Entrando nei due spogliatoi prima della partita abbiamo avuto modo di notare lo scouting report degli attaccanti dei Miami Heat, lasciato sulla sedia da Kendrick Perkins. Siamo riusciti a carpire solamente quelli di Bosh e Chalmers. Sul primo i dogmi sono: stare giù sulle finte, essere fisici con lui e non concedergli i tiri che prende più spesso ovvero dagli angoli e dai gomiti, tenendo conto che in post basso tende a fare giro e gancio da destra. Per il secondo la negazione più importante è il tiro da tre punti, quindi cercare di obbligarlo a dei long two o, ancor meglio, mettere per terra la palla e farlo penetrare nel traffico. Dall’altra parte è necessario considerare la sua capcità i rubare palloni difendendo sia sulla che lontano dalla palla.
Poi ci siamo spostati nella lusssuosissima locker room degli Heat che sembra un vero e proprio stand di una mostra immobiliare, come avete potuto notare dal video su Lebron (qui). Su ogni sedia c’era un biglietto recitante: “When you love the challenge, you feel: the hunger for the game, the love for the game, the attitude of coming in and working harder”. Una vera e propria incitazione a quello che hanno fatto in maniera continua gli Heat durante gara 3. Sul plico di introduzione alla gara fornito ai giocatori, c’era un’altra frase significativa: “coltivate a -whtever it takes- attitude”.
Lebron è sembrato da subito molto più a suo agio a casa, infatti ha scherzato con i compagni, arrivando con le sue solite cuffie Dr.Dre Beats che esibivano un nitido e feroce sound anche quando venivano appoggiate nell’armadietto. Sulla sedia del numero #6 abbiamo potuto anche notare il libro: “Decoded” di Jay-z.
Anche Durant ha rilasciato interviste nel pre partita, mostrando anche qualche timido accenno di sorriso alla tv cinese che lo inclalzava con domande di vario tipo. Purtroppo per lui il timido sorriso si è spento sul suo quarto fallo nel terzo periodo, quando la squadra, nonostante il vantaggio, ha perso la bussola concedendo la rimonta ai Miami Heat che sono resuscitati da un pericoloso -10.
Nonostante il 30% dal campo, gli Heat sono riusciti con un dominio a rimbalzo d’attacco e una chirurgica precisione ai liberi (31-35) a portare a casa il match che li ha visti semplicemente sbagliare meno degli avversari nel quarto periodo. James, Bosh e Wade hanno giocato e condotto in solitaria gli ultimi minuti del match, mentre dall’altra parte un’insolita percentuale ai liberi (62% con 15-24) e un apporto di Harden troppo brutto per essere vero (2-10, 5-7 ai liberi e due perse) hanno deciso i momenti importanti della partita dove i Thunder, per la prima volta in questi playoffs, hanno dimostrato di aver perso la bussola del loro gioco.
Ora gara 4 sarà assolutamente decisiva per le due squadre. Una vittoria di Oklahoma City riaprirebbe la serie, una di Miami, con tutta probabilità, la chiuderebbe.
Intanto Lebron e compagni hanno messo a segno un punto importante tenendo il primo servizio ai vantaggi. I prossimi due turni di battuta potrebbero anche regalare l’anello e l’aggiornamento di tutti i posters che costellano i cunicoli dell’American Airlines Arena.
Simone Mazzola