Poche sorprese, negli ultimi due turni, e tabellone playoffs che rispetta le ultime previsioni. Le ultime, neh, perché rispetto ai pronostici iniziali ci sono stati ribaltamenti non da poco.
Siena si conferma appieno tra le potenze europee, sgominando il girone iberico che si frapponeva al quasi abbonato accesso ai playoff degli ultimi anni. Se si vuole, la non troppo recondita accettazione delle due ultime sconfitte, solo “controllate” nel punteggio, costituisce una novità nella gestione senese almeno nell’era Pianigiani; tanto che lo stesso coach si è evidentemente sentito in dovere di ammettere, nelle successive interviste, la necessità di dosare le forze, una volta acquisito di fatto il primo posto nel girone. Aggiungiamo un pensiero: la sconfitta a Bilbao, che ha sostanzialmente demolito ogni speranza del Real di passare il turno, non è stata forse così sgradita in casa senese…
Il primato nel girone consente di evitare la temuta corazzata-CSKA, per un molto meno ostico Olympiacos (su cui si torna tra poco, tranquilli). Pronostico tutto per i biancoverdi, anche tenuto conto degli amuleti sfoderati in piazza del Campo all’udire la previsione, e non solo per il vantaggio del fattore campo nell’eventuale quinta.
Le altre italiane. A guardar bene, Cantù e Milano sono arrivate entrambe ad un canestro dal passaggio del turno.
Evidente il momento topico della stagione europea della Bennet: dopo averlo sognato per una stagione, Basile si è davvero trovato in mano il pallone che poteva sancire la vittoria sul “suo” Barça ed il probabile accesso ai playoff, ma – fallo o non fallo (e del resto, c’era già stato un fischio dubbio sul precedente contatto tra Mazzarino e Navarro; ma, si sa, noblesse oblige) – quel pallone si è spento sul ferro.
Stagione comunque eclatante, e solo l’exploit di Bilbao nega a Cantù la palma di sorpresa della stagione, con la chicca –da “io c’ero” sulle magliette– della vittoria col Maccabi dal sapore antico, e la coscienza di essersela giocata davvero con tutti al massimo livello europeo.
Solo col senno di poi, si può invece individuare il tiro decisivo – e mancato – dell’Armani in “quell’ultimo tiro” di Fotsis ad Istanbul: con due punti in più in classifica, Milano avrebbe scavalcato il Kazan, e colorato in tutt’altro modo la stagione. Resta il rammarico della crisi nel periodo focale della stagione europea, complici l’assenza di Hairston e l’impossibilità di schierare Bremer; ma anche la consapevolezza – maturata non solo guardando la classifica finale ma pure tenendo in debito riguardo la vittoria di Atene contro il Pana – di un importante passo avanti in prospettiva futura: e non a caso Don Sergio Scariolo ha sottolineato la miglior prestazione complessiva di Milano da quando l’Eurolega ha la formula attuale.
Le big four. Accanto a Siena, i primi posti dei gironi premiano le altre due potenze emerse durante la stagione, CSKA e Barça, oltre ad un Panathinaikos meno strutturato del passato ma degno dell’elite europea non solo per quanto mostrato in passato. Appena un passo indietro il Maccabi visto quest’anno, che per accedere alle finali dovrà espugnare Atene, quando il limite della squadra è stato finora proprio l’andamento in trasferta; grande fascino, comunque, per una sfida su cinque partite che riproducono la finale 2011.
Meno problemi dovrebbero invece incontrare il Barça – anche se il Kazan dei nostri amici Domercant e Greer si è dimostrato capace di tutto – e soprattutto il CSKA, che presumibilmente stritolerà la stupefacente Bilbao (ma attenzione al fattore campo in terra basca…).
Le greche. “Ci sono un’italiana, due russe, un’israeliana, due spagnole e… due greche”. No, non è l’inizio di una barzelletta grossolana, ma il panorama delle ammesse ai playoff. Non una notizia le accoppiate russe ed iberiche – anzi, per i colori di Spagna il bicchiere è mezzo vuoto: “come, solo due??” –, sorprende invece ritrovare le odiate nemiche del Pireo. Crisi economica, ridimensionamento, USA per una volta scelti tra i rookies e non tra i grandi nomi europei, e alla fine…rieccoli.
Certo, dopotutto è ancora in piena voga la generazione di fenomeni ellenici: se la bacchetta da direttore è in mano a Spanoulis o Diamantidis (ma anche a Papaloukas, vedi Maccabi), di sicuro di strada non ne fai poca. Però fa pensare che l’Olympiacos in mezza dismissione sia arrivata dove i mezzi di Armani ancora non sono riusciti…
Detto questo, mentre il Pana può puntare a rendere durissima la vita al Maccabi e a tornare per la prima volta alle final four da campione uscente, i cugini in biancorosso sembrano lontanissimi dal loro standard passato: e Siena, si sa, non fa sconti quando i giochi si fanno seri.
La sorpresa. Già detto: Bilbao, con un’incollatura su Cantù.
Così così in campionato, ma ai playoff in Eurolega; orgoglio basco da dare in beneficenza, e coesione di squadra tra nomi non altisonanti. Ammettiamolo: quelli che conoscevano i giocatori in roster all’inizio del torneo sono forse addirittura meno di quelli capaci di indicare Bilbao su una cartina muta della Spagna…
Top of the flop. Clamoroso al Cibali!, tutte fuori prima dei playoff le squadre di Istanbul. Costruite saccheggiando il mercato europeo e addirittura l’NBA, devono prenotare una vacanza nei giorni delle final four per non divorarsi il fegato davanti ai tifosi-turisti. Di sicuro, vacanza non in Turkish Airlines, presumibilmente furente per la debacle… Apprezzabile che non siano neppure arrivati “aiutini” arbitrali, che l’ULEB sia diventata una cosa seria?
Top of the flop – 2. Altalenante a dir poco, è fuori dai playoff anche il Real Madrid (unica eliminata tra le finaliste dell’anno passato). E ancora per mano di Bilbao, che già costò l’eliminazione in semifinale Liga l’anno scorso! Rimpiangeranno mica Messina, nella Capital?
MVP. Poche ciance: Kirilenko, anche se – nonostante le reiterate invocazioni – non ha cambiato barbiere.
Cota Cota Cota. Dopo il “2 di picche” dato l’anno scorso all’ULEB, rispedendo al mittente l’organizzazione delle final four “perché senza la garanzia di squadre italiane rischia di essere un flop” (infatti, quest’anno, ad Istanbul sono previsti solo i familiari dei giocatori e due scolaresche locali. Ma va’, va’…), si scopre che si è chiesta e – pare – ottenuta la finale di Europa League, o come si chiama la vecchia Coppa UEFA di calcio (nostalgia canaglia) per il 2014. Non sappiamo se dell’organizzazione farà parte la Regione, ma è presumibile: caro Cota, lo sai da quando un’italiana non va in finale in quel torneo? Ecco, bravo, studia…