Sono state ben 16 le partite che hanno aperto la tornata del secondo turno. Una sola la sorpresa o “upset” come dicono oltreoceano, per il resto quasi tutto secondo pronostico. Vediamo più nel dettaglio cosa è avvenuto, aspettando che altre grandi scendano in campo. Per ora Kentucky ok, Syracuse rimandata a settembre senza Melo, Kansas State ha sofferto da pazzi, Ohio State c’è, Marquette meglio di Louiville.
South
Quasi completato il tabellone, dove mancano i Bluedevils di Duke e N.Dame/Xavier per chiudere i conti. Iniziamo dalla bella vittoria nel derby di Kentucky sui cugini di Western Kentucky. Sembrava una fuga iniziale già decisiva quella che apriva il match, ma i ragazzi in maglia rossa ci hanno creduto, e hanno rimesso il muso avanti. Contro però un Lamb che segna da dentro e fuori, un Terrence Jones in serata (22 punti + 10 rimbalzi per lui ) c’è ben poco da fare. I Wildcats alla fine vincono 81-66 concedendosi anche il lusso di lasciare il campo alle seconde linee nei minuti finali, e anche di avere un Kidd-Gilchrist stasera leggermente in ombra. Per la squadra tanto cara al “barone” Rupp ora c’è Iowa State, che ha battuto i campioni uscenti di UConn 77-64. I campioni uscenti non riescono mai a stare dentro nella gara nonostante il solito Jeremy Lamb (19 punti per lui). A scavare un solco importante per Iowa St ci pensano Christophersson (si proprio come il simpatico volpino di Fantastic Mr Fox) che con 3/3 dall’arco piazza un break da solo di 9-0 devastante a metà del primo tempo. Ci pensa poi Chris Allen (20 punti per lui) e il lavoro in vernice di White (15+13) a gestire il vantaggio nel secondo tempo, dove UConn non riesce mai a rientrare del tutto (minimo svantaggio sul -8) prima che siano proprio dei liberi di Christophersson a chiudere il match sul 77-64 finale. Primo e unico upset del giorno, e guarda chi c’è, VCU, questa sconosciuta! I Rams battono la squadra #16 nazionale con una gara molto ordinata. In un primo tempo equilibrato è un Burgess (16 punti a fine gara per lui) tarantolato a scavare il parziale di 34-35 che chiude i primi 20′. Molto del lavoro però è contributo del duo Graham-Brandemberg che esce dalla panchina e produce parecchio specie in termini di intensità. L’inizio di ripresa di Dj Haley e il buon impatto di Theus regalano una tranquilla doppia cifra di vantaggio ai Rams che sembrerebbe mandare già Wichita St a casa. Ma Kailey prima e Ragland poi con la tripla l’uno, con l’energia l’altro, ricuciono lo strappo fino al -5 (51-46) a 9′ dal termine. VCU non segna più se non dalla lunetta (ancora Brandenberg) e VCU ci crede riportandosi sul -3 sulla tripla di Ragland. Quando Stutz fissa il -1, l’inerzia è tutta a favore degli Shockers, ma arriva il timeout e la scossa dei Rams. Daniels firma da 3 il canestro del +4, ma due triple (Ragland e Murry) danno il primo vantaggio della partita a Wichita State sul 57-59 a 2′ dal termine. Sull’orlo del baratro Burgess fissa una bomba di importanza capitale e poi Theus chiude il 62-59 finale. Ora i Rams incontreranno Indiana che ha battuto New Mexico 79-66 in una partita senza storia. Il vantaggio dal primo all’ultimo minuto, gli Hoosiers sono una squadra che sa farti innamorare del basket con tanto coinvolgimento e teamwork che mette in ritmo tutti, come testimoniano i ben 4 ragazzi in doppia cifra Zeller, Watford, Sheehey (tutti e 3 a quota 14) e Hull, top scorer con 22. Contro una squadra che tira col 60% dal campo e col 53% da 3 si può poco e New Mexico alla fine soccombe cadendo in piedi con lo scarto finale di soli 13 punti. Chiamatelo “upset” se volete, secondo me invece vince la squadra sulla carta più forte, anche se non favorita dal numero di ranking. UNLV perde contro Colorado dopo una gara combattuta, finita 68-64. Colorado scappa fin da subito, nel primo tempo mantiene circa 10 punti di vantaggio con le triple di Brown e Dufault. Il secondo tempo sembra solo una passerella, perchè Robinson e compagni scappano fino al +19, ma poi i ragazzi del Nevada dimostrano di non essere lì per caso recuperando fino al -2 grazie al lavoro di Marshall e ai tiri da lontano di Bellfield. Decisivo però nel finale sul fallo sistematico avversario il play di Colorado Dinwiddie che segna i punti della vittoria finale dimostrando grande freddezza. Nell’ultima gara giocata in questa division, Baylor dopo un inizio letargico, batte con semplicità South Dakota, che all’inizio, spinta dal suo go-to-guy Wolters e da White sul +11 ci aveva creduto. Ma una grande partita da parte di Antony Jones e di Quincy Miller, nonchè, un gran lavoro di Pieer Jackson e Heislip (specie nella ripresa) permette alla testa di seria numero 3 di vincere alla fine 68-60.
