E’ senza dubbio il giocatore italiano più cool del momento, quello che non ha solo stupito per la sua crescita esponenziale tecnico-tattica negli ultimi tempi ma anche per la maturità e la consistenza dell’iperbole che ha consentito a Teramo di mettere, con diversi turni d’anticipo, la salvezza in cassaforte dopo un campionato fatto di sofferenze ed altalene e superando difficoltà di ogni tipo.
Ma non chiedetelo a lui cosa possa essergli accaduto, forse non riuscirebbe a dare una spiegazione razionale che metta in fila in sequenza casuale cuore e cervello perché Achille Polonara è un ragazzo semplice ma dalle idee chiare e senza fronzoli in testa. E’ frutto di tanto lavoro e di sana applicazione in palestra e quando gioca sembra essere molto istintivo ma non fatevi ingannare perché quell’atletismo che coltiva da piccolo, quell’esplosività nei garretti e negli addominali, è solo a servizio di una rigida ed attenta osservazione di quanto accade in campo, la sua esecuzione è poi sempre di ottimo spessore, chiedere in Lega a chi abbia dovuto subire una sua stoppata oppure subire una sua bimane nel proprio canestro.
Ventun anni ancora da compiere il 23 novembre prossimo Achille nasce ad Ancona, secondo figlio di una normalissima famiglia italiana ma che la pallacanestro fosse qualcosa di caratterizzante in essa lo dimostra il fatto che suo fratello più grande Valerio Polonara, giochi attualmente al Manica Rovereto in B Dilettanti. Conseguito il diploma di ragioneria con indirizzo turistico, pensa d’iscriversi in futuro all’Università per frequentare il corso di Scienze manageriali dello sport
Ci si accorge di lui allorquando, nell’estate del 2009, ottiene la prima convocazione con la Nazionale U18 italiana per partecipare agli Europei di categoria e nella quale Achille realizza 6.9 punti, 4.7 rimbalzi e 1.2 stoppate, segno evidente di una notevole capacità a muoversi vicino a canestro. Nel Torneo mette a segno un massimo di 20 punti e 11 rimbalzi nell’ultima gara del torneo contro la Croazia e nella stagione successiva, 2009-10, fa il suo esordio in Serie A giocando 5 gare complessive senza però trovare sufficiente spazio con Capobianco come coach. Nella stagione 2010-11 inizia il Campionato trovando minuti fin dalla prima giornata contro l’Armani Jeans Milano contro cui segna 7 punti prendendo 2 rimbalzi. I numeri alla fine sono buoni: 26 incontri disputati ad oltre 3 punti e 3 rimbalzi di media. Ed arriva l’estate scorsa quando nell’estate 2011 partecipa con la Nazionale Italiana agli Europei Under 20 in Spagna, conquistando l’argento con Pino Sacripanti in panca e dando corpo alle speranze di rinascita del basket azzurro assieme ai vari Melli, De Nicolao e Gentile.
La cronaca parla di numeri letteralmente esplosi in questa stagione: sempre presente in campo, 7,5 punti a partita con uno strepitoso 71% dentro l’arco e ben il 35% da fuori. Qualche incertezza nel liberi con solo il 62% ma ben 4,2 rimbalzi con 0,7 stoppate a match ed anche 0,6 assist. Ma soprattutto una presenza in campo con canestri importanti in momenti decisivi di molte gare.
D – Allora Achille, raccontaci come sei arrivato a Teramo, molti non sanno la tua origine cestistica perché sembra strano che un anconitano giochi per una squadra abruzzese, è un caso oppure Pesaro o Montegranaro non hanno veramente creduto in te?
R – All’ età di 15 anni ho avuto richieste da parte della Fortitudo, della Scavolini ed anche da parte di Teramo, ma Teramo è stata l’unica squadra a pagare il parametro che voleva la mia società di appartenenza ad Ancona, quindi ho deciso di andare a Teramo….Semplice! Da parte di Montegranaro non c’è mai stato un interesse reale nei miei confronti mentre da parte della Scavolini sì come detto prima, c’è stato però da quanto ho saputo non era disposta a pagare quanto voleva Ancona.
D – Si sta concludendo una stagione difficile per Teramo ma positiva per te, elenca cosa pensi non abbia funzionato nella squadra e cosa invece pensi abbia funzionato in te.
R – ..Sì…E’ stata una stagione molto travagliata a causa di diversi infortuni; infatti abbiamo giocato quasi sempre senza la guardia americana titolare ed anche a causa di problemi economici che tutti adesso conoscono e che ad oggi ci sono ancora. Però personalmente posso dire che è stata una stagione importante per essere solamente il mio secondo anno nella massima seria.
D – C’è stata una gara in stagione che al momento ritieni la migliore per te e perché ?
R – Risposta facile: le migliori partite che ho fatto son state le ultime 3 prima di Milano: contro Caserta e contro Roma prima di tutto anche perché siam riusciti a centrare 2 vittorie importantissime in chiave salvezza!!! Ma sicuramente quella contro Montegranaro la dimenticherò difficilmente, una prestazione impeccabile e del quale sono veramente orgoglioso !
D – Cosa pensi Ti abbia lasciato in eredità questo campionato?
R – …Mah, ripeto, è il mio solo secondo anno in Lega A…Quindi sono ancora inesperto…Mi ha fatto capire che posso star bene in questo campionato e pian piano sto acquisendo anche un pò di sicurezza e d’esperienza, credo siano aspetti importanti per crescere.
D – Un pensiero su Ramagli. Qual è il suo più grande pregio ed il suo difetto più vistoso ?
R – Penso che prima di essere un grande coach è una grande persona…Il suo miglior pregio è di non perdere mai la pazienza e di tenere il gruppo amalgamato come sta facendo…Il suo difetto….non mi viene in mente!!!
D – Quale giocatore straniero ti ha impressionato in questa annata nel campionato italiano ? E quello italiano ?
R – Il giocatore straniero che mi ha impressionato di più è Viktor Sanikidze con la sua esplosività e la sua intensità! Mentre il giocatore italiano è Bruno Cerella che ha fatto veramente dei miglioramenti incredibili!
D – Cosa ti ha trasmesso o dato la medaglia d’argento agli europei di categoria dell’anno scorso?
R – Forse sarò scontato ma ho capito che la nostra squadra è stata in grado di gareggiare contro i giocatori e le squadre più forti d’Europa e che stiamo lavorando bene. E che possiamo batterli!!
D – Melli e Gentile, assieme a loro sei stato il trascinatore con De Nicolao di quella bella esperienza. Ma un pensiero su Sacripanti ?
R – All’inizio della preparazione molti allenatori e molte persone dell’ambiente ritenevano che non avremmo fatto strada perché era un gruppo di troppi individualisti e di troppe “teste calde” ma proprio lui, il coach, è riuscito a farci diventare un bel gruppo in poco tempo quindi gran parte di quel secondo posto del merito è suo!!
D – Ritieni sia possibile un Tuo impiego in Nazionale nelle qualificazioni agli Europei del 2013 sin da questa estate ?
R – Lo spero davvero…E’ il mio sogno sin da piccolo!!
D – Per finire, cosa Ti auguri per la prossima stagione ? Un anno ancora a Teramo o una “big” ?
R – Non lo so…Veramente, ho altri 3 anni di contratto qui a Teramo quindi bisogna vedere un pò di cose…Ancora è troppo presto per decidere!!!
Ringraziamo Achille per il tempo dedicatoci augurandogli di vederlo svettare in Maglia Azzurra al più presto sui tetti continentali delle singole competizioni.
Fabrizio Noto