REGGIO EMILIA – Un urlo liberatorio. Strozzato in gola dopo averi rischiato di doverselo anche ingoiare. Che non ne voleva sapere di uscire, di librarsi per il palazzetto. Ma dopo un’estenuante finale, fatto di sorpassi e controsorpassi, di quasi vittorie e di quasi condanne, la Trenkwalder la spunta. La spunta in maniera totalmente insperata, dopo aver arrancato a -5 a tre minuti dalla fine, dopo aver affannosamente provato a costruire qualcosa che potesse essere paragonato ad un gioco offensivo che non coincidesse con palla a Robinson o Taylor. E la spunta dopo una gara tesa, bruttina a livello di spettacolo ma bella a livello di clima, che assomigliava tanto ad una sfida playoff. Peccato per una terna arbitrale che ci è parsa non all’altezza, spezzettando la contesa e riducendola ad uno stillicidio di liberi, non concedendo nemmeno un respiro in difesa e fischiando contatti tutt’altro che duri o fallosi. Ma tant’è. Reggio e Barcellona se la sono giocata, indipendentemente da chi avesse vinto lo avrebbe meritato.
TENSIONE. La gara è tesa e nervosa sin dai primi momenti. Barcellona fa girare bene la palla offensivamente e Reggio soffre, non tanto a livello di costruzione di gioco ma sul piano realizzativo. Il ferro sputa diverse conclusioni agli uomini di Menetti, che restano a galla solo grazie alla vena di Donell Taylor. La Sigma colpisce anche dall’arco e tramuta in punti i numerosissimi rimbalzi offensivi (10 al termine del primo tempo). Ma la reggiana resta li, con le unghie e con i denti, sporcandosi le ginocchia e provando a costruire qualcosa offensivamente, dove ha un buon impatto Antonutti e dove Cervi fornisce quella fisicità a rimbalzo che era mancata con Chiacig, seppur il pivot friulano abbia avuto un discreto impatto inizialmente. Mocavero, graffia nel pitturato e si va al riposo sul 28-25 per i padroni di casa, dopo che, ad inizio del primo parziale si era trovata sotto anche di 6 lunghezze. Al rientro dagli spogliatoi la Trenkwalder prova a scappare via, con la tripla di Taylor ed il momentaneo black-out dei siciliani. Ma la luce torna presto: Green è preciso in impostazione e mette in ritmo Hicks e Lukauskis che accorciano sino al -2 al ventiseiesimo. Arranca Reggio, si pianta in attacco e lascia varchi enormi in difesa; Barcellona ringrazia e soprassa con diversi viaggi ai liberi.
INFERNO E RITORNO. Conduceva da inizio secondo parziale la reggiana ed ora si ritrova ad inseguire nuovamente, ma con tanta stanchezza addosso in più e molta lucidità in meno. Taylor accentra troppo il gioco e la difesa ospite si adegua facilmente, Filloy, gravato di tre falli fin dal secondo quarto, fatica anche in attacco (chiuderà a 0) complice anche un perfetto piano partita studiato su di lui da coach Pancotto, e Robinson non ne vuole sapere di ingranare. La Sigma invece segna, anche se con il contagocce, e si riporta a +5, cortesia di un buon Lukauskis e di Green. Il palazzetto ha paura, vede materializzarsi la prima sconfitta casalinga, soprattutto per l’incapacità di concretizzare il gioco offensivamente ed il trio arbitrale non fa nulla per non rendere nervosa una gara che di cattivo non aveva nulla. Ma dal cilindro, la Trenkwlader ripesca il suo Dawan Robinson più brillante: il play di Philadelphia infila 7 punti consecutivi penetrando con facilità nelle difesa siciliana e la reggiana rimette la testa avanti, a 3 minuti dal termine: totalmente non prevedibile fino a pochi minuti prima, 53 pari. Ora i biancorossi corrono ed hanno ritrovato vigore. Ruini piazza la tripla del +3 a 2’35’’ dal termine, che fa esplodere il PalaBigi. Antonutti completa una gara di altissimo livello con il libero del +8 ad un minuto e mezzo dal termine. Ma la Sigma non cede: Hicks piazza due triple consecutive e riporta i suoi in linea di galleggiamento a 33” dal termine. Robinson fa bottino pieno dalla lunetta, ma Lukauskis, dopo l’ennesimo rimbalzo offensivo ospite, graffia dai 6.75. Lo stillicidio di liberi porta la gara sul 63-62 a 0.8 decimi dal termine, con Ruini in lunetta per chiudere la gara. Il play reggiano sbaglia il primo libero e, volutamente, fallisce il secondo per riattivare il cronometro. La preghiera siciliana si spegne lontano dal ferro, vince la Trenkwalder 63-62.
