In questa nuova rubrica ci occupiamo di un match di Eurolega ogni settimana, cercando di analizzare, con l’ausilio di video e immagini, alcuni temi tattici della partita per capire un pò meglio l’andamento delle principali avversarie di Siena, Milano e Cantù nella loro corsa verso le vette continentali.
Per la terza giornata di Top 16 ci spostiamo in Grecia, dove l’Efes Istanbul rendeva visita all’Olympiakos, alla ricerca disperata di una vittoria per rilanciarsi dopo lo 0/2 iniziale.
Missione compiuta dai ragazzi di Ivkovic, anche con uno scarto ampio, sempre importante in questi casi. Ma, nonostante tutto, non si può dire che i biancorossi abbiano convinto in pieno.
Se si analizza la gara, lo strappo decisivo è arrivato nell’ultimo quarto, dove i turchi sono stati letteralmente storditi dal 6/7 da tre punti con cui Spanoulis e compagni hanno messo una pietra sulla gara, piazzando un parziale complessivo di 30-12.
Tiri arrivati senza una particolare costruzione, spesso dopo un passaggio, ma con l’Olympiakos che è stato capace di trovare ritmo offensivo calvalcandolo poi al meglio. Certo la difesa non è esente da colpe, ma non si può dire che siano tiri costruiti con attacchi particolaremente brillanti. In definitiva i greci hanno trovato una buona serata di tiro sfruttandola al meglio.
Chiaro che quando poi sei in trafserta e inizi a incassare triple su triple, se sei l’Efes, diventa anche difficile andare in attacco ed essere razionale ed efficiente. Insomma, bravo l’Olympiakos a segnare con costanza quando più contava, ma è difficile immaginare molte altre partite risolte con canestri del genere.
Per non creare fraintendimenti, comunque, va detto che la vittoria degli ateniesi è stata assolutamente meritata. L’Olympiakos ha praticamente sempre condotto le danze, anche se i turchi si erano riavvicinati nei quarti centrali, ma senza dare mai la netta sensazione di poter portare via i due punti.
Il primo strappo era arrivato in apertura, ispirato dalle sapienti mani di Vassilis Spanoulis, abilissimo a sfruttare a proprio vantaggio la marcatura inedita proposta da Sarica, con Kinsey mandato sulle sue tracce.
Il play greco ha sempre battuto Kinsey in velocità abusando letteralmente di lui sul pick’n’roll. Una volta saltato l’americano, poi, l’ex Houston Rockets si è trovato nel terreno a lui più congeniale, potendo gestire una situazione dove il lungo in difesa si trovava preso in mezzo tra lui e al bloccante in taglio. Il risultato sono state tre situazioni di canestro e fallo, una schiacciata di Dorsey e un fallo subito, con il panorama che non è particolarmente migliorato nel momento in cui al posto di Kinsey è entrato LaFayette, che però, almeno, ha avuto impatto in attacco.
Si è così creato il primo strappo di una decina di punti, che l’Efes ha dovuto sudare per recuperare, crollando poi quando le percentuali dei padroni di casa sono schizzate alle stelle negli ultimi 10′.
Un altro dato statistico chiave e che ha messo in croce Vujacic e compagni è stato quello dei punti da seconda opportunità. L’Olympiakos ha raccolto 9 rimbalzi offensivi, dai quali ha convertito altrettanti punti (5 con Dorsey, 2 con Hines, 2 con Glyniadakis), mentre gli avversari da altrettanti rimbalzi in attacco hanno trovato solo 4 segnature.
Differenze che si vanno ad aggiungere a quella marchiana nella casella del tiro pesante. Detto della prova superlativa dell’Olympiakos, l’Efes, invece, ha onorato le proprie tendenze che la vedono ventesima nella speciale classifica (31,4%) tirando poco e male (1/8).
Tutto sommato ne è derivato uno scarto pesante che mette i turchi in una pessima situazione, al giro di boa di questa seconda fase.
Nicolò Fiumi