l’importante, come primo passo, è stato interrompere l’emorragia di sconfitte, esattamente come è riuscita a fare – dalla parte opposta della classifica – anche la Novipiù Casale: cinque ko consecutivi avevano fatto sprofondare la neopromossa piemontese all’ultimo posto solitario in graduatoria, ma i ragazzi guidati in panchina da Marco Crespi tornano a dare di prepotenza un senso alla lotta per la salvezza cogliendo un preziosissimo successo esterno sul parquet di Cremona.
Lo scontro diretto tra due delle principali candidate alla retrocessione si è risolto davvero all’ultimo respiro, e il finale thrilling ha premiato – dopo un overtime da batticuore – Casale Monferrato, che dopo il canestro decisivo di Temple può gioire per una vittoria che riapre completamente il discorso-salvezza. Agganciata a quota 10 punti proprio Cremona, la compagine rossoblu ha ora nel mirino anche la Banca Tercas Teramo, uscita battuta tra le mura amiche al termine di un finale di gara altrettanto convulso che ha premiato una cinica Benetton Treviso. Nelle zone basse della classifica, l’unica a fare punti è quindi la Fabi Shoes Montegranaro, che approfitta del turno casalingo per sconfiggere Varese e per mantenere 4 lunghezze di vantaggio sull’ultimo posto ora occupato dalla coppia Casale-Cremona. Ma le ultime annotazioni di giornata vanno necessariamente dedicate ad un cambio di allenatore, il terzo dall’inizio della stagione, che si verifica su una panchina di Serie A.
Dopo Cremona e Montegranaro, a cambiare guida tecnica è ora la Acea Roma. Andati ko a Biella nel match giocato mercoledì, i capitolini salutano Lino Lardo dopo 11 sconfitte su 18 gare disputate, e la dirigenza romana tenta di invertire la rotta promuovendo come head coach il suo “delfino” Marco Calvani. È forse inutile ribadire che i problemi della Virtus giallorossa sono ben più radicati, che la stagione era nata sotto strani auspici, che il roster necessiterebbe di urgenti correttivi che rinforzino la squadra soprattutto sotto canestro; i problemi sono sotto gli occhi di tutti, tranne solo quelli di chi non vuole vedere. Ciò che resta da fare è salvare il salvabile, mantenendo la Acea in Serie A e assicurando a questa società – col passaggio di consegne da Toti a un futuro nuovo patron – un avvenire decente. Con l’abituale umiltà, Calvani torna 12 anni dopo (e forse suo malgrado?) a svolgere il ruolo di traghettatore sulla panchina di Roma: nel 2000 il suo interregno segnò l’inizio della presidenza-Toti, stavolta ne segnerà la conclusione; nonostante i suoi sicuri e numerosi difetti, l’ambiente del basket capitolino merita che questo non sia l’ultimo capitolo della storia.
Daniele Ciprari