Vittoria fondamentale per Reggio Emilia, che stacca la Sigma, ora, di 6 punti in classifica con due gare in meno e, salvo crolli, la esclude dalla lotta per il primo posto. Ma la squadra di coach Pancotto è formazione solida e ben allenata, costruita con criterio e per puntare in alto. In caso non si dovesse concretizzare la promozione diretta sarebbe uno spauracchio temibilissimo nei playoff. Il ciclo terribile, per la Trenkwalder, è appena iniziato: domenica sarà ospite di Scafati poi riceverà Brindisi. Chiuderà il periodo la visita a Pistoia. Il primo passo è stato fatto stasera, ma la camminata è ancora impervia, lunga ed assolutamente decisiva. Urla e libera la tensione reggiana, senza perdere di vista il ruolino che ti attende.
Trenkwalder Reggio Emilia – Sigma Barcellona 63-62
Progressione: 10-16; 28-25; 43-40; 63-62
Parziali: 10-16; 18-9; 15-15; 20-22
Dagli spogliatoi
Max Menetti: “Abbiamo fatto le cose giuste al momento giusto. Sapevamo che sarebbe stata una battaglia, come lo saranno, d’altronde, tutte da qui alla fine. Barcellona è stata brava a metterci le mani addosso e, di conseguenza, le percentuali sono state basse. Negli ultimi minuti siamo riusciti a far circolare meglio la palla ed i risultati si sono visti. Abbiamo sofferto solo a rimbalzo, dove Barcellona è stata incisiva e ne ha catturati diversi offensivi, ma la difesa è stata positiva.” E Antonutti? “E’ stato bravo a calarsi nel nuovo ruolo di giocatore totale che deve ricoprire qui. E’ stato preziosissimo contribuendo con fisicità e rimbalzi, come gli avevo chiesto.”
Cesare Pancotto: “La partita è stata impostata come volevamo, controllo dei ritmi e presenza a rimbalzo. La differenza, quando perdi di 1 punto, la fanno i particolari. Volevamo difendere forte su Taylor e Robinson e l’abbiamo fatto, limitando il gioco in penetra e scarica di quest’ultimo, che ci avrebbe esposto al tiro da tre di Reggio, ma negli ultimi minuti abbiamo peccato un po’. C’è grande rammarico, sorpattutto per il primo tempo, dove abbiamo catturato tanti rimbalzi, costruito buoni tiri ma non concretizzato come dovevamo.”
MVP: Michele Antonutti: il nuovo innesto reggiano è già entrato nei cuori dei tifosi. Chiude la gara con 12 punti e 10 rimbalzi, ma soprattutto con tante, se non tutte, scelte azzeccate al momento giusto. Colpisce dall’arco e da sotto, difende alla morte e si fionda a rimbalzo con cattiveria agonistica rara, nella gara di stasera. Il 21 di valutazione dice tanto, ma gli intagibles direbbero ancor di più
WVP: Ursi, Borgioni e Rossi: ovvero gli arbitri. Lungi da noi il voler gettarla sulla polemica, ma la gara di stasera ha rischiato di essere definitivamente rovinata da decisioni dubbie, con poco senno e totalmente prive di senso sportivo. Una gara dal peso specifico come quella di stasera poteva essere lasciata scorrere maggiormente, vista soprattutto la totale assenza di cattiveria tra le compagini, ma solo una sana tensione ed una ancor più salutare rabbia agonistica.