East
Qui partiamo dal basso e scaliamo il tabellone… Ohio State batte Loyola Md senza stancarsi troppo col finale di 78-59, su cui incide e non poco la fenomenale partita da 31 punti e 12 rimbalzi di Deshaun Thomas. Altri due in doppia cifra per Ohio State, cioè il solito Sullinger (12+11) e un preciso Buford molto bravo a segnare i suoi tiri e mettere insieme 17 punti. Loyola resiste solo i primi 7 minuti, poi la marea biancorossa si abbatte su di lei ed è notte fonda, come per molte altre squadre. La numero 2 del tabellone affronterà Gonzaga che senza patemi abbattano WVU 77-54 in una gara che ha poco da raccontare (segnaliamo i 4 uomini i doppia cifra per l’università che vanta il nome della famiglia ferrarese). Idem dicasi per Wisconsin che asfalta Montana 79-43, e che ora se la vedrà con Vanderbilt, che liquida la pratica Harvard 79-70. Una gara tiratissima, sempre punto a punto. Solo sul finale di primo tempo, Jenkins (27 punti) e uno scatenato Tinsley (16 punti con un solo errore dal campo) creano un +10 che manda tutti a riposo. Nel secondo tempo dopo un vantaggio che arriva anche oltre le 15 lunghezze, Harvard si rifà pericolosamente sotto guidata da Casey e Wright, persino al -5, prima però di iniziare col fallo sistematico che premia Vanderbilt. Suda sette camicie Kansas st per avere ragione di Southern Mississippi. Sembra fatta già dopo 6 minuti quando McGruder porta i suoi fino al +10. Per lui saranno 18 i punti nella prima metà e 30 a fine gara, ma i Golden Eagles non si arrendono e con Page e Watson tornano in gara, sorpassano e sono sotto di 3 all’intervallo. La ripresa segue lo stesso filo conduttore, con addirittura South. Mississippi che sulla tripla di Doodson tocca il 45-40 a 13′ dalla fine. Qui si scatena il duo ispanico di Kansas State, che prima pareggia con i liberi del suo lungo Henriquez, poi sorpassa con la guardia Rodriguez. L’ultimo pareggio lo firma Jenkins, ci pensa ancora McGruder a dare la spallata vincente per i suoi, nonostante Doodson e Watson siano restii ad alzare bandiera bianca riportando la loro squadra a -3 a 1′. Il finale è tutto di Angel Rodriguez che con calma glaciale segna i liberi importanti e regala ai suoi il successo 70-64. Ultima ma partita più attesa quella degli Orange di Syracuse che senza Fab Melo, lottano e soffrono tanto, ma alla fine battono NC Ashville, 72-65. Punteggio bugiardo, la squadra sfavorita resta in partita tutta la gara e cede solo nel finale. Ashville va anche +7 nel primo tempo con i liberi di Dickey e chiude il parziale sopra di quattro sulla tripla proprio del folletto appena citato, che finirà proprio con 5 punti la sua gara. E’ la tripla di Southerland, 15 punti, migliore dei suoi uscendo anche dalla panchina, a dare la scossa agli Orange, che si ridestano e si rimettono in partita, iniziando un punto a punto infinito. Primm e Atkinson lasciano accesa la fiammella del clamoroso upset, ma mancano ancora 11 minuti ed è sempre lui, Southerland, e sempre dall’arco a punire la difesa dei Bulldog. Il fallo e canestro convertito da Joseph è quello che indirizza la partita, Lane con la tripla riporta i suoi fino al 61-64, ma Trice e Jardine sono freddissimi dalla lunetta. Ancora Primm va coi liberi del -3 Ashville ma Joseph chiude la pratica sul 65-72. Se Syracuse gioca così, Kansas State (che mi piace tanto come squadra e organizzazione di gioco) gliene da 30.
