BIELLA – A un passaggio dalla vittoria. Questo il lapidario riassunto di una partita bellissima, vinta da Cantù forse più di fortuna che di bravura, com’è normale che sia per una grande squadra. Biella, dopo 40′ di battaglia, deve cedere le armi, e lo fa nel peggiore dei modi. L’Angelico prima concede un tiro aperto a Leunen, che segna a porta vuota il 77-76; poi, butta via due volte la palla della vittoria, a 19 ed a 5 secondi dalla sirena finale. Il non-passaggio di Coleman sull’ultima rimessa è un orrore cestistico, Cantù ringrazia e l’urlo del Lauretana Forum si strozza in gola. Un vero peccato per l’Angelico, che poteva coronare la stagione con una vittoria di prestigio. La Bennet, d’altro canto, riesce a conservare il secondo posto dopo una partita appena sufficiente, in cui Markoishvili si prende un turno di riposo e solo le giocate funamboliche di Perkins danno qualcosa di più in attacco.
Biella imposta la partita alla perfezione, eseguendo senza pecche il piano partita di coach Cancellieri. Bravo l’allenatore teramano a dare i giusti minuti, nei giusti momenti, tanto ai giovani quanto al vecchio idolo Minessi. Nel primo quarto Cantù segna 4 punti in 5 minuti, venendo subissata a rimbalzo e al tiro. L’Angelico, con un eccellente Laganà in regia, gira a meraviglia e difende sin da subito ad alto livello. Cantù reagisce gradualmente, con tutta la pazienza che il suo sistema di gioco richiede. Man of the match è però un giocatore non di sistema, Perkins, che non appena entra in ritmo comincia a smazzare assist e segnare in tutti i modi. La Bennet può così mettere il naso avanti, ma la partita resta in equilibrio fino alla pausa (39-43).
Il terzo quarto è la frazione più spettacolare della serata. Cantù prova subito a scappare, arrivando a toccare anche il +11 grazie ai canestri di Perkins e Brunner. Cancellieri chiama time-out e decide di mandare in campo Minessi, idolo locale che ha portato Pallacanestro Biella dalla Serie B alla A1. Il pubblico entra in partita, la scossa emotiva è devastante. Biella alza i ritmi difensivi riuscendo così a correre in contropiede, mentre la Bennet sembra aver perso del tutto l’inerzia. Quando Minessi riporta in vantaggio Biella con un sottomano dopo rimbalzo offensivo, il Forum esplode lettereralmente (57-55). Dopo 30′ la partita è quindi ancora da decidere.
Si torna così al fattaccio finale. Perché la Bennet non ha la forza di scappare. Biella, invece, arriva ad avere anche 7 punti di vantaggio a tre minuti e mezzo dalla fine, con Pullen che prende in mano le redini dell’attacco rossoblu. Bastano però un paio di azioni a Cantù per rifarsi sotto, in particolare la transizione chiusa dalla tripla aperta di Mazzarino. Si arriva in volata, e Biella sembra avere buona parte dell’inerzia dalla sua. Cosa che però non basta per vincere le partite. Pullen infatti spreca il primo match point facendosi stoppare da Brunner, mentre Coleman fa anche peggio, consegnando la palla direttamente in mano a Cantù.
Sala stampa
Cancellieri
“Potevamo spendere un fallo nell’azione in cui abbiamo concesso la tripla del 77-76 a Leunen. Queste partite in casa stanno diventando una nemesi. Abbiamo fatto degli errori, ma non c’è nulla da dire sulla prestazione complessiva. Ci è riuscito tutto fino all’ultima azione, quando abbiamo sprecato due opportunità di tiro. Cantù è squadra solida, con molte armi. Sembra folle, ma sono felice, nonostante la sconfitta. Abbiamo costruito una squadra estremamente competitiva, e si è visto stasera con il roster ampiamente rimaneggiato. Trinchieri ha parlato di rotazioni corte? Ha ragione, bisogna capire il contesto, in più Marconato non è al meglio. Per Cantù non è normale poter contare solo su 7 giocatori e mezzo”
Angelico Biella-Bennet Cantù 76-77
Parziali: 22-16; 17-27; 21-18; 16-16.
Progressione: 22-16; 39-43; 60-61; 76-77.
MVP: Doron Perkins. Estro allo stato puro. In una partita in cui Cantù fatica a creare gioco, le sue penetrazioni fantasiose fruttano punti e assist fondamentali. Una prestazione a tutto tondo: 28 la valutazione finale.
WVP: Gianluca Basile e Manuchar Markoishvili. Se per il Baso si possono ragionevolmente trovare delle attenuanti per una prova opaca, non si capisce il motivo dell’orribile gara del georgiano. Con Micov fuori, dovrà tornare al più presto sui suoi livelli.
Lodovico Roberto