E’ stata forse una delle più difficili stagioni che da anni a questa parte si siano viste all’ombra della reggia. Caserta era la squadra formata col budget più basso della serie A, quella da tutti additata come la candidata massima alla retrocessione, la vittima sacrificale designata. Invece, Caserta c’è ancora, in serie A, nonostante tutto e tutti, si è presa il lusso di andare a battere Siena a domicilio e Milano in casa, ha offerto probabilmente il miglior americano del campionato (specie perchè un rookie), e ha giocato al 110% in ognuna delle partite della stagione.
Salvezza meritata? Si di certo, una salvezza conquistata a suon di prestazioni sul campo, anche contro i tanti infortuni che hanno decimato la squadra e che l’hanno costretta a rotazioni corte o cortissime, a lanciare spesso nella mischia giovani che fino a poche settimane prima giocavano in serie B o di certo stavano come comprimari in A2 ma la A1 l’avrebbero vista solo alla tv. Caserta ha fatto un miracolo, ma molto di questo miracolo è da ascriversi a due persone in particolare: il suo Presidente Gervasio e il suo coach Pino Sacripanti.
Il presidente era partito ad inizio anno col progetto consorzio, e più volte nel corso della stagione, senza nascondersi come fanno molte alte squadre, ha dichiarato di essere in cattive squadre. Non ha mai abbandonato la nave, e adesso, nella conferenza di qualche giorno fa che ha concluso la stagione e aperto la prossima ha affermato con discreto ottimismo che: “Il progetto della Juve continua e con una nuova scadenza biennale. Si cerca solo un altro socio o imprenditore, per poter completare il cerchio ed avere maggiori garanzie e lavorare con maggior sicurezza. L’ingresso in società di Iavazzi e della Galeo Energy, ci mettono più vicini alla meta, che è il lancio di questo progetto, che coinvolgerà la Juve.” Un attestato importante, specie perchè, come emerge per bocca del presidente stesso, “non ci sono grossissimi problemi societari, nè di ritardi”, al contrario di alte squadre squadre che si sentono tranquille. La Juve c’è , ma molto è grazie al lavoro di coach Sacripanti, che in questi giorni festeggia il suo compleanno e che ha voglia di ripartire alla ripresa degli allenamenti sempre in canotta Juve. Ancora da gm e coach, ancora nella stessa squadra, ancora nella città che ne vede la sua professionalità e il suo spirito da 4 anni. Un progetto che farebbe di Caserta la sua seconda Cantù, la sua seconda patria. Garanzie, solidità e programmi di rilancio, queste le basi che dovrebbero convincere il coach, che ha un altro anno di contratto, a restare all’ombra della reggia.
Guardando a questa stagione, non si può non dire grazie a una squadra che, pur con qualche macchiolina qua e là, ha fatto il suo e ha avuto un apporto straordinario da parte della sua tifoseria che, tra abbonati, biglietti, muro e trasferte, ha fatto i salti mortali per i suoi beniamini. Un plauso ai suoi giocatori che, a più voci, non hanno mai fatto polemiche, anche quando le nubi erano scure e minacciose e anche quando tutto sembrava storto dal di fuori. Smith ha espresso la volontà di rimanere, ma è presto per parlare del suo futuro. L’uomo del Minnesota ha detto di amare Caserta e di volerle dimostrare ancora qualcosa, e la sua conferma sarebbe un passo importante per ricostruire. Vedremo. Sicuro di restare, è Giuliano Maresca, che non eserciterà l’opzione di rescissione e confermerà il contratto biennale firmato la prossima stagione. Lui nel finale è stato l’arma in più, la dimostrazione del grande lavoro giorno dopo giorno. Gli altri hanno dato ciascuno qualcosa di inestinguibile, e, come spesso chiedono i tifosi, hanno onorato la maglia fino all’ultimo, anche combattendo contro infortuni di ogni sorta. come non parlare di Collins, dei suoi assist smarcanti e delle sue triple dal parcheggio, ma anche di quel polpaccio che proprio nel momento decisivo di stagione sembrava averlo messo ko. Invece ha suito dei trattamenti dolorosi (parole di Sacripanti), ed è ritornato in campo, mettendo canestri importanti e mostrando che oltre all’atleta eccezionale c’è anche un uomo che non si è tirato indietro. Oppure parliamo di Stipanovic, che dopo aver perso il compagno di reparto Fletcher (infortunato e andato via a metà stagione), ha dovuto combattere prima col ginocchio malmesso (sostituito da un commovente Tusek che a Roma si ricordano bene), poi con una mano che gli è stata quasi sempre semi immobilizzata. Pur con una sola mano, pur spesso senza allenarsi, Stipa ha dimostrato di essere un gladiatore come pochi, catturando rimbalzi, segnando canestri importanti e sbagliando spesso liberi decisivi. come non parlare poi delle triple ignoranti di righetti, anche lui sempre a fare dentro fuori dall’infermeria o delle piccole grandi cose di Doornekamp. Sembra che dimentichiamo qualcosa, già lo spot di guardia. Qui si ha un po’ meno sorrisi, perchè nè Diddy Rose nè Charlie Bell hanno dato quel che ci si aspettava, ma va bene così, fischi compresi. Poi loro, i giovani: Kudlacek e la sua faccia tosta che ne ha fatto un eroe e di sicuro una delle più gradite sorprese del campionato, Cefarelli che ha avuto ma soprattutto si è conquistato sul campo, tanti minuti e soprattutto il rispetto di compagni e nemici. Marzaioli e Loncarevic, che hanno dato tutto e hanno seguito al massimo le disposizioni del coach. Va in archivio una stagione che definire emozionante sarebbe troppo ottimista, ma che ha saputo scrivere una pagina di storia diversa da parte della Juvecaserta che ora vuole tornare a suon di successi nell’elitè del basket. “Grazie Juve, arrivederci. Alla prossima stagione!”
Domenico Landolfo / Babrauskas