Los Angeles Lakers-Denver Nuggets 103-88
Nessun problema all’esordio dei gialloviola in questa post-season: un Bynum ben sopra le righe coadiuvato dal solito Kobe, guida i compagni ad una semplice vittoria contro dei Nuggets in letargo, incapaci di trovare soluzioni all’attenta difesa casalinga oltre che sfortunati al tiro per l’intero arco della gara. Ospiti che non riescono mai a colmare il gap subito già nelle prime battute, trovando nel pitturato un assoluto predominio dei lunghi losangeleni, primo su tutti Bynum che con la sua tripla doppia (10+13 rimbalzi) pareggia il record per stoppate in un match di PO (a 10 sono arrivati solamente Eaton e Olajuwon), ma anche Gasol (13+8+8 assists) e persino Jordan Hill, in doppia-doppia con un soddisfacente 10+10 in 24 minuti di utilizzo. Bryant segna quasi solo nel secondo tempo, ma l’impressione è che la squadra non giri per nulla male anche senza il #24 (come già dimostrato nel finale di RS); ad ogni modo Denver non è certo la squadra scesa in campo stanotte e se offensivamente dietro a Danilo c’è stato il vuoto, è lecito attendersi martedì un altro genere di prestazioni dai ragazzi di coach Karl. Bynum permettendo…
San Antonio Spurs-Utah Jazz 106-91
Tutto regolare anche a San Antonio, dove gli Utah Jazz non riescono a mettere mai in dubbio la leadership dei texani e d’altronde, sembrano scarse anche le chance di mettere in discussione l’intera storia della serie, probabilmente già scritta. Resistenza ospite che dura per due quarti, poi il distacco si dilata quando sul finire del terzo quarto una serie di triple amplia a 15 le lunghezze di vantaggio per gli Spurs; l’ultimo periodo è quasi del tutto “garbage” e per le speranze Jazz la questione diventa ora come fermare Tony Parker, 28 punti conditi da 8 assists, un continuo lampo nella staticità della difesa avversaria. Per gli ospiti si salvano solo Millsap (20+9) e Jefferson, troppo poco per scalfire la fluidità e la tecnica degli Spurs contro cui d’altronde al momento servirebbe una straordinaria prova corale, difensiva e non…
Atlanta Hawks-Boston Celtics 83-74
Nell’unica partita sulla costa orientale degli USA la spuntano gli Hawks, che mantengono la testa della gara per tutti i 48 minuti. Atlanta vola per ben due volte sul +19 grazie ad un convincente contributo di Josh Smith, privi di Allen (out per problemi alla caviglia) i Celtics tornano invece in corsa solo nella seconda metà del match, riportandosi sotto grazie all’eleganza di Rondo e la fisicità di Garnett. Quando però a 41” dalla sirena finale, sul +4 Hawks, gli arbitri fischiano un dubbio fallo su palla contesa a Marc Davis, lo stesso Rajon getta al vento ogni opportunità di vittoria dei suoi, facendosi fischiare in meno di 10 secondi due tecnici, il secondo addirittura per un contatto fisico con uno degli arbitri. Fortuito o meno, il play rischia ora di saltare gara-2, rendendo certo più complicato il pareggio della serie, vista la grinta degli avversari e la fenomenale spinta dei 19.000 presenti alla Philips Arena.
Memphis Grizzles-Los Angeles Clippers 98-99
Le emozioni della giornata sono di fatto tutte affidate al match tra Clippers e Grizzles, una sfida che già da pronostico appariva come una delle meno prevedibili. La partenza dei Grizzles sembra però delle migliori, con un +18 a fine primo parziale aggiornatosi al +19 di fine secondo; Memphis tira con percentuali fantastiche, mentre ai Clippers sembra andare tutto storto tra una marea di palle perse (saranno 18 a fine gara) e tanti errori al tiro. Sembrerebbe così fatta quando, nel terzo quarto, Conley segna 3 delle sue 5 bombe, mentre i Clippers, costretti a rinunciare a Butler infortunatosi alla mano, affondano pian piano fino ad un eloquente -27 (82-55 con 2.38 sul cronometro di terzo periodo), ma Paul decide di restare in campo nonostante i dolori all’inguine, fiducioso in una rimonta ospite quasi impossibile. Eppure l’ultimo quarto sembra prendere presto la direzione desiderata dai californiani che, colpo su colpo, riagganciano i padroni di casa, grazie ad un infallibile Nick Young dall’arco (19 punti) e ai canestri di Evans, entrambi parte della second unit di Mr.Del Negro; dall’altra parte invece i Grizzles non riescono più a trovare la via per mettere al sicuro la W e a 23” dal termine Paul sigla l’impensabile sorpasso dalla lunetta. Inutile allo scadere la preghiera di Gay che si spegne sul ferro e ora Memphis ha qualcosa di davvero grosso da farsi perdonare…