ROMA – Milano passeggia sulle macerie di un’ACEA Virtus Roma che resiste solo un periodo, il primo, per poi essere surclassata da una dirimpettaia che, come pronosticato, fa valere tutto il proprio talento e la fiducia di cui ora gode in questa fase della stagione, dopo mesi d’incertezze e di dubbi.
Certamente ai ragazzi di Calvani la notizia che Varese avesse vinto 40 minuti prima in quel di Treviso, ipotecando di fatto almeno l’ultimo posto utile per i Playoffs, avrà sicuramente fiaccato la loro resistenza nervosa. L’ACEA sicuramente ci ha provato ma sempre nel solito modo: confusionario, approssimativo, forzando spesso molti tiri in attacco e difendendo con una zona discreta proposta per larghi tratti del match ma mai efficace seriamente. Perciò Varese, vantando ora due vittorie di vantaggio su Roma a 3 giornate dalla fine, e dovendo l’ACEA riposare proprio all’ultimo turno, distacca irreparabilmente l’Urbe che vanta anche un peggior quoziente punti negli scontri diretti.
Una Caporetto quindi per quest’ACEA, l’ennesima, che avrebbe dovuto riportare la gente al Pala Tiziano (non completamente pieno nemmeno questa sera dopo i recenti accadimenti e con l’incubo fallimento dietro l’uscio), ma possiamo certamente dire che è stata una disfatta annunciata, anche questa. Analizzeremo con calma i perchè di questa stato di cose nelle prossime giornate, intanto resta la pessima stagione di sempre nella storia della Virtus questa stagione 2011-12, di fatto la più brutta in senso assoluto in quanto la mancata partecipazione ai Playoffs arriva quest’anno addirittura a 3 giornate dalla fine mentre l’anno scorso l’amaro calice fu bevuto all’ultima giornata della stagione regolare. Una regressione quindi, un peggioramento che non si sarebbe dovuta vedere per una squadra che vanta il quinto o sesto budget della Lega; una squadra che in piena corsa Playoffs decide di privarsi di un giocatore come Dedovic limitandosi così rotazioni e gestione delle sfide, in un momento della stagione in cui tutte le squadre di tale nome dell’urbe terracqueo cercano di rafforzarsi per salvare capra e cavoli.
Una situazione grottesca, inimmaginabile ad inizio stagione perchè anche se qualche incognita c’era e ben sapendo che le avversarie sarebbero state ostiche e difficili da battere, nessuno poteva mai sospettare in cuor proprio che questo roster potesse crollare così di schianto dopo aver anche sconfitto in casa squadroni come Cantù (anche se incerottata), e Siena tra tutte. Un calo inspiegabile culminata in questa terza sconfitta consecutiva, forse quella anche più prevedibile, niente a che vedere con le brutte figure patite contro Teramo e Venezia, uno spettacolo cestistico decisamente modesto, incerto, vago e sempre in affanno.
Ma non dimentichiamo che questa sera, dall’altro lato della barricata, c’era un’EA7 Milano decisamente tonica, viva, capace di leggere le angosce dei dirimpettai ed affondare senza timore il coltello nella difesa di un ACEA sempre più a malpartito contro la lucida regia di Cook (MVP della sfida a Ns. avviso nonostante il 26 di valutazione per un ottimo Hairston ed un 25 per Ioannis Bourousis, ormai sulla strada del pieno recupero mentale e fisico dopo mesi di appannamento), 11 punti e ben 9 assist con anche e soprattutto 3 triple che hanno rotto quel pizzico di fiducia che Roma cercava faticosamente di costruire e che ha fatto letteralmente ammattire prima Gordic, dopo Maestranzi ed infine Mordente. Un Omar Cook che se risponderà così nei Playoffs potrà risolvere molti dei grattacapi di Scariolo. Ma come citato prima, bravi anche Hairston e Bourousis, 19 punti a testa per la coppia milanese e senza dimenticare un Alessandro Gentile che ha bissato la bella prova di domenica scorsa di Avellino non come score bensì come atteggiamento, come voglia di creare guai seri agli avversari, riuscendoci spesso e volentieri.
Milano quindi che sembra essere uscita dal tunnel delle incertezze dopo aver dato l’addio a Nicholas ed aver deciso di sostituire JR Bremer infortunato non accogliendo Simmons (i rumors di mercato sono ancora indirizzati verso la D-League americana), ma soprattutto una EA7 che appare decisamente chiara nel suo piano di gioco coinvolgendo, ad esempio, ora Radosevic se Bourousis parte con il freno a mano tirato e consentendogli dopo di sferrare i colpi decisivi nella sfida. Aspettando quel gran fuoriclasse di Fotsis ed intanto stropicciandosi gli occhi nel vedere le gesta di Malik Hairston, Scariolo è ora molto sereno rispetto a qualche tempo addietro, la luce si vede aldilà del tunnel, esattamente l’opposto di questa Virtus che non ne vuol proprio sapere di uscirne invece per una fine stagione regolare che consegna Roma ad amare, amarissime riflessioni mentre le scarpette rosse potranno continuare a crescere nella propria marcia d’avvicinamento al secondo posto in classifica ed una sempre più probabile semifinale da mozzare il fiato contro Siena.
