FORLI’ – Già era straziante così, come la si è vissuta, da spettatori, ma oggi, con tutto quello che sta emergendo sul “dietro le quinte” di via Zuelli, è, se possibile, ancora peggio.
Non è mai facile parlare di una retrocessione, a maggior ragione per una piazza come quella di Forlì, che fino all’ultimo, nonostante le umilizazioni patite sul campo, ha continuato a portare 3.000-3.500 spettatori sugli spalti del Palafiera. Noi ci proviamo, anche se mettere ordine a questa stagione è veramente dura.
Partiamo dalla fine, dall’ultima giornata. Non abbiamo dato conto del match tra Forlì e Reggio Emilia volutamente, per non offendere l’intelligenza cestistica dei nostri lettori, di fronte ad una partita in cui Reggio si è presentata al pre-riscaldamento in versione “Armata Brancaleone”, con ancora le stelle filanti attaccate alle orecchie e la crema solare ben spalmata sulla schiena. Aggiungiamoci pure che di quella partita l’MVP è stato addirittura Coleman, ovvero il peggior americano mai transitato a Forlì, e ben chiaro vi sarà quanto inutile possa essere riportare cronaca, statistiche o impressioni sull’inutile atto finale con cui Forlì ha “piegato” la regina del campionato. Inutile, sia ben chiaro, in funzione della ampiamente prevedibile, e da noi prevista, prova incolore di Imola sul parquet di Faenza, contro quella Sant’Antimo che, nonostante la penalizzazione Comtec, è così riuscita a portare a casa la pellaccia, e a garantire la LegaDue, anche il prossimo anno, al migliaio scarso di figuranti che si siedono domenicalmente sui gradoni del PalaPuca.
La sirena del quarantesimo ha segnato la fine della partita, la fine della stagione, ma soprattutto l’inizio di un regolamento di conti, in seno alla Società, che avrà come unico effetto, quello di rendere ancora più disonorevole, financo grottesca, una già di per sè disonorevole retrocessione.
Le dichiarazioni del DT Nicola Alberani, in sala atampa, fanno deflagrare la bomba. ” A dicembre noi eravamo già salvi, con otto punti sull’ultima, e allora, dovendo rientrare delle spese sostenute, il CDA ha deciso di smantellare la squadra. In quel momento tutti erano sul mercato. Easley è andato a Sassari, ma Freeman era già praticamente venduto a Teramo ed Huff promesso a Pesaro. Natali lo davamo a Imola e per Campani avevamo richieste da due squadre. Io ho accettato, ma ho anche precisato che a questo punto non si parlava più di pallacanestro.” Questa agghiacciante dichiarazione fa il paio con quella di Nenad Vucinic, sedutogli affianco, che dichiara.”Ho sbagliato ad accettare lo smembramento della squadra a dicembre”. Non bastasse, il peggio arriva quando Alberani fa riferimento a qualcuno che in società gli ha sempre remato contro, cercando di farlo litigare col coach, al fine di cacciare Vucinic.
Basterebbe onestamente questo per capire quanto sia meritata questa retrocessione, ma scavando a fondo nelle vicende fulgorine, emerge come poi quel buco, così grosso da spingere la società allo smantellamento, era in realtà più piccolo e che era stato commesso un errore. Incredibile! Stiamo parlando di imprenditori che, sia pur medio-piccoli, sono avvezzi a mandar avanti bilanci ben più complicati delle, parole testuali, “Due paginette elementari” (cit. GM Giovanni Genesi) di cui consta la contabilità di una società sportiva. Ma chi era allora il contabile, Topo Gigio? Di qui ha avuto di fatto origine tutto quel viavai di giocatori che ha condizionato la stagione sul campo, senza dimenticare la sfortuna, materializzatasi sotto forma di infortuni ed incidenti stradali, e gli errori medici.
Ovvio che in un ambiete così sia dificile per un dirigente dirigire, per un allenatore allenare e per un giocatore giocare. Ma tutto questo, e non ci stancherermo mai di ripeterlo, non ha mai intaccato l’amore e la passione dei forlivesi per la pallacanesro.
Forlivesi che a questo punto si chiedono “E adesso?”. Beh, adesso le strade sono due. La prima, più difficile, ma ovviamente più stimolante e gradita al pubblico, passa per il ripescaggio. Raccolti i cocci, fatta la conta dei soci e riorganizzata la società, correggendo così gli errori strutturali palesatitsi quest’anno, la FulgorLibertas doverebbe trovare i soldi per chiudere il bilancio attuale e, entro il 30 giugno, predisporre un budget che le possa permettere di disputare l’ultima stagione di Legadue, prima dell’attuazione della insulsa riforma. La seconda opzione, forse più gradita in società, punterebbe alla disputa del prossimo campionato di DNA, con notevole risparmio di danari, per poi ritrovarsi nel girone Silver, magari con ambizioni di playoff per la promozione in Serie A, l’anno successivo.
Al momento non si sa ancora cosa verrà deciso, ma una cosa certa c’è. Se lo scorso anno fu dato credito a Di Lorenzo e Forray, mentre quest’anno stessa sorte è toccata a Vucinic, allora a vantare un credito enorme nei confronti della Società, il prossimo anno, sarà il pubblico del Palafiera. Di questo sarà bene che la FulgorLibertas tenga conto. Ecco quindi che se sarà LegaDue, lo dovrà essere per puntare quantomeno ai Playoff, perchè se si deve richiedere il ripescaggio, per poi risentirsi parlare di ultimo budget di LegaDue, allora è meglio andare a giocare a Treviglio piuttosto che a Ruvo di Puglia, perhè vuol dire che quella è la dimensione che compete.
Massimo Framboas