New York Knicks-Miami Heat 70-87
Svaniscono (perchè come noto nessuno mai è riuscito a ribaltare una serie sul 3-0) le possibilità di capovolgere le sorti della sfida per i New York Knicks, che cedono al furioso passo degli Heat, platealmente superiori agli avversari in palcoscenici così importanti. I Knicks illudono il pubblico di casa partendo bene e tenendo il ritmo neanche troppo forsennato del team della Florida, che colleziona tanti turnovers, trovando poi un ferro poco amico e un Tyson Chandler certamente galvanizzato dal freschissimo premio di miglior difensore dell’anno, primo della sua carriera. Nel secondo quarto NY mette addirittura la testa avanti, sull’onda delle triple di Bibby e Fields, spalleggiati dalla sicurezza e dalla forza di Carmelo Anthony che trascina i suoi fino ad un massimo di 11 punti di vantaggio; nel finale, però, Miami riduce il gap in poco meno di 2 minuti, tornando a contatto con una schiacciata allo scadere di Wade, lasciato clamorosamente solo dalla difesa casalinga. Nel terzo periodo rimangono basse le percentuali al tiro per entrambe le squadre, che incapaci di piazzare la fuga decisiva rimangono incollate l’una all’altra, lasciando all’ultima frazione di gioco la vera battaglia per la W. Sale in cattedra così LeBron James, che segna 20 dei sui 32 punti finali, tra cui gli 11 iniziali dell’intero team, proprio nei 12 minuti conclusivi, approfittando del vuoto offensivo dei Knicks che traditi da uno scadente Melo affondano lentamente fino alla doppia cifra di svantaggio, incapaci di tornare sotto. Finisce 87-70 e se per gli Heat l’avventura dei Playoffs continua senza intoppi, l’imminente uscita dalla serie per la franchigia della Grande Mela segnerebbe non solo un nuovo record negativo (13a L consecutiva nella postseason), ma anche e soprattutto una necessaria opera di rimescolamento carte in vista della prossima stagione. E a traballare in primis è coach Mike.