ROMA – L’onda lunga dell’orripilante e brutto campionato della scorsa edizione per l’ACEA Virtus Roma trova sublimazione in questa seconda, mancata partecipazione alla Post Season con una scadente prova di questa sera contro una concreta Casale Monferrato. Per Roma quindi l’ennesima prova di questa orrida stagione, l’ultima al cospetto del proprio pubblico, che ne legittima gli effetti e le conseguenze. La Novipiù, come la stessa Virtus Roma, non aveva più niente da chiedere questa sera a questo primo, storico torneo di Lega A per il club ma ha onorato l’impegno senza addirittura Mustapha Shakur, principale realizzatore della squadra e leader emotivo del gruppo, e Oluoma Nnamaka, entrambi acciaccati per problemi fisici alla vigilia della sfida.
Onorare la sfida, appunto. Ciò che non ha fatto la solita scialba, opaca, Virtus Roma.
L’ennesima prova sconcertante quella di questa Virtus Roma edizione 2011-12 che ha giocato come al solito a sprazzi, senza nerbo e, soprattutto, senza grinta e carattere se non a macchia di leopardo durante tutto il match ed in alcuni elementi. Una prova irritante, sciatta come una casalinga con i bigodini in testa e la vestaglia bisunta addosso, ma che non provoca alcun sussulto nel sottoscritto che vi scrive, testimone suo malgrado del più brutto campionato mai disputato all’ombra del Cupolone, mai la squadra Giallorossoblu si era fermata ad un punto tanto basso in classifica ma, ripetiamo, tutto nasce da lontano e dall’incredibile campionato dell’anno scorso. Irrita comunque constatare che nemmeno in occasione dell’ultima sfida casalinga e perdippiù contro la già retrocessa Casale Monferrato si sia trovato un filo logico nell’attacco la loro difesa e, cosa ancor peggiore, si è concesso come sempre alla squadra avversaria la solita, unica arma disponibile e cioè il tiro da tre. E puntualmente questa sera è toccato a Matteo Malaventura, navigato lupo di mare del nostro campionato, matare questa insolita aggregazione di personaggi in cerca d’autore in maglia Virtus, incapaci come sempre dicevamo di difendere in modo appena decente sul lato debole e sui ribaltamenti improvvisi dei piemontesi.
Forse Casale non meritava di retrocedere, questa sera il roster piemontese, con evidenti menomazioni nelle rotazioni, ha fatto vedere che forse se avesse avuto un pizzico di fortuna in più, probabilmente non avrebbe raggiunto i Playoffs ma se la sarebbe giocata sino alla fine. Una prova di compattezza e d’orgoglio per lo staff gestito dal giovane Andrea Valentini il quale, al fischio della sirena, non poteva esimersi d’esultare ma sempre con molta compostezza, regalando ai suoi ragazzi una standin’ ovation’ singolare con i propri tifosi, accorsi numerosi al Pala Tiziano, che scendevano direttamente dagli spalti sul parquet per ringraziare una squadra unita, umile e decisa a finire nel migliore dei modi questo sfortunato campionato.
Una bella scena di sport mentre dall’altra parte della barricata, un pazientissimo e caloroso pubblico romano nonostante tutto, alla fine della sfida perdeva comprensibilmente la calma evocando e consigliando ai propri beniamini il cambiare al più presto mestiere.
Un’ultima in casa amarissima quindi nonostante un buon Datome (top scorer con 20 punti, 19 di valutazione con anche 6 rimbalzi e 6 falli subiti ma capace anche di perdere 4 possessi), un grintoso Gordic specie nel quarto finale (13 punti con 16 di valutazione e 5 assist e 4 recuperate), ed i soliti punti di Varnado (11 punti più 9 rimbalzi e 16 di valutazione), e Slokar (10 punti per lui ma soli 4 rimbalzi e 15 di valutazione), ma con un Tucker da soli 11 punti. Il resto quasi nullo, con un Kakiouzis inesistente, un Mordente volenteroso ma con poche idee, un Tonolli che mostra purtroppo tutti i suoi anni, impietosamente. Di Maestranzi non diciamo più nulla, non serve, ormai abbiamo capito che il paisà è in evidente crisi di testa ed infierire su di lui non ci sembra proprio il caso.
Anche questa sera, puntualmente, la solita gara con la Virtus che nel terzo periodo riusciva come al solito ad andare anche a +9 (con Tucker al 28°, 57-48), ma che poi scivolava nel vortice del non gioco, della solita, puntuale grinta altrui per subire un contro-parziale letale ad opera di Malaventura e Temple. Imbarazzante costante e, siccome al peggio come al meglio non v’è mai fine, nel quarto periodo la gara scivolava lentamente tra le mani degli ospiti senza forse neanche volerlo ma disegnando almeno schemi e geometrie di senso compiuto.
