Tutti con Cantù. 40’ secchi, con 24 ore appena di riposo, per guadagnarsi il biglietto di ingresso nella nobiltà europea, oltre a 5 incassi aggiuntivi ed a diritti TV per quadrare il bilancio; ma anche per aumentare la presenza tricolore in Europa, dimostrare a tutti il valore del nostro movimento (che sarà anche il terzo dopo Turchia e Spagna, come afferma Re Kobe Bryant, ma è frequentato da gente con idee ed attributi, e tecnici di assoluto spessore), e sancire che gli italiani sono anche capaci di organizzare eventi europei.
A proposito di organizzazione, l’unico rammarico sono i vuoti in tribuna ieri, e in particolare la desolazione nella seconda semifinale. Certo, non è né economico né comodo spendere tre serate quasi in fila al palasport; ma almeno stasera confidiamo in un pienone che possa anche aiutare quando la stanchezza aumenterà gli effetti dei giri a vuoto talvolta palesati dai biancoblu nelle due partite pur vittoriose.
L’avversaria di stasera è la meno probabile e pronosticata: faccio ammenda io per primo, con la modestissima attenuante di aver previsto che ad inizio stagione potevano scaturire sorprese, a vantaggio di squadre organizzate piuttosto che delle “riunioni di stelle”. Le Mans, come sapete, è riuscita in un doppio colpo a sorpresa: prima ha scavalcato gli ucraini del Donetsk, clamorosamente traditi da Songaila (più falli che punti, e per pudore sarà meglio astenersi dal calcolare quanto é costato ciascuno di quei 4 punti…), poi, con partita assai simile, ha sorpreso gli stra-favoriti del Kazan.
Attenzione, però. Che sia arrivata in finale Le Mans invece delle due corazzate dell’est è ovviamente un parziale sollievo; ma guai, guai!, a sottovalutarla. Se c’è arrivata, in finale, è perché Le mans sa difendere ancor più di quanto dicano i 67 punti di media subiti nelle due partite ed in particolare i 55 segnati con grandissima fatica dal Donetsk: nei due ultimi quarti delle due partite, Le Mans ha subito in media…10,5 punti, segno che quando il gioco si fa duro, i francesini sono duretti assai.
Poi c’è lui, Khalid El-Amin. Con quelle guance paffute da “che diavolo stai dicendo, Willis?”, con quel fisico che già alle final four NCAA 1999 induceva sulle prime a domandarsi cosa ci facesse, sul parquet. Ma anche con quelle mani e quel cervello che telecomandano la palla nelle mani giuste al momento giusto, tanto che anche 13 anni (e qualche ulteriore kg) dopo si capisce in fretta, cosa ci fa sul parquet: se leggete 20 accanto a Batista sul referto di ieri, sappiate che almeno la metà sono frutto di come El-Amin organizza il gioco. Contro il Kazan sembrava fuori dalla partita, per falli e per la necessità di riposare a lungo; poi nell’ultimo quarto, cominciato con Le Mans sotto di 5 e ancora sul 62-68 a 7’ dal termine, ha costruito un 24-10 (avete letto bene), compresa una tripla spaccagambe e i 4 liberi (su 4, ovvio) che hanno chiuso la partita.
Insomma, se Trinchieri riesce a costruirgli una gabbia intorno, meglio, fermo restando che poi il confronto lo si dovrà vincere anche vicino al canestro, dove loro sanno sia difendere che attaccare, ma rischiano di avere qualche problema di falli.
In ogni caso, tutti con Cantù. A Desio, chi può, e gli altri davanti alla TV (Sportitalia digitale, canale 226, dalle 20.30).
Maurizio Zoppolato