Missione compiuta. Cantù in versione Highlander, dopo la Supercoppa nostrana, raggiunge il secondo prestigioso e faticoso obiettivo stagionale, aggiudicandosi il Qualifying Round e conquistando sul campo (mai dizione fu più appropriata) la partecipazione all’Eurolega.
La fatica va ben oltre l’apparente semplicità con cui i biancoblù hanno domato Le Mans nella finale. Solo chi era molto, ma molto distratto nelle serate precedenti ha potuto definire (in TV e sul noto quotidiano sportivo pittato di rosa) come “bolso” e finito” Khalid El-Amin, ovvero lo stesso giocatore che nelle due serate precedenti aveva dominato rispettivamente i temuti ucraini del Donetsk e soprattutto il “diavolo” Kazan. E sempre una grandissima distrazione – si sa, con l’età ad una certa ora subentra la sonnolenza…- può avere indotto ad etichettare come “modesto” Batista, e più in generale il pacchetto lunghi dei francesi.
La verità è che Le Mans, ottima squadra con una notevole organizzazione di gioco ed una difesa tostissima (già sottolineato, ma vale la pena ripeterlo: nei due ultimi quarti delle partite precedenti, ha subito in media 10,5 punti!), ha evidentemente esaurito la benzina nel “back-to-back” dei primi due giorni, e certo l’età ed i 13 anni sui parquet da pro non hanno aiutato il buon Khalid; mentre i canturini hanno messo a profitto sia il giorno di riposo tra la prima e la seconda partita, sia il poter riposare nel proprio letto, sia un’età media che magari potrà fare scherzi in qualche momento caldo ma oggi garantisce atletismo e tempi di recupero invidiabili.
Ma soprattutto, la verità è che Trincheri (foto) e i suoi hanno preparato l’incontro molto meglio dei suddetti telecronisti, studiando accorgimenti per neutralizzare proprio le armi vincenti di Le Mans: l’uscita in raddoppio del lungo sul pick and roll avversario, con “flottaggio” del difensore dal lato debole (magistrali Markoishvili e Leunen), sembravano disegnati sulla “lavagnetta” televisiva di Flavio Tranquillo.
Così il Qualifying round, oltre a regalare a Smith e soci un’esperienza preziosissima in vista delle final eight di coppa Italia, teletrasportano Cantù in un girone di Eurolega “da pppaura”. A parte la prima serata, in cui verrà ospitata l’Olimpia Lubiana, a prima vista l’unica “abbordabile” del gruppo, tutte le altre saranno “sfide impossibili”: per quanto la geografia economico-cestistica del continente possa essere mutata, Real Madrid e Pana restano pur sempre colossi europei (a proposito di colossi: tornato ad Atene, ma in maglia Pana, il mitico Schorthianidis. Chi ha letto il libro All around già sa, gli altri…che aspettate a comprarlo?), mentre il Khimkhi è l’eterna incongruenza tra investimenti e risultati, ma presenta pur sempre nomi di assoluto livello -quest’anno si sono accaparrati anche il “nostro” Koponen (foto), atteso per la definitiva esplosione a livello continentale- e si è modellata quest’anno di una “muraglia cinese” composta da ben 6 giocatori sopra i 2.08, con in più sul pino Rimas Kurtinaitis ad aggiungere carisma. Ah sì, poi c’è il Fenerbhace di Pianigiani, Mc Calebb, Sato, Andersen: sarà strano vederli vestiti da Ape Maia invece che in biancoverde, non sarebbe strano ritrovarli a Londra alla fine della Fiera.
Insomma, “girone di ferro” se ce n’è uno, condito dal “a guardare i nomi delle squadre, mi viene da piangere” dell’umorista Trinchieri. Ma si sa che poi sul campo può succedere di tutto, e chissà che i russi e i greci non si rivelino bestie meno brutte le previsto.
Teoricamente più semplice dovrebbe invece essere il cammino della nouvelle vaugue di Siena. Il Maccabi è accompagnato dal solito blasone e da un intero popolo, ma è rinnovato per 10/12, anche con un carrello della spesa riempito dal nostro campionato (l’anno scorso Devin Smith, quest’anno Hickman e Shermadini, foto), per cui sarà tutto da scoprire; Malaga impressiona “sotto”, con Kosta Perovic, Fran Vazquez e il nostro -tanto per cambiare- James Gist, e pare un potenziale cliente per il primo posto del girone; per il resto, Chalon, Prokom ed Alba – prima sfidante per Siena – sembrano più che altro destinate a lottare per il quarto posto disponibile.
Certamente più equilibrato il gruppo di Milano, con in prima fila i campioni uscenti/scappati di casa (Basile, op. cit.) dell’Olympiacos, che hanno confermato il gruppo vincente e sorprendente dell’anno scorso, con in più lo “scippo” al Pana (che però ormai non scandalizza più nessuno. Non è più la Grecia di una volta…) di Perperoglou.
A leggere il roster, spaventa anche l’Efes Istambul di Farmar e Sasha Vujacic, atteso il 12 ottobre per il vernissage europeo al Forum. A proposito: geniale spostare gli incontri al venerdì sera. Almeno a Milano, dove la fuga per il we sulla neve è l’alternativa all’aperitivo che chiude la settimana lavorativa, non stupiamoci se poi ci saranno molti spettatori travestiti da poltroncine vuote… Tornando all’Efes, temo che quest’anno le squadre turche non subiranno il contraccolpo “messi insieme a casaccio”, che le ha affondate l’anno passato: imparata la lezione, si sono affidate a nuclei collaudati e sapiente direzione, vedi anche il già commentato Fenerbhace.
Quanto alle altre del girone, presumibilmente quelle su cui la Scariolo-band dovrà impostare la corsa, il Caja Laboral riporta in Europa Nocioni, grandissimo sempre ma da verificare quanto a tenuta dopo gli anni oltreoceano, e soprattutto propone dal pino “Mr. simpatia” Dusko Ivanovic: aspettiamoci una squadra dura e tignosa, senza punte fisse ma con risorse continue. Lo Zalgiris Kaunas sembra la odierna nazionale lituana, con innesti “vecchie glorie” (con tutto il rispetto, sia chiaro) tipo Rimantas Kaukenas ed i fratelli Lavrinovic, finalmente insieme, mentre sembra oggettivamente meno attrezzato le Cedevita Zagabria, che cercherà di evitare la figuraccia dell’anno scorso, ricorrendo anche all’ultimo acquisto, Vlado Ilievski.
Infine, nel girone senza italiane, quello apparentemente più debole, prima fila assicurata per Barcellona e CSKA, con Besiktas (la meno attrezzata tra le turche) e Partizan di rincalzo, e Lyetuvos Rytas e Brose Basket a sperare nel passetto in più rispetto ad una pronosticata eliminazione al primo giro: ma su questo girone torneremo nelle prossime occasioni.