E’ di sicuro il campionato più nuovo del movimento cestistico italiano. La A3 femminile, divisa in tre gironi, va a sostituire e integrare la vecchia B nazionale, con tre gironi dalla composizione variabile (anche qui la crisi si è fatta sentire) che mettono di fronte forse le squadre più forti delle piccole e medie realtà che vivono di pallacanestro. Dando uno sguardo al girone sud, che presentiamo in questo pezzo, troviamo squadre di grande tradizione come Brindisi e Bari, nonchè Corato, realtà nuove e di grande spessore come Stabia, Potenza, Maddaloni, i virgulti più promettenti d’area laziale con Athena e San Raffaele Roma, Santa Marinella e così via, per citare solo i nomi più noti. Un campionato dove è obbligatoria la presenza in roster di 4 under 21, e che vede costi “aggiuntivi” per il tesseramento delle over 25, un incentivo per lanciare la green life e dare nuova linfa al movimento. Ai nostri microfoni abbiamo il presidente di Stabia, Gaetano manco, che ha allestito una squadra giovane e competitiva, sulla falsariga di quanto ben fatto l’anno scorso, con una promozione sfumato solo allo spareggio finale contro Crema.
– Dalla A1 alla A3 non si è sfuggiti alla mannaia della crisi, con fallimenti e campionati “monchi” qua e là. Lei cosa ne pensa?
– Il Basket femminile risente ancora di più della crisi economica che sta attanagliando il nostro paese ,soprattutto in virtù di una scarsa crescita di immagine dello sport in genere, e di quello femminile in particolare, avvenuto nel corso degli ultimi anni. Le motivazioni di questa profonda debacle sono tante ma dare la colpa agli altri spesso risulta molto più facile che analizzare profondamente le proprie mancanze. Credo che innanzitutto la motivazione principale sia da attribuire alla federazione che ha fatto poco per la diffusione del movimento a partire soprattutto dalla scuola di uno sport che negli ultimi anni ha comunque ottenuto risultati soddisfacenti, sia a livello seniores che a livello giovanile. Questa mancanza di programmazione, ha portato a far sì che le tesserate siano diminuite vertiginosamente e che oggi sia veramente difficile riuscire a partecipare a campionati giovanili.
– Ci parli del suo roster, giovane e competitivo. Dove può davvero arrivare?
– Il nostro progetto, partito alcuni anni orsono, all’indomani della nostra retrocessione da una serie A2 giocata lontano da Castellammare, è quello di riuscire a riportare la squadra in gonnella della nostra città ad essere protagonista sia a livello giovanile che a livello seniores. Gli ultimi anni ci hanno riproposto sulla ribalta nazionale e anche quest’anno il nostro obiettivo è quello di disputare un campionato che possa darci soddisfazioni e far avvicinare alla nostra squadra sempre più appassionati. Abbiamo allestito un roster ancora piu giovane ed a differenza di molte squadre del nostro girone abbiamo puntato ad inserire giocatrici “under” che avessero voglia di dimostrare il proprio valore e la loro capacità di essere protagoniste. Crediamo di aver assemblato il giusto mix di esperienza e gioventù che possa dare successi e toglierci parecchie soddisfazioni. Nomi in particolare non è neccessario farne perchè è giusto dare il risalto ad ognuna delle nostre atlete. Sono tutte importantissime ed essenziali per portare in alto il nome della nostra società.
– Guardando alle altre avversarie del girone cosa può dirci?
– Il nostro girone è abbastanza proiettato verso l’alto, il livello tecnico è elevato e molte squadre hanno investito tanto puntando su giocatrici di esperienza. Noi abbiamo fatto l’esatto opposto inserendo in un roster già abbastanza amalgamato due giovanissime, una ’93 ed una ’94 che crediamo possano fare sicuramente bene. Le sorprese del girone? Credo tutte e nessuna, giacchè sembra esserci un grande equilibrio: quello che però mi auguro, è che alla fine possa vincere chi ha dimostrando maggiore capacità e soprattutto migliore programmazione poichè sarebbe veramente un peccato dover assistere nuovamente a quanto accaduto qualche anno fa, quando delle squadre promosse nessuna ha poi dato seguito all’attività rinunciando a partecipare ai campionati conquistati.
Domenico Landolfo