Ed andando a vedere i numeri, si rimane senza tanto altro da dire: a rimbalzo Casale vince addirittura per 33 a 27 (ben 12 rimbalzi offensivi), con un buonissimo duo Temple-Chiotti (31 punti in due), gestiti veramente bene da The Other Gentile, il più grande dei due figli del Grande Nando, a nostro avviso MVP della gara nonostante i buonissimi numeri di Datome. Stefano Gentile che mette il suo marchio sul match con una presenza in playmakin’ oltre la solita prova, collezionando alla fine 9 punti ma tanta sostanza, se Casale ha sbandato nel terzo periodo era proprio per la sua uscita dal terreno di gioco per il quarto fallo.
Complimenti quindi alla Novipiù , nient’altro da dire per Roma. Resta solo a questo punto un’ultima sfida in quel di Pesaro per questa sgangherata Virtus eppoi finirà quì, senza alcun rimpianto, il peggior campionato di sempre della propria storia.
Primo periodo. Casale non schiera nè Nnamaka e Shakur ed è Gentile che porta avanti la palla con Stevic ed Hukic, con Janning e Ricky Minard in quintetto. Roma come sempre parte forte, 7-2 al 3° con Slokar e Varnado che fanno piazza pulita in area, Stevic ed Hukic soffrono contro di loro. E’ proprio il figlio di Nando, Stefano Gentile, che da linfa ai suoi compagni che ha in Minard e Janning esecutori dalle polveri bagnate. Sempre Slokar dalla lunetta al 6°, 13-6 e dopo ancora Varnado in jump, 15-6 per Roma che fa sentire il peso dei propri centimetri. Martinoni da fuoco alle polveri da tre, 15-9 e Temple immediatamente dopo fa buono più fallo, 15-11 con Calvani che stoppa tutto con il primo timeout. Temple la mette dentro al rientro in campo, 15-12 e, come al solito, il vantaggio dell’Urbe si scioglie come neve al sole quando Gentile va di tripla dopo un altro canestro di Temple, 17-19 per Casale. Casale è più viva e vivace, l’ACEA sonnecchia come al solito e gioca a ritmi blandi basandosi su di una presunta superiorità da dimostrare sul campo. Si chiude con gli ospiti in vantaggio sul 20-23 con Chiotti che ribadisce da sotto, degno corollario della solita partenza sprint romana spentasi non appena gli avversari si mettono a premere sull’accelleratore.
Secondo periodo, Gentile fa a fettine Maestranzi sul primo passo, Mordente s’appiccica a Malaventura, chi l’avrebbe detto che l’ACEA avrebbe sofferto anche contro l’ultima della classe senza Shakur e Nnamaka? Malaventura più Chiotti, 20-27 al 12°, Casale è in controllo, la difesa di Roma c’è ma non si vede. Mordente la mette finalmente dentro su azione dopo 4 minuti totali di blackout, 22-27 al 12° mentre Gordic rileva il solito, indecifrabile Maestranzi. Ma desta qualche sospetto il famoso body language dei padroni di casa: svagati, dormienti quasi con la Novipiù che detta ritmo e Janning va al massimo vantaggio, +7 al 13° (23-30). Varnado tampona l’emorragia con Casale adesso che fa la voce grossa anche in area….Chiotti docet (25-32). Fiammata Roma con Tucker dalla lunga e, finalmente, con Gordic che capisce che può attaccare il ferro depositando la sfera in cotone, 30-32 al 16°. Ma l’ACEA è sempre l’ACEA, come Penelope tesse la tela per disfarla subito dopo: Temple, lasciato in angolo da solo con chilometri di spazio, sigla un’altra tripla, 30-35 con Calvani che richiama tempo al 17°. Tonolli s’arrabatta come può contro Janning, liberi per lui e piemontesi sul +5, 32-37 al 18°. Mordente si prende carico di dirigere le operazioni e si mette in proprio: prima sigla un buon canestro in penetrazione e dopo costringe Malaventura ad una persa. Riecco Minard ed Hukic per Valentini, Roma ora difende con più anima ma fatica da cani palla in mano, come sempre. Minard come un treno al ferro, tripla di Datome ma in azione isolata, al 20° l’ACEA è comunque sotto solo di due, 37-39 e si chiude così dopo due errori al tiro, prima di Mordente e dopo di Janning.