Midwest
Nessuna gara disputata, attendiamo oggi le sfide tra cui North Carolina/Vermont, Kansas/Detroit Mercy, Temple/SouthFlorida (possibile upset) e Purdue/St.Mary, con occhio agli sfavoriti in maglia nero-oro.
West
Quattro gare disputate, senza che però giochino le prime due teste di serie, cioè Michigan State e Duke. Nelle partite disputate già, New Mexico batte Long Beach 78-65, con una gara caratterizzata da un gran equilibrio, che solo Drew Gordon (18 alla fine) riesce a spezzare. All’intervallo è +4 Lobos, nella ripresa Long Beach è sempre a contatto e 5′ dalla fine sorpassa sul 61-59 sulla schiacciata di Ennis (13+7 per lui), ma risponde presente anche Kendall Williams che aiuta Gordon a firmare un parziale di 8-0 che regala ai suoi la vittoria finale. I “lupi montani” se la vedranno adesso con Rick Pitino e la sua Louisville. Look poco sgargiante per il coach dei Cardinals, così come squadra “essenzialista” la sua, che si limita al compitino e batte senza strafare una positiva Davidson. L’acuto di Justice e la tripla di Smith, cioè due veri e propri “mister nessuno”, permette a Louisville di chiudere a +8 un primo tempo in cui i vantaggi sono stati risicati e in cui Davidson con qualche tripla ha trovato spesso il bandolo della matassa. Un secondo tempo dominato da Siva (17 per lui quasi tutti nella ripresa) e da Behannan (14+11) permette ai Cardinals di fuggire col margine largo. Bisogna attendere 10 minuti per vedere un canestro di Louisville non firmato dal duo appena citato, con un vantaggio che si aggira sempre vicino alla doppia cifra. Nel finale si fa notare anche il poliglotta Dieng che fissa i punti della staffa prima di qualche minuto di pure garbage time che permette a Davidson di recuperare qualcosa e di chiudere alla fine sul 62-69. Dominante, precisa e schiacciante è la vittoria di Marquette, che batte BYU 88-68. Qui non c’è davvero mai stata partita, con Crowder meraviglioso, che firma 25 punti, supportato a ruota da Johnson-Odom (20 per lui). BYU dopo la rimonta dell’altro ieri stavolta non può nulla e i 20 punti sono anche pochi rispetto a quanto vistosi sul parquet. Ora l’ultima gara (la prima di giornata però) tra Murray State (squadra – con 1 sola sconfitta – sottovalutata) e Colorado State. Ora io sulla gara che ha visto prima Murray andare sotto di 10 poi recuperare e vincerla sulla ripresa grazie anche alle 30 palle perse degli avversari che non riuscivano ad azzeccare due passaggi spedendo almeno 10 palloni sulla prima fila del parterre e prendendo continue scivolate sui terzi tempi che sembravano le comiche, mi soffermerei sul cuore della NCAA e su un ragazzo che forse non sarà Dwight Howard ed è stato appena eliminato, ma che posso dirlo, mi ha fatto commuovere per come ha giocato. Sto parlando di Pierce Hornung, giocatore di Colorado State che lotta a rimbalzo, segna da vicino, si butta per terra, rincuora i compagni, fa tutto quello che il tuo pivot dovrebbe fare. Sono 12 punti e 17 rimbalzi per lui, manco a dirlo high stagionale in entrambe le voci, ma il cuore che ci ha messo questo ragazzo è uno spot per tutta la NCAA e per il basket e meritava la menzione. Per la cronaca Murray vince 58-41 guidata più da Poole che dal tanto decantato Canaan che nel primo tempo ha solo sparacchiato dal campo, anche se a fine gara è stato il miglior marcatore dei suoi. Attenti ai gialloblù, che possono andare lontano.
Domenico Landolfo