CANTU’ (CO) – Una finale di Supercoppa, una di Coppa Italia, un playoff di Eurolega mancato per un canestro, sono i segni tangibili di risultati più che soddisfacenti dal punto di vista agonistico sportivo per la Pallacanestro Cantù 2011-2012. Resta cocente la delusione per la eliminazione nei quarti di finale del playoff di campionato subita ad opera di Pesaro. Forse il riconoscimento da parte dell’Eurolega alla società comasca quale tra i migliori clubs a livello di organizzazione dell’intera stagione europea, oltre che a farne presagire un suo possibile ripescaggio per la prossima Eurolega, ne assicura una collocazione nel vecchio continente, titolo onorifico che va oltre qualsiasi tipo di campanilismo, sublima ogni aspettativa.
Il grande merito di coach Trinchieri e dei suoi ragazzi è di aver riempito, con successo di pubblico ed incassi, il palazzo di Desio, teatro delle loro gesta europee. Per i biancoblu è stata una esperienza esaltante. Aver battuto i futuri campioni d’Europa dell’Olympiacos, il Maccabi ed essere stati molto vicini a battere il Barcellona sono le perle della stagione. In campionato le cose non sono andate come tutti avrebbero auspicato che andassero. Una settimana non può cancellare un anno di lavoro. Probabilmente qualche giorno in più di recupero avrebbe consentito alla Bennet di disputare un secondo tempo di gara 5 contro Pesaro di livello superiore. Anche l’infortunio di Leunen in gara 3 ha inciso parecchio nell’economia della serie. Una delle cose che ha pesato di più nella stagione è stata la costruzione del roster. La squadra ha avuto un organico ben attrezzato ma il gap di atletismo e di capacità di recupero in partite ravvicinate è stato il suo tallone d’Achille, già ampiamente manifestatosi come tale durante la finale Coppa Italia e poi amaramente riconfermatosi per gli uomini di Trinchieri in gara 5 contro Pesaro, in cui ha prevalso la maggiore freschezza atletica degli uomini di Dalmonte.
Una delle variabili che ha inciso enormemente in negativo sulle sorti agonistico sportive della Bennet è stata sicuramente l’incidenza degli infortuni. Scekic, Basile, Micov e Shermadini sui 147 incontri complessivi a loro disposizione, insieme ne hanno disputato 77, poco più del 50%. La serie di playoff contro Pesaro non ha visto in campo per la Bennet, Shermadini, praticamente Micov, che era in campo per preparasi per una eventuale sfida decisiva, e senza Scekic, che l’anno prima si era rivelato un innesto cardine per l’approdo in finale, rivelandosi una sorpresa tattica e fisica di notevole spessore. Il grande senso di responsabilità ed attaccamento alla maglia dell’inero roster e la costante della passionalità del pubblico canturino sono i valori aggiunti e le basi su cui potrà fondarsi il prossimo futuro della società capitanata dalla Anna Cremascoli.
Serafino Pascuzzi