Primo periodo, Calvani sorprende tutti schierando Capitan Tonolli per Slokar infortunato in startin’ five per prendersi cura di Fotsis ma anche mettendo i suoi a zona. Milano soffre un pò questa mossa nonostante prima Hairston e dopo Fotsis mettano due comode triple ma Cook gira bene la palla, l’Olimpia gioca in scioltezza mentre Roma cerca Varnado con buona insistenza, lo scopo è chiaro: mettere pressione a Bourousis che non è mai stato un gran difensore. L’equilibrio regna sovrano, Tucker sigla la parità (8-8 al 4°), prima che proprio il centro greco faccia il suo secondo fallo lasciando spazio a Radosevic e che l’Olimpia tenti il primo allungo della gara con un ottimo 0-6 griffato da Mancinelli ed un doppio Hairston, 9-14 al 7°. Datome si desta dal torpore e si mette a referto con due canestri di fila, 13-14 al 9° ma il giovane centro croato è esplosivo come sempre (13-16), mentre dall’altro lato Tucker fa 2/2 dai liberi. Il quarto iniziale si chiude con un gioco da 3 punti di Kakiouzis, seguito dal pareggio a 18-18 con il solito ex-Montepaschi che manda la sfida all’intervallo.
Secondo quarto, Milano prepara la base dello show e parte con uno 0-5 di Radosevic prima e dopo di Hairston sempre dalla lunga (18-23), Mordente placa l’onda d’urto biancorossa. L’Olimpia però adesso è più fluida in attacco, entra Gentile che da spettacolo attaccando il ferro ma beccandosi anche uno stoppone clamoroso da Datome. Sul 25-29, con suoi 6 punti consecutivi, Milano fa però vedere che c’è e che se la gioca molto bene, ben 9 assist serviti e palla che gira con pazienza a cercare il momento giusto per ferire mortalmente Roma. Dal suo canto l’ACEA s’affida a Varnado ed a Mordente in attacco ma Gentile è implacabile come anche Cook non è da meno, il play da New York è stratoferico dalla lunga e traccia il primo solco tra i contendenti, 27-32 al 15° e subito dopo sempre il figlio dell’ex coach di Roma fa 27-34. Roma vacilla, l’attacco fatica come spesso capita ma anche perchè Milano difende bene, l’ex Giachetti va dalla lunga comodo comodo ed è +10 per l’Olimpia, 27-37 al 16°. La differenza appare adesso decisa: Milano gioca bene e difende con cura, Roma s’affida spesso alla conclusione isolata selezionando tiri a bassa percentuale. Calvani chiama tempo, Varnado e Tucker ridanno ossigeno (31-37 al 17°), ma l’Olimpia ha gli occhi della tigre e prima Cook eppoi Melli ridanno il +10 ai propri colori. La partita adesso è in controllo per l’EA7, ancora Cook dalla lunga ma Roma stringe i denti, non vuole mollare nonostante il gap sia palese. Tucker e Datome ci mettono la classica pezza assieme a Gordic, 38-44 al 19°. Chiude il periodo Radosevic sul 40-48.
Terzo quarto, va in onda l’Olimpia Milano show che deciderà la gara. Hairston da 3 e dopo Bourousis fanno un mini parziale da 0-5, Milano vola a +13 al 21° (40-52). Roma è stordita, s’affanna e cerca le solite situazioni singole e non il gioco di squadra. Calvani si rimette a zona ma Fotsis non ha pietà dai 6,75 mentre Varnado ci crede ancora, 46-58 prima che 5 punti di un ritrovato Bourousis dica di fatto la parola “fine” sulla sfida, 46-63 e +17 per l’Olimpia al 25°. L’ACEA concede sempre troppo in difesa dove Tucker ne mette di punti a referto ma spesso si perde il riferimento sulla propria metacampo. E non ci crede più la Virtus, del resto questa Milano è decisamente tanta roba per lei. Milano amministra adesso ancora più agilmente il gioco e va spesso in lunetta grazie al bonus a proprio favore. Gordic non si arrende, fa canestro ma dovrebbe però far girare la squadra….E siccome i guai non vengono mai soli, quarto fallo di Datome al 29° sul 56-72 per gli ospiti e Gentile che infierisce, si chiude il terzo tempo sul 57-74, Milano a +17 e gara in ghiaccio.
Quarto periodo, Roma ha un moto d’orgoglio e piazza un mini parziale di 10-2 con Mordente e Kakiouzis (toh, chi si rivede), l’ACEA risale a -9 ma proprio quando tutto potrebbe far sperare in un miracolo, con Scariolo che chiama il primo timeout della serata, Mordente come Penelope disfa la tela faticosamente messa in piedi regalando due contropiedi ad un Melli sino a quel momento spettatore non pagante, EA7 a +13 al 34° e ciao ciao alla speranza di rientrare (67-80). Bourousis fa un’altra tripla, +16 per Milano, si chiude in perfetto garbage time con il pubblico romano che torna a casa sconsolato, non ci saranno neanche quest’anno i Playoffs ma il tutto accade in un clima quasi surreale, sereno diremmo: forse anche questo, in fin dei conti, è ciò che si merita la platea.
ACEA Virtus Roma – EA7 Milano 79-91
Parziali: 18-18; 22-30; 17-26; 22-17
Progressione: 18-18; 40-48; 57-74; 79-91
MVP: Omar Cook non fa il bottino come all’andata ma tiene le mani sulla gara. Scandisce i ritmi, dispensa 9 assist rifilando anche tre triple che ammazza Roma nei momenti topici del match. Benissimo anche Hairston e Bourousis.
WVP: ACEA Roma, nessuno escluso, senza “se” e senza “ma”, le scuse e gli alibi stanno a zero per questa seconda, orrida stagione toppata di fila.
Fabrizio Noto/FRED