Terzo periodo, Slokar fa un passi alla Crosariol in area sul primo possesso mentre Valentini rimette Martinoni che piazza un bel blocco per Janning, 37-41. Per fortuna che Gigi Datome c’è, step back in angolo e canestro da applausi mentre Slokar continua a far rimpiangere Crosariol (?), si muove come un elefante in gravidanza al nono mese….Tucker impatta, 41-41 al 23°, Casale ha perso sicurezza, riperde la sfera ad opera di Hukic e sulla transizione Tucker sigla una tripla, 44-41 con Valentini che chiama subito tempo, mini-parziale di 7-0 per i padroni di casa al 24°. Stevic al rientro segna dal pitturato cercando di irrorare di nuovo coraggio i compagni. Gentile viene sanzionato del terzo fallo (dubbio), su Slokar, entra Malaventura per lui e subito dopo Gordic strappa palla a Minard, 46-43 che ne rifà un’altra grossa e Datome ringrazia, 48-43 per l’Urbe. Cioccolatino dello stesso sardo per Slokar l’azione successiva, 50-44. L’ACEA adesso ha ritrovato smalto e voglia (soprattutto), difensivamente parlando e Casale, perdendo momentaneamente Gentile, ha smarrito tempo e geometrie offensive mentre Datome la rimette dalla lunga, 55-48 al 28°. Valentini cerca di aggrapparsi al timeout, e Maestranzi si rivede in campo al rientro mentre Tucker timbra da fuori, massimo vantaggio 57-48, durerà ? Gentile ha ripreso il comando delle operazioni, Malaventura dalla lunga, 57-51 e Stevic da sotto (57-53 al 29°) e, come sempre, riecco l’avversario che torna sotto quando le distanze sembravano essere stabilite. Ultimo possesso per Casale dopo sfondamento in attacco di Datome, sei secondi alla fine del periodo e Stefano Gentile si fa tutto il campo senza che nessuno lo infastidisca, canestro e 57-55….
Ultimo periodo. Pierich fa il suo secondo ingresso in campo e da un assist al bacio per Stevic, 57-57. Roma, come al solito, ha perso la bussola ma per sua fortuna, su di una palla vagante, Gentile compie su Datome un ingenuo quarto fallo. Valentini rimette Janning tenendo Pierich ed anche Calvani toglie Maestranzi per Gordic ma la solfa in casa Virtus non cambia, 24″ e persa in attacco senza tiro. Gordic ruba la palla a Pierich, 59-57 poi Tucker decide di dare un colpo allo stomaco a chi ama questo gioco decidendo che è meglio perdere la palla che passarla ad un compagno, palleggiando sulla linea di metacampo senza soluzioni di continuità. Temple ringrazia, da 3 per lui e Casale ripassa in attacco al 34°, 59-60 per bissare subito dopo, 59-62 dopo che Gordic aveva cercato fortuna dal parcheggio del Pala Tiziano, ovviamente senza trovarla. Datome, sempre lui, e Roma resta aggrappata alla sfida, 61-62 al 35° ma siamo alle solite, non c’è niente da dire….Perchè Malaventura timbra dalla lunga, 61-64 ed bissa subito dopo, 61-67 al 36°. Gigi, sempre lui….63-67 ma sembra predicare nel deserto, 65-67 sempre grazie ad una sua invenzione…Ma nell’azione successiva commette il quarto fallo. Gordic recupera palla ma Datome questa volta esagera, persa e Casale da la sfera ancora a Malaventura, ancora lui, sigla il +4, 65-69 al 36° con Pierich che la mette poi dalla lunga, 65-72, primo tiro della gara ! Calvani chiama tempo ma, francamente, come la risolleva questa gara? Tucker tira al 24″ dell’azione….Persa. Per fortuna Janning si fa depredare da Gordic, antisportivo ma il play bosniaco fa solo 1/2 e nell’azione susseguente Pierich lo rispedisce in lunetta, 2/2 per lui, 68-72 ad 80 secondi dalla fine. Malaventura questa volta si vede beffato dal ferro e Gordic la rimette in transizione, 70-72. Casale vede le streghe e quando Janning sbaglia ancora, ci sono 20 secondi per tentare il tiro del riaggancio ma Gordic, ottimo sino a quel momento, sbaglia il passaggio per Slokar solo in area e Pierich recupera la sfera lanciando Janning in contropiede, 70-74 con 10 secondi da giocare. E finisce così, con Janning dalla lunetta, 70-76, anche Casale passa a Roma nel giusto e giustificato disappunto del pubblico di casa che, impeccabile sino a quel momento, finalmente esterna tutto il proprio disappunto.
Game over a Roma, la squadra di casa si congeda a capo chino mentre Casale può giustamente festeggiare una vittoria attesa a lungo.
Sala Stampa
ACEA Virtus Roma – Novipiù Casale Monferrato 70-76
Parziali: 20-23; 17-16; 20-16; 13-21.
Progressione: 20-23; 37-39; 57-55; 70-76.
MVP: Stefano Gentile non mette caterve di punti e di assist ma tiene la barra dritta e suona la carica con lucidità innescando Malaventura e Temple. Una prova solida, concreta.
WVP: Non è bello infierire sui giocatori di Roma, allora diciamo che si saremmo attesi una prova molto più concreta da un Ricky Minard apparso male in arnese.
Fabrizio Noto/FRED