Oklahoma City Thunder-Los Angeles Lakers 119-90 (1-0)
Lontana, molto lontana quella vittoria ottenuta in doppio overtime in una delle ultime gare di regular-season dai Lakers sul team di Oklahoma. I Thunder ora fanno sul serio e se all’atletismo di una squadra giovane e motivatissima aggiungiamo la stanchezza accumulata dopo 7 gare dai gialloviola, non c’è neanche forse troppo da stupirsi di fronte a tanto scarto finale. Westbrook e Durant giocano a ritmi forsennati, mentre dall’altra parte dietro a Kobe e Bynum c’è il vuoto più assoluto, soprattutto dalle seconde linee che produrranno un totale di 26 magrissimi punti, circa la metà di quelli avversari. LA non entra mai in partita: sotto di 15 a fine secondo quarto viene affondata da un secco parziale al rientro in campo, portando la squadra di Mike Brown fino ad un indecoroso -35. Chiaro che la serie è appena cominciata, ma il messaggio lanciato nei primi 48′ è chiaro: ai losangelini serviranno quattro mostruose prove di forza per superare questi solidissimi Thunder, partendo dalla difesa, inesistente ieri notte, e proseguendo per un attacco che fatica ancora tanto a trovare il giusto equilibrio.
Boston Celtics-Philadelphia 76ers 81-82 (1-1)
La squadra che non ti aspetti continua a sorprendere l’NBA, ribaltando il fattore campo e vincendo in volata sul campo dei Celtics, che si ritrovano così a dover giocare sul serio una serie che ai più sembrava dall’esito scontato. Gara-2 da cancellare per Boston che tira male e non punge in attacco, con un Pierce fuori condizione (caviglia) e un Rondo da 13 assists, ma pochi canestri. I Sixers si dimostrano caparbi e ricchissimi di energie, in grado sia di sopperire alle mancanze di Hawes sia di punire gli avversari nel momento di maggiore difficoltà, con un 14-0 nel terzo periodo che dà il là ad un vantaggio in doppia cifra: i padroni di casa, però, guidati dalle triple di Pietrus e dalle mani di Garnett ricuciono il gap nell’ultimo quarto, fino ad arrivare punto a punto a due giri di lancetta dal termine. Sale qui in cattedra Evan Turner, che si inventa un piazzato e segna due liberi proprio nell’ultimo minuto, regalando un preziosissimo +3 agli ospiti, che, aiutati anche da una dubbia decisione arbitrale, recuperano persino palla dopo un fallo (?) offensivo di KG. Inutili i due tiri dall’arco di Allen e dello stesso Garnett, finisce 82-81 e ora i Sixers possono davvero sognare.
Miami Heat-Indiana Pacers 95-86 (1-0)
Continua a pagare la forsennata stagione ideata da Stern con l’ennesimo grave infortunio, che va a colpire questa volta i Miami Heat, favorita numero 1 al titolo. “Stiramento addominale gravissimo” è il bollettino che arriva al termine di gara-1 per Chris Bosh: l’ala rischia di perdere non solo l’intera serie con i Pacers, ma anche, e soprattutto, un’eventuale finale di Conference, dove l’assenza di un lungo di movimento come l’ex-Raptors potrebbe davvero pesare al team della Florida. E pensare che tutto, come spesso accade, nasce da una clamorosa infrazione di passi di partenza non fischiata… Ad ogni modo, pur combattendo a viso aperto e guadagnandosi una serie di buoni vantaggi nel corso del match, Indiana subisce tutta la forza fisica e tecnica di questi Heat che, guidati dai 32 di James e i 29 di Wade, spazzano via la resistenza avversaria nell’ultimo periodo, evidenziando come i Pacers, pur sapendo sviluppare un gioco particolarmente ostico, rimangano un gradino sotto all’efficace pallacanestro di Miami. Il team diretto da coach Vogel, dimostra però così di non voler cedere nulla e se Hibbert, limitato dai falli in gara-1, continuerà ad essere cercato dai compagni, anche il lavoro di Hill e West (frenato da una grande difesa targata LeBron nel secondo tempo) ne risulterebbe notevolmente avvantaggiato. Miami in 5? La parola a game-2.
Michele Di Terlizzi