REGGIO EMILIA – Serie A! conto solo questo per la Trenkwalder, conta solo l’obiettivo. Il contenuto tecnico di una partita comunque mediocre, stavolta conta il giusto. Reggio Emilia ritrova il paradiso del basket, quello che conta, quello che per troppi anni ha provato a raggiungere senza riuscirvi, quello che solo dodici mesi fa rischiava di perdere per sempre o quasi, dopo una folle stagione con retrocessione evitata all’ultimo tiro dell’ultima giornata. Reggio può urlare contro il cielo come dice Ligabue e come tutti i giocatori reggiani hanno cantato stasera, assieme, assieme ad un pubblico favoloso che ha riempito il palaBigi fino all’orlo, un pubblico che ha sofferto con la squadra e con la società per cinque lunghi anni di purgatorio cestistico.
La Trenkwalder poteva anche perderla, a dire la verità, questa partita, perché la diretta rivale Scafati esce sconfitta da Brescia, ma non sarebbe stata la stessa cosa. Mantenere inviolato il fortino reggiano (14-0 il record tra le mura amiche) valeva tanto, anche se non era l’obbiettivo primario.
LA PARTITA. Reggio pare emozionata e Imola dimostra di non essere intenzionata a fungere da agnello scarificale. Masoni e Dupree colpiscono con regolarità nel primo parziale e, complice una difesa reggiana tutt’altro che invalicabile, scavano il primo solco, 17-24 al termine del primo parziale. Ma Reggio pare solo contratta, appena i cavalli del motore biancorosso iniziano a girare l’impressione è che si possa recuperare il disavanzo in un amen. Il problema è che questa reggiana non riesce ad accendersi, non ci riesce e nemmeno pare tanto convinta di farlo, con un Robinson limitato a meraviglia dal pressing dei ragazzi di Fucà e dal tonnellaggio a centro area che ne limita le scorribande. Un fallo sulla sirena del primo tempo su di un Withing non in palla come al solito porta i romagnoli al riposo sul +9. E chi si aspettava una reazione immediata della Trenkwalder rimane deluso, perché Imola tocca le 12 lunghezze di vantaggio con una tripla dell’ex Masoni ad inizio terzo quarto. Da qui in poi la partita si fa frazionata e poco godibile, anche a causa di un metro arbitrale serverissimo. Reggio però ritrova, proprio al termine del parziale, la voglia di chiudere le maglie difensive e piazzare il parziale che assomiglia tanto a quello della staffa, con un concreto Slanina ed un Antonutti magistrale su entrambi i lati del campo che portano i reggiani al +6, 56-50. Ma l’Agent è formazione solida e grazie a giochi semplici ma efficaci resta sempre a contatto provando più volte l’aggancio. Robinson deve abbandonare la contesa per un brutto taglio al labbro, cortesia di un colpo in penetrazione di Dupree, così come Chiacig, già non al meglio e vittima di uno stiramento alla coscia. I liberi di Taylor e l’errore di Dupree sono la svolta, Reggio esplode di gioia chiudendo sul 71-67.
Il presidente di Legadue, Marco Bonamico, consegna la coppa al capitano Rudy Valenti ed a quello in pectore Matteo Frassineti, mentre coach Menetti viene sommerso da una bottiglia di champagne. L’invasione di campo è la naturale conseguenza di una gioia rimasta nel cuore per troppo tempo. Reggio è tornata in paradiso.
Trenkwalder Reggio Emilia – Agent Imola 71-67
Parziali: 17-24; 36-45;56-53;71-67
Progressione: 17-24; 19-21; 20-8;15-14
Dagli spogliatoi
Max Menetti “ sono felicissimo, ma ancora non me ne rendo conto, forse lo capirà meglio domattina. Siamo un grande gruppo, le difficoltà dell’anno ci hanno rafforzato e fatto capire meglio dove dovevamo migliorare, poi ci sono stati problemi extra cestistici come quello a Demian che ci hanno ulteriormente unito. Voglio ringraziare tutti, da Landi a Paterlini, da Alessandro Dalla Salda a Frosini a Fioretti al massaggiatore. Poi il pubblico ed anche i giornalisti. Grazie davvero.”
Federico Fucà: “Merito a Reggio per la vittoria in campionato, che credo sia assolutamente meritata. Noi purtroppo non raccogliamo mai tanto quanto seminiamo e di questo mi dispiace molto. Anche stavolta abbiamo gettato via una gara che ci ha visto avanti per molto tempo con un terzo quarto scellerato”
MVP: Michele Antonutti: Se dobbiamo guardare alla partita non può che essere lui. Prende a spallate il match ogni volta che entra in campo. Terzo quarto mostruoso su ambo i lati del campo. Citazione d’obbligo per Riccardo Cervi, perché 10 rimbalzi, 4 stoppate e 3 recuperi a 20 anni non sono poca roba. Mettiamoci anche i 13 punti, e capirete l’importanza di Cervi per questa Trenkwalder.
WVP- Nessuno
Alessandro Caraffi