PESARO – Sembra improvvisamente essersi esaurito il momento magico della Scavolini Siviglia, che bissa l’orrida partita di domenica scorsa contro Venezia e lascia strada ad un Otto Caserta certamente non trascendentale ma umile e lucida come il suo allenatore, nonostante un roster certamente più corto ed un reparto lunghi ridotto all’osso.
Non tragga in inganno il punteggio finale, frutto di una reazione di nervi dei padroni di casa ispirata da qualche sprazzo dei soliti Hickman ed Hackett e che ha portato i biancorossi anche ad accarezzare l’idea di una vittoria tanto clamorosa quanto immeritata; la Scavolini Siviglia è stata infatti preda per tutta la partita di un’abulia ingiustificata che ha esaltato la prestazione corale di Caserta (cinque giocatori in doppia cifra con contributi apprezzabili da tutti i chiamati in causa), ed ha ancora una volta evidenziato quelli che sono i già noti difetti di questa stagione: una panchina asfittica, una terribile difficoltà contro la difesa schierata e contro la zona e una generale confusione offensiva che, in quest’occasione, ha portato anche a tante palle perse.
La Otto, con Fletcher in tribuna che lascia spazio a Kudlacek, non domina a rimbalzo come ci si poteva aspettare ma ha il merito di giocare in maniera ordinata e di mettere in ritmo tutti i suoi giocatori, permettendosi il lusso di sopportare anche un primo tempo in cui Smith non segna, per poi comunque prendersi la rivincita con gli interessi nella ripresa.
L’inizio di Jones, con due triple in poco tempo, è solo un fuoco di paglia perché poi l’attacco della Scavolini Siviglia si dimostra impreciso con molti errori sia al tiro che nella ricerca del gioco sotto canestro; gli unici punti giungono da qualche contropiede. Ne approfitta una Caserta che forse abusa un po’ troppo del tiro da tre ma recupera molti palloni che Bell (9 pts nel primo quarto) tramuta in canestri piuttosto facili.
Nel secondo quarto la Scavolini Siviglia, invece che reagire, sprofonda nel marasma del proprio attacco sconclusionato in cui White ed Hackett non riescono ad entrare in ritmo, mentre Cavaliero, nonostante i tanti minuti concessi da Dalmonte, appare completamente sfiduciato al punto da essere diventato un vero e proprio oggetto misterioso.
Dall’altra parte la Otto gioca con molta semplicità ma anche tanta efficacia e prende gradualmente il largo, anche grazie ad una sorprendente prestazione di Doornekamp nella sua veste di 4 tattico di riserva; quando l’ex Sacripanti propone la consueta zona tanto indigesta ai padroni di casa, per Pesaro si fa notte fonda e sprofonda fino al -14 (25-39) sancito dalla sirena di metà tempo.
L’intervallo non smuove i padroni di casa dalla loro apatia e dopo solo due minuti e mezzo Dalmonte è costretto a chiamare time-out per cercare di fermare l’emorragia che aveva portato Caserta addirittura sul +19 (27-46, questa volta con Maresca sugli scudi).
Le cose però non cambiano molto, perché se è vero che se è vero che la Scavolini Siviglia comincia ad avere qualcosa da Cusin ed Hackett, dall’altra parte si sveglia Smith che, agendo spesso da 5 tattico, diventa immarcabile per i lunghi avversari, costringendo Dalmonte ad adeguarsi alla mossa di Sacripanti e giocando con Jones e Flamini sotto le plance.
Una piccola svolta si ha solo a metà dell’ultimo quarto. La Otto comincia forse ad accusare un po’ di fatica e così, dal 59-71 suggellato dall’ennesimo canestro di Smith, si passa sul 71-73, in poco piùdi due minuti, sotto la spinta dei soliti Hackett ed Hickman; la partita sembra completamente riaperta, ma poi i padroni di casa perdono improvvisamente di lucidità e che una serie di attacchi sciagurati permettono agli ospiti di rifiatare, prima che Smith non tramuti in canestro un importantissimo rimbalzo offensivo e poi Kudlacek suggelli la vittoria con due liberi segnati in maniera glaciale.
La partita finisce così sul punteggio di 75-82, con la Scavolini Siviglia che riesce anche a dilapidare la differenza canestri favorevole con degli scriteriati ultimi secondi di partita, a testimonianza di una completa assenza mentale dal match.
La vittoria di oggi permette infatti a Caserta di mettere quasi da parte ogni preoccupazione sulla salvezza e di potere pensare anche ai play-offs; al contrario la Scavolini Siviglia getta al vento quanto di buono fatto fino ad oggi e si trova al momento appena fuori dalle prime otto, con una partita da recuperare ma anche con due trasferte consecutive che l’attendono nell’immediato futuro.
Sala Stampa
Dalmonte
A questi livelli regalare metà partita è impossibile si si vuole vincere, perché poi per recuperare si deve produrre uno sforzo devastante e, comunque, si dà fiducia agli avversari fin dall’inizio per tutta la partita: questo è il peccato mortale in cui siamo incappati. Ci sono due statistiche che fotografano impeccabilmente il nostro atteggiamento di oggi: il numero delle palle perse ed il numero dei liberi che abbiamo tirato nel primo tempo, chiaro sintomo di una nostra mancanza di aggressività. Adesso ognuno di noi deve farsi una spietata analisi per poi metterla al servizio della squadra, cercando di fare gruppo per uscire da questo momento, così come ne siamo già usciti una volta nel corso del campionato
Sacripanti
Siamo stati bravi a far ruotare tutti i nostri giocatori riuscendo ad ottenere qualcosa di importante da ciascuno di loro; bravi anche a rimbalzo difensivo, laddove nell’ultima partita interna contro Varese eravamo stati sovrastati sotto ai nostri tabelloni. Poi inevitabilmente nel finale abbiamo patito l’aumento di aggressività da parte di Pesaro, però siamo riusciti a portarla a casa meritatamente. In questo modo siamo riusciti a recuperare i due punti un po’ buttato via contro Varese e forse possiamo dire che per noi il discorso salvezza è chiuso. Ho deciso di giocare spesso senza pivot soprattutto per motivi difensivi, perché così avevamo la possibilità di cambiare sistematicamente in difesa sui loro pic & roll.
Scavolini Siviglia Pesaro – Otto Caserta 75-81
Parziali: 11-17; 14-22; 27-24; 23-18
Progressione: 11-17; 25-39; 52-63; 75-81
Mvp: dopo un primo tempo abulico, in cui il suo zero nel tabellino era stato ottimamente sopperito dalla prestazione corale di Caserta, nella ripresa Andre Smith ha giocato da leader e si è caricato la squadra sulle spalle con 18 punti in venti minuti e tanti canestri al momento giusto che hanno vanificato qualsiasi tentativo di rimonta di Pesaro
Wvp: tante prestazioni opache in casa pesarese, ma dopo l’ennesima prestazione incolore di Cavaliero, salutata da sonore contestazioni del pubblico di casa, si può dire che per la guardia triestina ci si trovi di fronte ad una vera e propria crisi d’identità
Giulio Pasolini